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Il General Dental Council pubblica una valutazione sull’uso dell’intelligenza artificiale in Odontoiatria

Un rapporto del General Dental Council ha richiesto lo svolgimento di ricerche specifiche per il Regno Unito, al fine di affrontare le considerazioni cliniche, regolatorie ed etiche poste dall’uso dell’intelligenza artificiale in ambito odontoiatrico (Immagine: greenbutterfly/Adobe Stock).

lun. 8 settembre 2025

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LONDRA, Inghilterra – Il General Dental Council del Regno Unito ha ribadito il proprio impegno nel comprendere e monitorare l’impatto in evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA) sull’erogazione delle cure odontoiatriche. Nel mese di agosto, l’ente regolatore nazionale per l’odontoiatria ha pubblicato un rapporto di valutazione rapida delle evidenze sull’utilizzo di questa tecnologia nei servizi odontoiatrici a livello mondiale, mettendo in luce sia i potenziali benefici per i clinici e i pazienti, sia le sfide che essa comporta.

La valutazione, condotta dalla Peninsula Dental School dell’Università di Plymouth, ha analizzato 45 studi internazionali pubblicati dal 2020. La maggior parte di questi studi è stata realizzata da ricercatori in Cina e negli Stati Uniti, ma non sono stati individuati studi condotti nel Regno Unito, evidenziando così la necessità di una ricerca specifica su base nazionale.

L’uso dell’intelligenza artificiale in odontoiatria è risultato rientrare principalmente in tre categorie: robotica nella chirurgia implantare, deep learning per la rilevazione della carie e il monitoraggio a distanza, machine learning supervisionato in odontoiatria pediatrica.

Queste applicazioni hanno mostrato potenzialità promettenti nel migliorare l’accuratezza, supportare i risultati clinici per i pazienti e ampliare l’accesso alle cure a distanza.

Tuttavia, il rapporto evidenzia anche una serie di sfide cliniche e pratiche. Ad esempio, nella chirurgia implantare, fattori come scarsa qualità dell’osso, osso eccessivamente denso o limitata apertura della bocca possono compromettere l’accuratezza e la maneggevolezza dei sistemi robotici. Inoltre, il movimento del paziente durante le procedure può aumentare il rischio di deviazione dalla posizione dell’impianto pianificata, rendendo necessaria una stabilizzazione accurata. I sistemi robotici richiedono anche investimenti significativi e un’intensa formazione. La navigazione dinamica, ad esempio, comporta un processo di apprendimento impegnativo e l’utilizzo di attrezzature ingombranti, che richiedono una notevole coordinazione mano–occhio.

Sono stati evidenziati anche rischi diagnostici nei vari studi analizzati. Diverse ricerche hanno rilevato che alcune piattaforme di intelligenza artificiale hanno prodotto falsi negativi, in particolare nei casi di anomalie sottili, come nel caso di carie allo stadio iniziale. Questo risultato sottolinea l’importanza di considerare l’IA come uno strumento di supporto, e non come un sostituto del giudizio clinico.

Le reazioni dei pazienti all’uso dell’intelligenza artificiale nelle loro cure sono state variegate. Il rapporto spiega che, mentre alcuni pazienti accolgono favorevolmente la chirurgia assistita da robotica, altri manifestano aumentata ansia in presenza di macchinari complessi. Inoltre, la compliance con gli strumenti di monitoraggio basati sull’IA tende a diminuisce nel tempo, e gli studi suggeriscono che ciò dipenda dalla ripetitività dei messaggi automatici o dalla frequenza delle scansioni, che possono portare i pazienti a disimpegnarsi. Infine, errori da parte degli utenti nella cattura delle fotografie intraorali hanno compromesso l’affidabilità del monitoraggio.

Il rapporto ha rilevato poche evidenze riguardo a tematiche legate a uguaglianza, diversità e inclusione, così come agli aspetti etici e di protezione dei dati, nonostante la generazione di grandi volumi di dati aggiuntivi sui pazienti da parte dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale. Gli autori hanno sottolineato che una ricerca specifica sull’uso dell’IA in odontoiatria nel Regno Unito potrebbe garantire che aspetti quali uguaglianza, diversità, inclusione e protezione dei dati vengano adeguatamente considerati nel contesto culturale e sociale del Regno Unito.

In conclusione, il rapporto afferma che, sebbene l’intelligenza artificiale abbia un chiaro potenziale per migliorare i servizi odontoiatrici, il suo utilizzo nella pratica odontoiatrica quotidiana rimane ancora limitato. Si sottolinea la necessità di ricerche future specifiche per il Regno Unito che affrontino le considerazioni cliniche, regolatorie ed etiche, con particolare attenzione alla sicurezza dei pazienti e alle esigenze diversificate della popolazione.

Il rapporto, intitolato Artificial Intelligence and Dental Service Provision: A Rapid Evidence Assessment, è disponibile cliccando QUI.

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