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Emocomponenti a uso non trasfusionale (EunT): vantaggi e criticità

Patrizia Gatto

Patrizia Gatto

mar. 7 marzo 2023

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Intervista a Massimo del Fabbro Presidente Anthec.

Il prossimo 25 Marzo dalle 9 alle 17 presso l’NH Hotel di Milano Fiera di Rho, si terrà un “Aggiornamento sugli emocomponenti ad uso non trasfusionale (EunT)” a cura dell’Anthec (Academy of Non Transfusional Hemo-Components). Ne abbiamo parlato in una intervista con Massimo Del Fabbro, Presidente dell’Accademia e già nel 2017 coautore del libro del gruppo Anthec dal titolo “Emocomponenti autologhi come stimolanti della guarigione dei tessuti”. Da allora la ricerca, le evidenze scientifiche e cliniche hanno continuato a dimostrare i benefici degli emocomponenti ad uso non trasfusionale nelle procedure rigeneratrici in vari campi della medicina e dell’odontoiatria, mentre permangono le difficoltà burocratiche e le confusioni legislative per poter utilizzare legalmente questa tecnica.

Presidente, quali sono i vantaggi dell’impiego degli EunT nella pratica clinica?
L’impiego degli emocomponenti ad uso non trasfusionale consente di ottenere la guarigione dei tessuti anche in casi complessi e situazioni cronicizzate, attraverso la promozione dei processi rigenerativi. Inoltre è dimostrato anche dalla letteratura che i concentrati piastrinici hanno effetti antinfiammatori, proprietà antimicrobiche e contribuiscono ad attenuare il dolore postoperatorio. Nel convegno del 25 marzo a Milano-Rho, presenteremo lo stato dell’arte delle procedure rigenerative basate su emocomponenti e altri prodotti autologhi, approfondendo le opportunità terapeutiche che offrono per guarire, per migliorare la qualità della vita e per utilizzare le risorse in modo appropriato, nel presente e nel futuro.

Quali temi principali saranno affrontati per quanto riguarda la clinica?
Sergio D’Antico parlerà di appropriatezza dell’utilizzo degli EunT in medicina rigenerativa. Tiziano Testori ed io ne parleremo con riferimento alla letteratura e alla clinica. Marco Mozzati tratterà la gestione del percorso chirurgico-implantare nei pazienti con malattie sistemiche. Laura Mazzucco tratterà sia i nuovi ambiti di applicazioni cliniche degli EunT che il tema della possibile associazione del tessuto adiposo ed EunT per la rigenerazione dei tessuti, subito dopo l’intervento dell’Avvocato Stefano Fiorentino, che dal punto di vista legale tratterà sia di utilizzo del tessuto adiposo in medicina che dei nuovi orizzonti della conservazione del tessuto adiposo.

Nella presentazione si illustra che la finalità del convegno è di descrivere in modo chiaro e preciso la situazione legislativa attuale evidenziando, oltre i vantaggi, le criticità.
Nella prima parte dell’evento intendiamo dare ampio spazio a un chiaro confronto sulla normativa vigente, partendo dagli aspetti complessi relativi al convenzionamento degli studi privati. Legislazione che, rinviando ai regolamenti regionali, permette di fatto l’esistenza di forti disparità tra regione e regione nelle procedure e nei requisiti del convenzionamento, anche in termini economici. Faremo una panoramica, pertanto, sulla situazione nelle varie regioni italiane e spiegheremo cosa fare a fronte di una assenza di risposta alla richiesta di convenzione. Questo confronto-dibattito, che si svolgerà nella prima sessione della giornata, vedrà come relatori Stefano Fiorentino e Sergio D’Antico. Ci sembra fondamentale dedicare un’intera sessione in quanto, sebbene negli ultimi anni siano stati fatti alcuni passi in avanti, le attuali normative nazionali e regionali sono ben lungi dal soddisfare le esigenze dei professionisti e consentire un più ampio utilizzo degli emocomponenti ad uso non trasfusionale.

Il principale problema è dunque quello burocratico?
Sì rimane questo, a partire dal convenzionamento sino al rinnovo della convenzione. Complicazioni burocratiche che derivano dalla mancanza di omogeneità sul territorio. Si noti che le indicazioni terapeutiche sono in crescita per quanto riguarda il campo applicativo clinico, anche grazie alle associazioni scientifiche, in primis Anthec, e alla Commissione Interdisciplinare del Centro Nazionale del Sangue. Ma è necessario un continuo aggiornamento alla luce delle evidenze scientifiche pubblicate in letteratura, oltre che sui protocolli applicativi, non solo del medico e dell’odontoiatra ma anche del team sanitario dello studio.

Anthec vuole proporre soluzioni?
Certamente! Anthec vuole rappresentare una presa di posizione chiara e decisa da parte dei potenziali utilizzatori di emocomponenti, finalizzata a sbloccare la situazione di stallo burocratico, formulando proposte costruttive che consentano di giungere a una migliore soluzione per le parti coinvolte. Con ogni probabilità il passaggio a un sistema di convenzionamento digitalizzato per l’inserimento di tutti i requisiti di legge e rilascio automatico della convenzione, qualora siano corretti i dati inseriti, pur mantenendo ovviamente il ruolo e il controllo del servizio transfusionale, potrebbe essere la giusta direzione come già da tempo si procede per i dispositivi medici. Da sempre Anthec si è assunta la mission di sensibilizzare le istituzioni, essendo questa una pratica medica a favore e per la salute del paziente.

Scarica QUI il programma.

 

 

 

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