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Denuncia CAO alla Commissione Antimafia: “possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel franchising odontoiatrico”

Giuseppe Renzo.
Ufficio Stampa e Informazione FNOMCeO

Ufficio Stampa e Informazione FNOMCeO

gio. 12 febbraio 2015

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Il business delle cure dentarie è appetibile anche dal punto di vista del money laundering, vale a dire il riciclaggio di denaro sporco. La denuncia arriva dal Rapporto Italia 2015 di Eurispes, appena presentato a Roma, ed è rilanciata dal Presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri, Giuseppe Renzo, che ha chiesto un’Audizione davanti alla Commissione Antimafia.

Nella lettera inviata al Presidente della Commissione, l’onorevole Rosy Bindi, Giuseppe Renzo chiede di essere ascoltato sull’abusivismo, sulla riforma dell’articolo 348 del Codice Penale, «che sanziona in modo non certamente dissuasivo» questo reato, e in particolare sul problema del presunto riciclaggio di denaro sporco attraverso il franchising odontoiatrico, come risulta dal Rapporto Eurispes “L’Odontoiatria e sistemi regionali a confronto”, poi ripreso nel Rapporto Italia. “Negli ultimi tempi – scrive Eurispes – il mercato del franchising odontoiatrico ha attirato anche l’attenzione della criminalità organizzata. Le indagini condotte dalle Forze dell’ordine hanno recentemente fatto emergere che affiliati alla ’ndrangheta, al fine di riciclare denaro sporco, hanno investito in questo settore. Le informazioni disponibili, sia pure ancora non ufficiali, segnalano nelle diverse regioni italiane, soprattutto in quelle del Nord, una nuova e sensibile attenzione della criminalità organizzata ad un settore che viene considerato particolarmente attraente e possibile fonte di nuovi investimenti e consistenti guadagni”.

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