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«Da tempo AIO intendeva organizzare un congresso di spessore sul tema del “Terzo pagante” (e del Terzo Settore…). La necessità da molti rilevata di far scendere in campo anche in Italia una quota maggiore di spesa intermediata risale a prima del Decreto Appropriatezza. Oggi però questo decreto non parla più di passare a carico del Ssn alcune prestazioni a pazienti da 0 a 14 anni a reddito “medio” e a pazienti con vulnerabilità sociale e sanitaria e acuisce una carenza già esistente nell’assicurazione sanitaria pubblica in campo odontoiatrico. Occorre una riflessione della Professione».
Così Pierluigi Delogu presidente AIO presenta su Odontoiatria (la rivista degli Amici di Brugg in uscita a fine mese) il Congresso Politico dell’Associazione Italiana Odontoiatri, in programma Sabato 21 Novembre dedicato al “Terzo Pagante”. Tanti gli ospiti, e tre esempi di fondo integrativo, due consistenti (Mutua Nordreno Westfalia e l’italiana Casagit dei giornalisti) e uno di là da venire (sanità integrativa Enpam). Più pareri legali, commercialistici e ordinistici sulla sostenibilità di un’Odontoiatria dove il rapporto con il paziente fosse mediato da assicurazioni. «Il Fondo integrativo inteso come Fondo di categoria professionale, potrebbe essere una risposta perché non si prefigge scopi di lucro. Ma temiamo – afferma Delogu a Odontoiatria – che anche con questa dinamica delle cose possano scappare di mano. Vogliamo poter governare le regole di questi Fondi, che diventano utili alla comunità solo se comprendono prestazioni utili alla salute, cioè un’ampia fetta di prevenzione specie nei bambini, e lo sono di meno se vanno a intercettare con cure complesse situazioni che avrebbero dovuto essere arginate con una prevenzione adeguata».
Il Presidente AIO infine sottolinea l’esistenza di una distinzione forte tra i fondi integrativi veri e propri e le assicurazioni profit che erogano prestazioni sanitarie. «Le seconde hanno la mission di far rendere i propri pacchetti e si capisce come sia difficile conciliare una buona prestazione sanitaria con l’interesse economico al profitto da parte della compagnia che acquista le prestazioni odontoiatriche»
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