DT News - Italy - Bocca e assetto posturale: l’evoluzione della specie e dell’individuo vi passa attraverso

Search Dental Tribune

Bocca e assetto posturale: l’evoluzione della specie e dell’individuo vi passa attraverso

M. Turani

M. Turani

ven. 3 luglio 2015

salvare

Il controllo della muscolatura posturale passa anche dalla bocca. Potrebbe sembrare una affermazione senza fondamento ma con una conoscenza più approfondita delle complesse connessioni anatomiche e fisiologiche del sistema-uomo scopriremo che non è così.

La bocca rappresenta il crocevia di moltissime funzioni, vitali e non, consapevoli e inconsce. È un organo situato nella testa, a sua volta appoggiata sulla colonna vertebrale, la quale a sua volta poggia sul bacino, sugli arti inferiori e infine sui piedi, che risultano influenzati dal complesso sistema che permette e controlla l’equilibrio attraverso la vista, chiamato “vestibolare” e attraverso la muscolatura posturale, a loro volta ne diventano elemento condizionante. Si crea pertanto un sistema “chiuso” e “continuo” dove ogni struttura, ancor più se lontana come il binomio bocca/piedi, viene influenzata e a sua volta influenza il sistema.
Tale concetto, di fondamentale importanza, rappresenta la chiave di lettura della posturologia. Nel suo concetto più globale di apparato stomatognatico – ovvero di quel distretto anatomico che relaziona i rapporti tra mascella/mandibola e la struttura cranio/colonna – la bocca merita di venire realmente compresa nella sua essenza strategica per la posizione “centrale” e ancestrale che conserva, avvalendoci di conoscenze che chiariscano il significato del suo sviluppo sotto il profilo onto e filogenetico, cioè del singolo individuo e della specie. Solo così si potrà profondamente comprendere l’unicità della struttura e le implicazioni collegate.

Evoluzione
Quasi tutte le forme animali si rapportano fondamentalmente con il mondo esterno tramite due strutture: bocca e arti (specialmente anteriori o superiori). Il rapporto filogenetico fra gli arti superiori e l’apparato buccale è talmente intimo che ancor oggi, nel regno animale, si trovano esempi di come la funzione masticatoria sia pendolare fra bocca e arti anteriori. Con un’affermazione quasi paradossale potremmo dire che non tutti gli animali mangiano con la bocca. Infatti alcuni granchi o crostacei, oppure gli scorpioni, “masticano” con gli arti anteriori e la bocca non è altro che un orifizio d’entrata degli alimenti. In altri, come il serpente, l’utilizzo della bocca è unicamente prensile poiché la “masticazione” avviene nello stomaco, senza coinvolgere la dentatura.
Superiore dal punto di vista evolutivo a questi gruppi, l’uomo inserisce nell’utilizzo dei due apparati un’ulteriore specificità: le mani esclusivamente prensili e la bocca non soltanto masticatoria, ma specializzata in nuove funzioni specifiche fonetiche e di linguaggio, nonché di comunicazione simbolica, come un sorriso o qualsiasi altro tipo di espressione. La peculiarità umana, del resto, dipende dalla totale disponibilità della mano, garantita dalla conquista della stazione eretta. Anche e ancor più nell’uomo, esiste quindi, una diretta relazione fra locomozione e funzione dell’apparato masticatorio.
A sua volta la stazione eretta deve essere considerata come la chiave di volta per l’entrata nella civiltà. Mentre la stazione eretta è una postura tipica dell’uomo, non altrettanto si può affermare dell’andatura, né della postura bipede, dovendosi comprendere la differenza fra questi diversi assetti posturali. Per esempio negli uccelli non volatori l’andatura bipede non corrisponde affatto a una stazione eretta ma a una orizzontale o semi-orizzontale nella quale la colonna vertebrale è parallela oppure obliqua al terreno. Mentre la stazione eretta comporta il posizionamento della colonna vertebrale in posizione pressoché verticale e può essere mantenuta per tempo infinito. Ciò che nessun animale, a eccezione dell’uomo, riesce a fare è passeggiare lentamente o stare fermo su due gambe. È la conquista più importante dell’uomo.

Sviluppo dell’individuo
Tornando a riflettere sullo sviluppo squisitamente ontogenetico della bocca, si osserva per esempio che un abbozzo della lingua si forma già alla settima settimana di vita intrauterina. La sua importanza conferma da un lato quanto lo sviluppo embriologico favorisca le strutture strategiche evidenziando contemporaneamente quanto la lingua rappresenti la “matrice” di guida su e intorno a cui si svilupperà l’intero apparato stomatognatico e conseguentemente il sistema posturale con tutti i sofisticati sistemi di controllo.
La bocca nel neonato – si sa – rappresenta la principale possibilità di comunicazione con l’esterno. In questa fase dello sviluppo, tutto quanto rappresenta il suo aspetto somato-emozionale, quindi l’essenza della vita passa attraverso la bocca. Basti solo ricordare l’importanza della fase orale, attraverso cui matura lo sviluppo dell’individuo. Quando il bambino nasce, la bocca è la sola parte del corpo sulla quale viene esercitato un controllo preciso. Appena nato il bimbo entra subito in contatto con la sua prima, tragica lotta per la sopravvivenza. Deve infatti respirare, passando dalla respirazione materna placentare (automatica) a quella autonoma polmonare. Sempre attraverso la bocca piange, manifestando la propria “disperazione” per i fabbisogni urgenti cui deve rimediare.
Appena superate le due fasi, il neonato deve subito affrontarne una terza, non meno impegnativa: procacciarsi il cibo. Appare soprattutto come una bocca, alla frenetica ricerca di un capezzolo, che non ha mai visto, ma appena lo trova capisce che è quel che stava cercando. Alla fine della poppata ozierà giocando con il capezzolo, ottenendo, secondo la scuola freudiana, la prima soddisfazione di tipo erotico.
Dai primissimi istanti di vita la bocca entra pertanto nelle delicate strategie di sopravvivenza. Le prime due fasi (respirazione e pianto) risultano eventi spiacevoli per lui e rimarranno come un solco nel suo sviluppo psicologico ed emozionale. Le ultime due (poppata e gioco) sono invece l’aspetto gratificante che riequilibrerà quelli spiacevoli. Sull’equilibrio di questi schemi si costruisce già bona parte del carattere individuale.

embedImagecenter("Imagecenter_1_1865",1865, "large");

Bocca, postura e aspetti psico-motori
Preme sottolineare nuovamente l’enorme rapporto bocca-psiche perché quest’aspetto permetterà successivamente una miglior comprensione delle alterazioni e disfunzioni di carattere posturale, non più inquadrabili unicamente in ottica meccanica o strutturale. La bocca infatti non è solo l’organo deputato all’introduzione e alla masticazione del cibo, alla fonesi, alla respirazione (ausiliaria), al contributo all’espressività o la sede del gusto, ma conserva nell’adulto le caratteristiche importantissime di organo sessuale: con essa infatti l’individuo realizzerà i suoi primi approcci amorosi.
A differenza degli altri organi sessuali, la bocca sarà la parte esposta abitualmente nuda e ben visibile agli occhi di tutti. Con pudore tipicamente sessuale molte persone, specie se la bocca non si trova in ordine, portano la mano dinanzi, quando ridono o addirittura parlano. Il che conferma gli importanti collegamenti fra bocca e psiche stabiliti per primi ai primordi della vita. Il rapporto bocca-psiche rappresenta probabilmente il più intimo di quelli psicosomatici. Sorprendente a livello neurologico appare l’omunculus che rappresenta la mano e la lingua. Con questo termine “omunculus” s’intende la rappresentazione figurata sulla corteccia cerebrale del corpo umano e quindi dei distretti a cui corrispondono in periferia le varie funzioni motorie e sensitive.
Le aree che rappresentano gli organi di senso – è noto – sono molto più estese di quelle, per esempio, della gamba. Come pure l’area della mano è in rapporto molto più grande di quella del piede, per la complessità delle funzioni svolte dall’organo.
Pensando a un computer, lo spazio su hard disk relativo alle informazioni della bocca è enormemente più ampio di quello di molti altri organi, ritenuti più importanti. L’interessamento encefalico deputato al controllo di mano e bocca supera di gran lunga quello di qualsiasi altra parte corporea, a conferma di quanto “materiale” neurologico necessiti l’espletamento delle loro complesse funzioni.
Lo sviluppo del cervello umano, come è ormai acquisito, seguì la conquista dell’andatura bipede e della stazione eretta. Altrettanto certo che il volume dell’encefalo, cui si devono le sue prestazioni, è dovuto al fatto che postura e relativo equilibrio muscolare modificarono trazioni e appoggi funzionali di certe aree del cranio, permettendo così espansioni delle masse cerebrali incipienti. Inoltre la liberazione della mano dai vincoli della locomozione, il trasferimento della prensilità e tecnicismo dalla bocca alla mano, consentì ancora al massiccio facciale di regredire con conseguenze di enorme importanza morfostrutturali del cranio.
Da questi movimenti evolutivi nacquero le strutture anatomiche che resero possibile l’articolazione di suoni compositi, ossia l’estrinsecazione della principale componente del linguaggio (fonetica) Questa capacità tipicamente umana trascinò con se l’organizzazione logica e il perfezionamento del pensiero autocosciente. Quindi, in una parola, la civiltà.

Conclusioni
La complessità e il fascino dei delicati rapporti fra bocca e postura rappresentano, soprattutto per lo scrivente, ancora oggi, dopo molti anni di studio, fonte di continua sorpresa e ammirazione generando un senso di limite nella comprensione di questi grandi “sistemi” bio-evolutivi, il che porta a un salutare ridimensionamento individuale. Spiace tuttavia constatare come i concetti sopra esposti, al di là di limitate e fertili aree culturali, trovino poca o insufficiente applicazione pratica, mentre ne trarrebbero notevole vantaggio la personale clinica quotidiana e il rapporto con altre discipline e filosofie. Cito per esempio l’ortopedia, con le importanti problematiche auxologiche fra cui le tanto temute scoliosi. E la medicina legale (nello specifico, dell’odontologia forense). Un universo da scoprire e codificare risulta poi la medicina dello sport, dove tali concetti risultano ancor oggi pressoché misconosciuti se non ignorati. Al settore sportivo dedico, da circa 10 anni, la mia attività di odontostomatologo/posturologo.

Dedico questo articolo al mio amico Giorgio Magnano, persona che possiede due cose infinite, cultura e umiltà.

 

L'articolo è stato pubblicato su Dental Tribune Italian Edition, luglio+agosto 2015.

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement