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Assenteismo: la legalità sia la bandiera della Professione Medica

ven. 19 luglio 2019

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Per essere buoni medici è indispensabile seguire principi etici, rispettare la legalità e osservare tutti i valori racchiusi nel Codice deontologico. Una massima che si scontra con l’ennesimo cono d’ombra sulla salute pubblica, con le accuse di Assenteismo all'ospedale di Monopoli dove sono indagati professionisti del settore con misure restrittive emesse in questi giorni dal gip del tribunale di Bari. Il Presidente FNOMCeO Anelli sottolinea l'importanza per tutto il mondo medico del mantenere sempre il giuramente verso la difesa della vita.

La richiesta di misure restrittive è emersa a seguito delle indagini condotte dai carabinieri della stazione condotta dai carabinieri e coordinata proprio dalla procura barese, che ha visto all’Ospedale “San Giacomo” di Monopoli con oltre 30 persone indagate.Una indagine condotta con il posizionamento di telecamere in seguito delle tante segnalazioni arrivate, una vicenda che segue di pochi anni nella stessa Regione l’inchiesta che conquisto le pagine nazionali e che vide oltre 50 persone indagate. “Spiace che professionisti affermati e competenti siano coinvolti in questa indagine: se accertati, i capi d’accusa dimostrerebbero quantomeno superficialità e scarso rispetto delle regole e dei precetti deontologici”. Così il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Filippo Anelli  interviene in merito all’inchiesta.

Una indagine che ha visto già 13 arresti domiciliari, e Primari di chiara fama indagati, in una vicenda di assenteismo che stona con il bisogno di tutela della salute pubblica, con l’immagine di tanti medici che non badano ai turni di lavoro per prestare il loro servizio: “Invitiamo tutti i colleghi ad abbracciare con forza e orgoglio la bandiera della legalità” ha voluto fortemente ribattere il Presidente Anelli “Legalità che è, del resto, nel Dna della professione medica, che ha come obiettivo quello di aiutare e rispettare il prossimo, guadagnandosi così un forte ruolo di catalizzatore di coesione e unità sociale. Ogni comportamento antisociale, che danneggia la collettività, è pertanto un vulnus alla Professione stessa, ai suoi principi, ai suoi obiettivi.  Per questi motivi il primo articolo del Codice di Deontologia Medica, quello che è incipit e fondamento di tutti i successivi, rivendica per sé il diritto e il compito di regolare anche i comportamenti assunti al di fuori dell’esercizio professionale quando ritenuti rilevanti e incidenti sul decoro della professione. Infatti, Il Codice, in armonia con i principi etici di umanità e solidarietà e civili di sussidiarietà, impegna il medico nella tutela della salute individuale e collettiva vigilando sulla dignità, sul decoro, sull’indipendenza e sulla qualità della Professione. Non possiamo permettere che situazioni così circoscritte ledano una Professione che, insieme alle altre Professioni sanitarie, tiene in piedi il Servizio Sanitario nazionale, a dispetto di carenze di organico, turni massacranti, riposi e ferie che diventano un miraggio. E lo fa per tener fede a questi principi, a quel giuramento che impone come dovere morale il perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona e di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento. La legalità sia la nostra bandiera, il rispetto delle norme e, prima ancora, delle persone la nostra guida, il Codice il faro che illumina la nostra strada”.

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