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Mozione dell’OMCeO di Torino: lo svilimento della professione medica è un danno per la salute dei cittadini

Guido Giustetto
Guido Giustetto

Guido Giustetto

gio. 23 aprile 2015

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Dopo le interferenze di natura giudiziaria nel rapporto medico/paziente, dal 14 aprile scorso l’idea, contenuta nella Bozza d’intesa Stato-Regioni, di imporre percorsi diagnostico-terapeutici individuati da parte del potere politico per arrivare a una maggiore appropriatezza dell’atto medico, di fatto azzerato da quel documento persino a livello di identità culturale.

L’emendamento contenuto nel punto B del documento, blinderebbe di fatto quell’imposizione, attribuendo ai medici una responsabilità patrimoniale nei casi in cui vengano accertate prestazioni inappropriate. Su questo tema, dopo le reazioni sdegnate della FNOMCeO di venerdì 17 aprile si sono aggiunte quelle dell’Ordine di Torino che il 20 aprile ha approvato all’unanimità questa mozione.

Il Consiglio OMCeO di Torino, dopo ampia e partecipata discussione, rileva, in riferimento al Documento di Intesa tra Stato e Regioni, ed in particolare avuta notizia dell’emendamento presentato dalle Regioni circa l’adozione di sanzioni patrimoniali a carico dei medici prescrittori in caso di scostamento da protocolli operativi, un gravissimo pericolo per la salute dei cittadini e per la possibilità dei medici di garantire scelte indirizzate alla esclusiva tutela della salute. Sulle scelte diagnostiche e terapeutiche del medico pesano evidenze scientifiche, regole deontologiche, relazioni umane, e l’applicabilità delle Linee Guida deve essere contemperata con le infinite variabili di ogni situazione.

Il Consiglio rigetta quindi ogni direttiva volta ad imbrigliare la professione medica in rigidi protocolli generati da logiche meramente economicistiche che, invocando un principio complesso ed articolato come l’appropriatezza, vogliono intimidire i professionisti sotto la minaccia di gravi punizioni economiche, togliendo serenità al loro operare al servizio della salute intesa come Bene Comune e alimentando, di fatto, una inutile e costosa medicina difensiva.

Il Consiglio ritiene pertanto pregiudiziale per ogni futura collaborazione in tavoli di confronto sull’efficienza del Servizio Sanitario nazionale, l’immediato ritiro degli emendamenti che propongano e perseguano una logica punitiva nei confronti dei medici.

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