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Al Convegno UNIDI di Milano il dentale sembra essersi svegliato perché si respira nuovamente fiducia: lo dicono le statistiche

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Il Presidente UNIDI Gianfranco Berrutti durante l’intervento al Palazzo delle Stelline, Milano.
m.boc

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ven. 1 aprile 2016

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Non aveva solamente un nome beneaugurante (“Il risveglio del dentale”) e un ancor più beneaugurante sottotitolo il Convegno svoltosi giovedì 31 marzo al Palazzo delle Stelline di Milano a cura dell’UNIDI, che, per bocca del suo Presidente Gianfranco Berrutti, ha anche accennato all’ormai prossima Expodental di Rimini e alle sue varie novità.

A dare spessore dell’incontro è stata la rosa di relatori che hanno ragionato sull’attuale stato di salute dell’Odontoiatria italiana emerso con più evidenza dal confronto con le “altre” soprattutto europee. Nomi di spessore e visione internazionale, come Marco Landi, Presidente del Council of European Dentists, Corrado Paganelli, presidente dell’Association for Dental Education in Europe, Edoardo Cavallè, dentista e unico Consigliere italiano (ed europeo) della potente FDI, organizzatrice della recente Giornata mondiale della salute orale. E inoltre, Alessandro Gamberini, Presidente della FIDE (Federazione Europea delle Industrie Dentali) e il vice presidente dell’ADDE (Association of Dental Dealers in Europe), Maurizio Quaranta.

La presenza di tanti nomi italiani al vertice di organismi internazionali, ricchi di associati (Paesi o professionisti) interlocutori più o meno prestigiosi e necessari della politica, è già un segnale di (buona) salute, perché a parte le sottolineature autoreferenziali, indicano che c’è un riconoscimento obiettivo e condiviso del valore dell’Odontoiatria italiana e dei suoi esponenti.

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L’internazionalità con quel che ne consegue non è stata tuttavia l’unica nota positiva a caratterizzare l’incontro. Perché i successivi interventi, soprattutto quello di Roberto Rosso, sui “Paradigmi di cambiamento del mercato”, hanno letteralmente scavato all’interno delle problematiche (quantitative soprattutto) dell’Odontoiatria nazionale.

Non potendo per ragioni di spazio, addentarci nei dettagli del suo volo d’uccello statistico, un assaggio di quello ben più approfondito che Rosso presenterà a Expodental, si può tuttavia accennare ai dati più evidenti da lui sottolineati: al 4 per cento in più registrato dal mercato nel complesso da cui emergono un più 2,5 per cento di consumi e un 8,2 per cento d’investimenti in attrezzature, ma soprattutto un più 15 per cento dei radiografici panoramici e addirittura un 50 per cento in più messo a segno dalle vendite dei radiologici 3D.

Cifre di un’eloquenza confortante. Più confortante ancora, tuttavia, è un generale ritorno alla fiducia, unico e autentico presupposto di ripresa, dopo il buco nero del 2012, più volte richiamato da Rosso nel corso del suo balletto di cifre.

Non meno interessanti (e utili) le analisi manageriali succedutesi al Convegno, dopo il “lunch break”: nelle “Strategie per la crescita” Davide Fazioni si è intrattenuto sulle operazioni straordinarie di acquisizione o di fusione. Gli ha fatto eco l’analisi minuziosa compiuta dalla dottoressa Alessandra Rosa, titolare dell’omonimo studio di commercialista e capace di rendere accessibili anche ai profani i tanti “pro” e qualche “contro” del superbonus del 140 per cento concesso dal Governo al professionista equiparato dalla recente legge alle piccole aziende. La stessa lucidità espositiva, tanto per stare in ambito fiscale, dimostrata da Salvatore Guacci della Paris Bas nel presentare il leasing come un vero e proprio “acceleratore di vendite”.

Il gran finale è spettato a Fabio Tosolin, che l’esperienza e autorevolezza rendono protagonista di molti congressi. Essendo radicalmente cambiato il contesto in cui si esercita la professione, Tosolin insiste fortemente sulla necessità di «cambiare comportamenti per ottenere risultati». Il problema ovviamente è il “come” dalla cui soluzione dipende spesso la vita o la morte di un’azienda (come è sicuramente anche lo studio odontoiatrico).

Un buon manager, ammonisce Tosolin, che insegna la “Behavioural Analysis” (Analisi comportamentale) al Politecnico di Milano, dovrebbe sapere come far fare ai propri collaboratori quello che il buon manager vorrebbe fosse fatto. Non solo a naso o per esperienza, ma secondo le modalità scientificamente provate del “behavourism”. Solo così si potrà (forse) evitare il baratro. Altrimenti non rimane che il… Mago Otelma.

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