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In una cornice celebrativa, ma senza troppa enfasi, molti i ricordi ma anche le prestigiose affermazioni del presente. Il primo atto di celebrazione del cinquantenario UNIDI (ma altri ben presto seguiranno) si è compiuto nel tardo pomeriggio del 24 gennaio in un elegante Centro manifestazioni a fianco del Duomo a Milano, di cui è stata regista la presidente Gianna Pamich, che col garbo che la contraddistingue, ha richiamato, in una rapida sequela di immagini, dati e citazioni, i “cinquant’anni di storia di molti di noi” partendo sin dai primi inizi.
Da quando al Bar della Borsa di Milano alcuni imprenditori, spiriti illuminati, i cui nomi sono richiamati nell’atto costitutivo del Notaio Pietro Villa, diedero vita ad una realtà che sarebbe cresciuta nei decenni fino alle dimensioni attuali.
I temi che quei “Padri fondatori” si proposero di far fronte allora – ha rilevato la Pamich – non erano tanto dissimili da quelli odierni, impegnativi allora come nel presente: far lobby, l’assillante concorrenza estera e il suo omologo, l’esterofilia, grazie alla quale qualsiasi prodotto diventa migliore qualora provenga da oltre confine. Ieri come oggi, normative incalzanti e di non facile attuazione. Basta questa rapida carrellata per confermare come in “casa UNIDI” la storia non è presente solo nel ricordo, ma si trasfonde nella vita di tutti i giorni. L’attualità dei temi, ponte ideale di continuità tra passato e presente, è stata uno degli spunti qualificanti della presentazione, il link che ha trasformata il “come eravamo” in un lucido affondo nel presente.
A presenziare alla rievocazione, in quel tardo pomeriggio milanese, “tutto il dentale”. Ogni componente della filiera in questa circostanza, non ha mancato di riaffermare il dovere/diritto di esserci, visto che il ricordo UNIDI non toccava solamente l’anima industriale del dentale, ma tutti gli stakeholders del comparto. Ad ognuno, quale ospite e compagno di viaggio ideale nella storica ricostruzione, la presidente Pamich ha dato la parola per un saluto di rappresentanza: all’ANDI (Ghirlanda), AIDI (Comi), all’ANTLO (Marin), fino agli esponenti delle sigle più varie (AIC, GSO, SIDO, IDEA, COI SIE, AIOP, CAO) e ai rappresentanti universitari.
Tra i più significativi il saluto degli “Amici di Brugg” (Robello), dov’è stata anche richiamata l’“apparente rottura” tra due realtà che avevano collaborato in armonia per decenni, anche se lo strappo è ormai superato in virtù di quella storia comune «di cui anche voi siete parte», come ha sottolineato la Pamich. E lo è indubbiamente e al massimo titolo, anche Carlo Guastamacchia, testimone vivente, che con la sua consueta ed ironica verve di ultraottantenne, ha auspicato di poter rinnovare i suoi auguri all’UNIDI anche per il prossimo cinquantennio.
La miglior dimostrazione del come il presente “sa di poco” senza uno sguardo al passato, proviene tuttavia dallo sviluppo del binomio UNIDI/EXPODENTAL. Richiamato il carattere itinerante delle trascorse Rassegne (Milano, Rimini, Torino, Roma, Genova), individuato il loro successo nell’originaria doppia anima culturale e commerciale (“una non può fare a meno dell’altra”) la Pamich ha dato notizia, con soddisfazione, di alcune cifre che certificano l’attuale, ottima salute, della manifestazione principe dell’Odontoiatria italiana. A tutto il 24 gennaio, gli espositori contrattualizzati sono 228, mentre con altri 185 la trattativa è in corso; i metri quadrati già prenotati sono 7.020, ma c’è speranza di metterne a disposizione altri 2.393. Un successo annunciato!
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