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A Torino primo corso universitario di Linguistica medica e clinica

Ufficio Stampa FNOMCeO

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mer. 3 maggio 2017

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Ha preso il via il 24 aprile (fino al 7 giugno 2017) presso l’Università degli Studi di Torino il primo corso di linguistica medica e clinica, all’interno della Laurea magistrale in Scienze linguistiche (Dipartimento di Studi Umanistici, Scuola di Scienze Umanistiche). Si tratta del primo insegnamento in Italia dedicato a questa disciplina. Il corso è per ora rivolto a studenti di area umanistica ma l'obiettivo è poterlo estendere anche ai medici in formazione.

La linguistica medica studia – con un metodo testuale – l’ampio tema della comunicazione in ambito medico-sanitario. In particolare analizza i passaggi cruciali come la relazione tra medico/operatore e paziente, il discorso possibile nella terapia, gli strumenti comunicativi dell’atto medico e la dinamica della trasmissione dell'informazione al cittadino/paziente.

Il versante clinico è invece dedicato ai casi di disfunzionamento linguistico, soprattutto di ambito psicopatologico, attraverso la descrizione e l’analisi delle forme che la lingua può assumere in pazienti psicotici, autistici e con la sindrome di Alzheimer.

Tenuto da Raffaella Scarpa, docente di linguistica italiana all’Università di Torino, il corso è un punto di arrivo di un lungo periodo di ricerca e sperimentazione che negli anni ha visto anche esperienze d’insegnamento all’interno di strutture universitarie mediche. In questi anni è nato il Gruppo di ricerca “Remedia – lingua medicina malattia” costituito da studiosi che indagano le sinergie tra linguistica e scienza medica.

Il corso universitario dà anche la possibilità di svolgere tirocini pre-laurea della durata di 150 ore presso le strutture sanitarie con cui Remedia, nel corso degli anni, ha attivato apposite convenzioni di collaborazione a fini di ricerca. I tirocinanti che svolgono attività di osservazione e supporto, imparano le tecniche di discorso e propongono nuove modalità di interazione alla luce dei loro studi. Lavorano in collaborazione con gli operatori e con i pazienti per raccogliere testi e testimonianze da sottoporre ad analisi, proponendo nuovi metodi di raccolta-dati.

Il progetto ha quindi un obiettivo formativo: cercare di definire una nuova figura di professionista della parola che possa offrire al contesto sanitario competenze e strumenti innovativi a partire dalla linguistica medica e clinica.

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