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Corsi Universitari ad Enna... più Kafka che Pirandello

Il Presidente della CAO Nazionale Giuseppe Renzo
G. Renzo

G. Renzo

lun. 15 febbraio 2016

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Avevo sempre saputo che la mia Sicilia era la terra di Pirandello e non di Kafka; eppure non potrei che definire kafkiano il “processo” svoltosi sulla questione dell’Università Romena di Enna che ha visto il Tribunale di Caltanissetta emanare un’ordinanza che in sostanza da il via libera all’inizio dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi Kore di Enna.

Da un punto di vista tecnico siamo in presenza di un’ordinanza di natura cautelare che respinge il ricorso presentato dal Ministero dell’Università, ex art. 700 cpc, che aveva chiesto di impedire l’inizio dei corso stessi. La vicenda quindi non è certamente conclusa e lo stesso Tribunale di Caltanissetta riconosce che il MIUR ha il diritto di adottare, nell’ambito delle proprie attribuzioni, un formale provvedimento di diniego dell’efficacia dei diplomi di laurea rilasciati dall’Università Dunarea di Jos di Galati in collaborazione con l’Università di Enna nel nostro ordinamento didattico.

Se questa è la situazione giuridica che, come troppo spesso accade, privilegia aspetti solamente formali, quanto si sta concretizzando dimostra ancora una volta la capacità da parte di soggetti privati di trasformare in business il delicato settore della formazione universitaria. Non è possibile nascondersi dietro un dito facendo finta di credere che questi eventuali nuovi laureati eserciteranno in Romania quando invece è di tutta evidenza che il vero scopo dell’iniziativa è quello di “irridere” il concetto del numero programmato come più volte dimostrato anche da similari iniziative. Basti ricordare la vicenda della “succursale” dell’Università Pessoa, dell’apertura del corso di laurea in odontoiatria in una “cattedrale nel deserto” a Salerno, Tirana ecc.

Non è possibile accettare passivamente queste speculazioni ed occorre pertanto la conferma di risposte forti e chiare da parte sia del Ministero dell’Università sia del Ministero della Salute. Non basta difendersi nelle aule di Tribunale ma occorre dimostrare la capacità di attivare una vera programmazione degli accessi in un ambito europeo portando a compimento il progetto già attivato nell’ambito del Joint Action on Health Workforce Planning and Forecasting promosso dalla Commissione europea a cui partecipa il Ministero della Salute e in cui viene rappresentata anche la Federazione. Il Ministero Salute è da elogiare per questa iniziativa! Non è mai bello pronunciare la frase “io l’avevo detto” ma non posso dimenticare che questa idea della programmazione europea nasce dalla CAO Nazionale che l’aveva ipotizzata in tempi ormai lontani.

Attendiamo, quindi, stessi atti concludenti anche dal MIUR per quanto riguarda la ferma negazione di qualsiasi validità del titolo di laurea rilasciato ad Enna e contestualmente rinnoviamo l’invito a tutte le persone di buona volontà di trovare soluzioni ad un problema che rischia solo di avvilire la formazione dei nostri professionisti a vantaggio di iniziative speculative che certamente non hanno a cuore una vera tutela della salute dei cittadini e la correttezza dei percorsi formativi.

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