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30 anni di futuro, così si riparte tra pochi giorni a Montesilvano

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Massimo Maculan, Presidente Antlo.
Lab Tribune

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mar. 24 settembre 2013

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L’Associazione nazionale titolari di laboratorio odontontotecnico (Antlo) il 27 e 28 settembre riprenderà la sua attività culturale dopo la pausa estiva con il Congresso nazionale che si svolgerà a Montesilvano Lido, Palacongressi d’Abruzzo, nella stessa sede dello scorso anno. Quest’anno il Congresso festeggia un compleanno importante: 30 anni. Alla vigilia dell’evento ne parliamo con il presidente Massimo Maculan.

Lab Tribune: Contento di presiedere il 30° Congresso, e quale responsabilità sente?
Massimo Maculan: Trent’anni di storia odontotecnica, trent’anni di grandi relatori, trent’anni di futuro anticipato. A molti sembra impossibile essere giunti a un numero così grande, una cifra così importante. E quante relazioni significanti si sono succedute in questi anni! Io, vista la mia età, sono riuscito, per mia enorme fortuna, a partecipare come spettatore a un numero notevole di manifestazioni congressuali nazionali Antlo. Ricordo di alcune, tecnologicamente avanzate, in collegamento verso sedi lontane, in diretta da laboratori non proprio dietro l’angolo della fiera che ci ospitava. Altre sviluppate in diretta da laboratori pre-allestiti alle spalle della zona palco.

Antlo è l’unica associazione odontotecnica ad avere una propria congressualità rinnovata negli anni. Una congressualità tenuta in piedi annualmente anche durante i momenti duri o bui che hanno toccato il nostro settore e i nostri laboratori. Sia chiaro che questo non è un momento facile, ne sono consapevole, ma sono molto fiducioso di ciò che attende i colleghi che sono pronti al futuro che è proprio lì, a un passo da noi.

Perché Montesilvano per la seconda volta? Per replicare il grande successo dello scorso anno?
Un anno fa, all’indomani della “prima” a Montesilvano in molti si sono meravigliati delle oltre 700 presenze e anche dalle vostre pagine partivano ipotesi sui numeri di questo trentesimo anniversario. Sempre lo scorso anno, da questo palco, ho esternato un sogno: se ogni partecipante presente avesse portato un amico, raccontandogli la bellezza e gli interessanti giorni di Montesilvano, la partecipazione raddoppiata avrebbe portato a numeri di presenza inaspettati.

La scelta di Montesilvano comunque parte dalla logistica e dall’alta disponibilità organizzativa di questo luogo. La nostra Antlo è una associazione nazionale che abbraccia tutti i colleghi italiani e questa terra di amici, nel mezzo d’Italia, è il ponte ideale tra nord e sud.

Facendo un bilancio dal suo punto di vista, quali sono stati gli eventi e i cambiamenti salienti della professione odontotecnica dell’ultimo anno?
Quello trascorso è stato un anno di grande lavoro delle associazioni odontotecniche. Importante senza dubbio l’operatività a contrasto dell’attuale crisi da parte del Tavolo del Dentale, l’organismo che riunisce le associazioni del nostro comparto dentale. Abbiamo poi vissuto un moto di fermento per il popolo odontotecnico che ha visto da vicino, per l’ennesima volta, l’agognato profilo. Purtroppo il tempo non ci ha dato ragione e per l’ennesima volta tutto si è risolto con un nulla di fatto. Mai come questa volta avevamo sentito un Ministro della salute così concorde con noi sull’importanza di definire finalmente la figura dell’odontotecnico. La sua determinazione ci ha veramente caricati e dato la speranza di riuscire ad arrivare a mettere un pesante tassello sull’iter che da anni le associazioni, a ritmi alterni e a geografie variabili, tentano di portare a casa.

Tutto si è fermato però per mancanza di tempo utile alla discussione a livello Assessorati alla Sanità regionale, dove ha prevalso l’interesse di fermare il dibattito e rimettere tutto in discussione con la successiva compagine governativa.

È stato anche un anno di lavoro del Coordinamento Nazionale Permanente

Per l’odontotecnico è stato senza dubbio un anno economicamente pesante, che ha visto troppi colleghi a malincuore chiudere le proprie attività. Ma anche un anno di crescita per quei colleghi che hanno saputo rivedere il modello organizzativo della propria impresa odontotecnica e a quanti hanno saputo guardare con fiducia alle nuove tecnologie messe a disposizione in un anno dove la digitalizzazione in protesi ha avuto una crescita esponenziale.

Le ripetiamo una domanda del passato: perché un padronato come l’Antlo, a differenza di altri nel settore dentale, svolge un evento prettamente scientifico e non politico?
Perché il congresso scientifico è questo, rispondo con il titolo di quest’anno: Trent’anni di futuro. Da tanti anni i relatori di Antlo insegnano agli odontotecnici italiani la produzione dei dispositivi medici su misura, il congresso scientifico nazionale da sempre insegue questa mission.

Per noi è stato fondamentale, in un tempo successivo, far scuola su come vendere il dispositivo medico prodotto; in un secondo momento, con il recepimento della direttiva europea 93/42, abbiamo poi iniziato a insegnare come difendere, in caso di contenzioso, il dispositivo da noi stessi prodotto in qualità di fabbricanti.

Ma a breve un grande evento politico, di cui molti sentono una reale necessità, verrà da sé. Devo anche sicuramente far notare che da ora Antlo sarà ancor più vicina ai propri associati in virtù del collegamento a Casartigiani messo ormai a regime, ponendoci altresì in linea con le altre associazioni facilitandoci gli accessi ai mutui, i finanziamenti ai bandi e con una erogazione ancora più ampia di servizi.

Ci sembra di cogliere in alcune relazioni che per gli interrogativi di maggiore attualità, quali il ruolo tra passato e presente del laboratorio o l’uso delle tecnologie CAD/CAM, ci siano delle risposte sul piano tecnico-scientifico.
In qualità di congresso scientifico annuale vogliamo affrontare e guidare i colleghi nelle scelte quotidiane, andando anche ad analizzare le potenzialità delle varie sistematiche di laboratorio inserite, appunto, nella quotidianità produttiva. E così, durante le relazioni, oltre a parlare di ceramiche, stratificazioni ed estetica si affrontano passaggi che trattano delle cosiddette “nuove tecnologie” che ormai, come ben sappiamo, nuove non sono. Sono metodiche di lavoro che da anni sono entrate nei nostri laboratori per aiutarci a produrre e risparmiare fasi di lavoro manuale.

Negli anni i risultati a cui siamo giunti, nell’utilizzo digitale, hanno portato alla soddisfazione reale dei requisiti di precisione richiesti dai nostri dispositivi. Lo sviluppo e la taratura dei sistemi, nelle mani del tecnico, porta a risultati pressoché sovrapponibili al metodo tradizionale. La valutazione successiva che giunge è quella sul piano economico, perché spesso risulta più vantaggiosa in termini di costo una lavorazione automatizzata anziché quella manuale. Capitolo a parte si apre nei termini di versatilità di utilizzo di materiali, perché un’ampia scelta è messa a disposizione di noi odontotecnici. Solo a noi spetta, nell’applicazione delle conoscenze che quotidianamente esprimiamo nel nostro lavoro, trasporre i passaggi nella produzione digitale che vediamo sempre più presente nei nostri tavoli di lavoro.

Quest’anno a un’intensa attività culturale, avete affiancato di nuovo la vostra rivista scientifica Il nuovo laboratorio odontotecnico.
Anche questa è stata una scommessa su cui abbiamo, da subito, puntato come gruppo dirigente entrante. La rivista Antlo è un patrimonio di noi odontotecnici. L’aggravio delle spese di stampa e spedizione negli anni avevano reso difficile l’uscita, non solo del Nuovo Laboratorio Odontotecnico ma anche di altre testate cartacee. Oggi queste difficoltà sembrano ben superate, di conseguenza i mezzi sostitutivi, come internet e le newsletter digitali, sono rimasti affiancati alla cara, storica, versione, quella che si può toccara con mano. Chiaramente tutti i mezzi informativi per arrivare a comunicare rapidamente con i colleghi vanno utilizzati e mantenuti, rimangono in nostro utilizzo. Ma l’articolo di tecnica, quello che puoi sfogliare, aprire e consultare proprio lì, in mezzo ai modelli e le cassette dei lavori è tornato a farci compagnia. Le foto del collega che in sequenza da sole spiegano a noi tecnici dei chiari passaggi e dei risultati da perseguire credo ci accompagneranno negli anni perché Antloformazione, ben sappiamo, racchiude il fior fiore degli odontotecnici italiani.

Siamo sicuramente tornati a mettere a disposizione qualcosa che, quando giunge in laboratorio, i colleghi accolgono con piacere e per noi è altrettanto un piacere entrare nei loro luoghi di lavoro e condividere, con loro, le giornate lavorative.

L’ultima ma principale domanda per concludere. Chi sono oggi gli odontotecnici italiani secondo Massimo Maculan?
Sicuramente questa è una domanda a cui è difficile rispondere con poche righe a disposizione, probabilmente neppure un evento come quello politico annunciato in precedenza potrebbe dare una risposta completamente esaustiva.
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Io credo che un odontotecnico oggi sia, per suo interesse e formazione personale, un imprenditore, una persona con cognizioni che spaziano dalla chimica alla fisica, dalla tecnologia all’ingegneria, passando per la biomeccanica e la gnatologia con un buon bagaglio di nozioni di informatica e medicina legata all’apparato masticatorio. Un odontotecnico si può trovare di fronte a qualsiasi problematica quotidiana o necessità di lavoro o emergenza e saprà riparare, modificare o risolvere il tutto nel migliore dei modi possibile.
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Nel loro essere artisti, purtroppo una cosa gli odontotecnici non hanno raggiunto da tanti, troppi anni: una definizione della propria identità professionale. Questa, a oggi, per interessi di parte e tristi festeggiamenti a ogni stop, ancora stenta a essere ufficialmente riconosciuta.
La cosa che poi suona come una presa in giro è la solita dichiarazione del tipo “si… ma voi… in fondo in fondo professionisti lo siete già”.

Non bastano le ragionevoli convinzioni universalmente dichiarate che sia arrivato il tempo di definire finalmente il profilo professionale dell’odontotecnico, di stabilirne in maniera chiara il percorso formativo, di dire finalmente chi siamo.

Siamo in un grande momento di transizione e la velocità con cui la nostra professione si evolve già da sola rischia di vederci cambiare ruolo ancora prima che questo sia acclarato. Lo vediamo entrando nei nostri laboratori al mattino, non andiamo più come prima cosa in sala fusione a vedere se il forno è in temperatura per la fusione ma accendiamo il computer.

Controlliamo per prima cosa la posta elettronica, vediamo se il file è partito o se il modulo CAM, laddove c’è, ha lavorato con precisione in nostra assenza.

Molti di noi viaggiavano già con l’agenda dove segnavano le assenze dal laboratorio per collaborare alla finalizzazione protesica di dispositivi medici su misura confezionati per l’applicazione conseguente a un intervento di carico immediato. Altri ora ti dicono che quel martedì usciranno dal laboratorio per passarlo all’interno di uno studio dove costruiranno e finalizzeranno degli elementi progettati e fresati lì, direttamente, dei veri gioiellini realizzati grazie alla conoscenza e preparazione della mano esperta dell’odontotecnico. Però per carità! Che si faccia! Ma non si parli di odontotecnico presente in studio!

Come puoi distinguerlo da... un abusivo?!?
In fondo in fondo anche “la famosa prova di congruità” sembra che, un bravo odontotecnico, riuscì a farla direttamente sul modello in gesso, guardando da lontano il paziente e spingendo… spingendo.
L’odontotecnico oggi è importante. L’odontotecnico oggi può fare la differenza e può avere un grande futuro. Ma dobbiamo tutti noi, assieme, all’interno delle associazioni, oltre a raggiungere la professione, dobbiamo difenderla. Difendere e salvaguardare il nostro spazio professionale.

L'intervista è stata pubblicata sul numero 3 di Lab Tribune 2013.

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