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Studio giordano analizza l’uso del propranololo tra studenti di medicina e odontoiatria

Un nuovo rapporto di ricerca ha evidenziato che una quantità significativa di uso di propranololo tra gli studenti di odontoiatria avviene in modo non regolamentato e spesso senza prescrizione (Immagine: peopleimages.com/Adobe Stock).

AMMAN, Giordania: Il passaggio dall’università al mondo professionale è, per molti studenti, un percorso carico di tensioni. La pressione psicologica legata al successo, sia essa di origine interna o esterna, può avere effetti profondamente negativi sul benessere dello studente, portando ad ansia, depressione e stress prolungato. Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Giordania ad Amman ha evidenziato che, mentre alcuni studenti cercano di ristabilire l’equilibrio attraverso l’attività fisica e una dieta sana, altri ricorrono a soluzioni di tipo chimico.

Condotto nel dicembre 2024, il sondaggio trasversale ha coinvolto 584 studenti - 418 di medicina e 166 di odontoiatria - e ha analizzato le modalità di utilizzo del propranololo, gli effetti collaterali riportati, le motivazioni e la consapevolezza dei potenziali rischi. Lo studio, guidato dalla Dr.ssa Hana Taha, professoressa associata di sanità pubblica globale, ha rilevato che il 9,9% degli studenti universitari di medicina e odontoiatria fa uso di propranololo - un beta-bloccante non selettivo - principalmente per gestire l’ansia da esame. Il farmaco è stato per lo più reperito senza prescrizione, direttamente in farmacia, tramite amici o familiari, e il suo utilizzo è stato raccomandato soprattutto da coetanei. Nonostante il 74,1% degli intervistati fosse consapevole dei pericoli legati all’uso non supervisionato, il 58,6% degli utilizzatori ha assunto il farmaco senza prescrizione medica.

Le principali motivazioni riportate includevano la riduzione dell’ansia (65,5%) e l’alleviamento dello stress da esame (60,3%), e il 60,3% degli utilizzatori ha dichiarato di aver percepito un miglioramento del rendimento accademico. Tuttavia, il 36,2% ha riferito effetti collaterali come vertigini e affaticamento.

Studi analoghi in Arabia Saudita hanno riportato tassi di prevalenza ancora più elevati: il 29,9% presso la King Saud bin Abdulaziz University for Health Sciences e il 22,4% presso la King Saud University, entrambe a Riyadh.

Il propranololo è ampiamente utilizzato per il trattamento dell’ipertensione, delle aritmie, dell’emicrania e dell’ipertiroidismo. Sebbene attraversi la barriera emato-encefalica e produca effetti ansiolitici, non è approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti per la gestione dell’ansia.

Gli autori hanno sottolineato l’urgenza di riforme curriculari per educare gli studenti di medicina e odontoiatria sui rischi dell’autoprescrizione di beta-bloccanti. Hanno inoltre auspicato un potenziamento dei servizi di supporto psicosociale per promuovere strategie di gestione dello stress più sane.

Quali sono i prossimi passi? Le limitazioni dello studio includono l’uso di un campionamento per convenienza da un’unica università, un disegno trasversale e la possibilità di bias derivanti dall’autodichiarazione. Tuttavia, lo studio mette in luce una tendenza preoccupante all’automedicazione, evidenziando la necessità di ricerche prospettiche e multi-istituzionali.

Lo studio, intitolato “Inappropriate use of propranolol among medical and dental students at the University of Jordan: Cross-sectional study”, è stato pubblicato online il 9 maggio 2025 sulla rivista Frontiers in Medicine.

 

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