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Sensibilità dentinale: voce ai giovani esperti

Il dr. Giulio Pavolucci e la dr.ssa Francesca Zotti.

mer. 8 ottobre 2014

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L’ipersensibilità dentinale viene definita come una “sensazione di dolore, breve e intensa, evocata da stimoli fisici o chimici non riconducibili ad altre patologie dentali”. Si manifesta come un dolore evocato da stimoli termici, tattili, osmotici o chimici in assenza di altre patologie odontostomatologiche.

L’attrito, l’erosione e l’abrasione riescono a rimuovere lo smalto o il cemento creando, di fatto, un contatto tra ambiente esterno intraorale e tessuto pulpare dentale. Particolarmente soggetti a tale patologia sono i pazienti sottoposti a scaling profondo, root planing e chirurgia parodontale. Addy nel 2002 ha pubblicato uno studio nel quale attesta che la percentuale di pazienti che riferisce esperienze di ipersensibilità dentinale supera il 50%, mentre altri autori riportano valori dall’8% al 30% in pazienti dai 25 ai 45 anni. Abbiamo incontrato il dottor Giulio Pavolucci e la dottoressa Francesca Zotti, due giovani ricercatori rispettivamente dell’Università di Siena e dell’Università di Brescia, che ci hanno parlato della loro esperienza clinica nella soluzione dell’ipersensibilità dentinale.

Ipersensibilità dentinale: un giovane ricercatore su cosa basa le proprie scelte rispetto a soluzioni e trattamenti da adottare?
Dr. Pavolucci – Le scelte operative sono basate sulla letteratura scientifica, ma anche sulla pratica quotidiana. Sempre più spesso i pazienti richiedono rimedi veloci, efficaci e poco invasivi per il problema dell’ipersensibilità dentinale; sta all’odontoiatra saper scegliere la soluzione più adatta alla situazione tra quelle preposte dall’evidence based dentistry.
Dr.ssa Zotti – Ciò che inizialmente interessa è la sintomatologia clinica del paziente. Ciò che egli ci riferisce va poi corroborato con un’accurata anamnesi e un esame obiettivo. Individuare le cause di questa patologia è essenziale per poterla minimizzare e risolvere, utilizzando presidi professionali alla poltrona e consigliando mantenimenti domiciliari assolutamente necessari.

Quanto è importante conoscere e saper gestire l’ipersensibilità dentinale nell’approccio con il paziente?
Dr. Pavolucci – L’ipersensibilità dentinale è un problema molto diffuso e molto spesso sottovalutato; possiamo andare dai casi più lievi, nei quali costituisce un ostacolo alle normali terapie odontoiatriche (in primis l’igiene professionale), a casi decisamente più importanti, con dolori che ostacolano la vita quotidiana del paziente. Anche nei frequenti casi di pazienti odontofobici, rappresenta un grande ostacolo alla collaborazione. Diagnosticare l’ipersensibilità dentinale diventa sempre più importante, così come saper scegliere la terapia migliore per il paziente e saperlo guidare nel corretto mantenimento con i prodotti domiciliari.
Dr.ssa Zotti – La conoscenza dello spettro di segni e sintomi di questa patologia è essenziale. I nostri pazienti spesso riferiscono di sentire molto dolore e ciò li allontana dalle procedure odontoiatriche, anche semplici, che per loro sono causa di sofferenza. Evitare che il dolore si ripresenti alla poltrona e istruirli alle corrette procedure domiciliari e ai prodotti indicati è di fondamentale importanza per non far allontanare il paziente dalle cure odontoiatriche anche routinarie.

Come si può gestire l’ipersensibilità dentinale?
Dr.ssa Zotti – Fino ad oggi l’ipersensibilità dentinale è stata curata per mezzo di prodotti capaci di desensibilizzare le terminazioni nervose e quindi di diminuire la sensazione dolorosa da esse trasmessa. Un prodotto innovativo come Pro-Argin® di elmex (GABA), invece, ha la capacità di sigillare i tubuli dentinali scoperti e di ricreare una morfologia simile a quella naturale, dove gli stimoli termici, meccanici o chimici non arrivano neppure alle terminazioni nervose. Questo prodotto rivoluziona così sia i trattamenti professionali sia il mantenimento domiciliare.

Esiste una solida evidenza scientifica sui principi attivi in commercio?
Dr. Pavolucci – Il tema dell’ipersensibilità dentinale è stato ampiamente trattato in letteratura; cercando “dentin hypersensitivity” su PubMed si ottengono ad oggi 2913 risultati. Cercando invece “dentin hypersensitivity arginine” i risultati sono 64. In uno studio multicentrico del 2013 si evidenzia una maggiore efficacia dell’arginina comparata ad altri prodotti; in una revisione della letteratura, inoltre, viene dimostrata la superiorità di materiali contenenti arginina comparati con placebo e con altri prodotti non contenenti arginina. A questi dati si uniscono gli ottimi risultati facilmente riscontrabili nella pratica clinica quotidiana.

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