Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Pittsburgh mira a fornire un quadro più dettagliato e completo del disturbo temporomandibolare rispetto a quanto mai ottenuto finora (Immagine: muhamed/Adobe Stock).
PITTSBURGH, USA: Una nuova iniziativa di ricerca da 17 milioni di dollari, guidata dall’Università di Pittsburgh, è destinata a rivoluzionare la comprensione e il trattamento del disturbo temporomandibolare (TMD). Finanziato dal National Institute of Dental and Craniofacial Research degli Stati Uniti, il progetto quinquennale – il Collaborative for Research to Advance TMD Evidence – rappresenta il più grande sforzo coordinato mai realizzato per studiare il dolore cronico associato al TMD.
Nonostante decenni di studi, i meccanismi alla base del dolore associato al disturbo temporomandibolare (TMD) rimangono ancora poco chiari, e i risultati dei trattamenti sono spesso contrastanti. Come riportato da Dental Tribune International, ricerche recenti hanno evidenziato che il TMD colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini e che la sua prevalenza potrebbe essere in aumento. Indagare l’eziologia di questo disturbo rappresenta quindi un impegno di grande attualità.
Il progetto dell’Università di Pittsburgh è guidato dal dottor Alejandro Almarza, professore associato di scienze orali e craniofacciali presso la scuola di odontoiatria dell’università, e dal dottor Michael Gold, professore di neurobiologia presso la facoltà di medicina. Verrà raccolto e analizzato un ampio ventaglio di dati biologici, neurologici e psicosociali da 1.000 persone affette da TMD e 300 soggetti di controllo senza dolore, distribuiti su cinque centri di ricerca nazionali. Lo studio comprenderà imaging cerebrale, sequenziamento dell’RNA, profilazione epigenomica e proteomica, oltre ad analisi del microbioma, offrendo un’intuizione senza precedenti sui complessi meccanismi del dolore cronico mandibolare.
Parlando della ricerca in un comunicato stampa dell’università, il dottor Almarza ha dichiarato: «È la prima volta che possiamo reclutare così tanti pazienti con disturbi temporomandibolari e
Il dottor Alejandro Almarza e il dottor Michael Gold dell’Università di Pittsburgh (Immagine: Rayni Shiring).
cercare di comprendere la loro condizione di dolore». Il professor Gold ha spiegato che il progetto adotta «una visione integrata e globale del problema, che aggiunge complessità sia nei fattori che influenzano la manifestazione della sindrome dolorosa, sia nel suo trattamento.»
La ricerca si basa su studi precedenti, in particolare sullo storico progetto Orofacial Pain Prospective Evaluation and Risk Assessment, ampliando l’attenzione dall’identificazione di chi sviluppa il disturbo temporomandibolare alla comprensione della natura e della persistenza del dolore cronico. I dati raccolti permetteranno una caratterizzazione dettagliata dei pazienti, contribuendo all’individuazione di biomarcatori utili a guidare approcci terapeutici personalizzati e a migliorare i risultati clinici.
Attraverso il perfezionamento dei modelli preclinici e l’individuazione di collegamenti causali tra fattori biologici e ambientali, lo studio mira a sviluppare terapie più efficaci e personalizzate. L’approccio collaborativo è fondamentale, considerando la relativa rarità e la diversità delle condizioni legate al disturbo temporomandibolare. Il progetto pone inoltre un forte accento sull’educazione e la formazione, integrando studenti di odontoiatria e medicina in attività di ricerca pratica e nello sviluppo del curriculum, al fine di trasferire le nuove scoperte nella pratica clinica.
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