Tra le numerose variabili che stanno trasformando il rapporto tra odontoiatra e paziente c’è sicuramente l’alfabetizzazione sanitaria, con cui si intende l’insieme delle «abilità cognitive e sociali che motivano gli individui e li rendono capaci di accedere, comprendere ed utilizzare le informazioni in modo da promuovere e preservare la propria salute» (Nutbeam, 1998).
In pratica, essere alfabetizzati consente di:
- Trovare le informazioni su temi sanitari e servizi;
- Comprendere quelle di natura sanitaria;
- Valutarle per credibilità e qualità;
- Esprimere con chiarezza domande e opinioni.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera l’afabetizzazione capace di incidere positivamente sull’empowerment, cioè sul «processo di crescita, sia dell’individuo sia del gruppo, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione, che consente all’individuo stesso di conoscere ed esprimere il suo potenziale».
La letteratura scientifica mette in stretta relazione l’alfabetizzazione sanitaria col livello di salute della popolazione, facendo notare che a buoni livelli di conoscenza e consapevolezza corrispondono migliori livelli di salute e viceversa. In diversi paesi europei esiste da tempo la convinzione che un buon livello di informazione migliora la qualità di vita e riduce i costi sanitari. Per questo motivo sono molto comuni programmi educativi per i cittadini.
Il desiderio di informarsi sulla salute fino a qualche anno fa veniva soddisfatto esclusivamente dai mezzi di comunicazione tradizionali come riviste, giornali, radio e televisione, ma l’avvento della Rete ha offerto la possibilità di svolgere un ruolo attivo nella ricerca e reperire uno smisurato numero di risposte e informazioni. Uno studio realizzato dal Censis indica che il 32,4% degli italiani utilizza Internet per ottenere notizie sulla salute e, di questi, il 90,4% effettua ricerche su specifiche patologie, il 58,6% cerca medici e strutture cui rivolgersi.
In questa situazione creatasi nel giro di pochi anni, gli odontoiatri si trovano spesso a confrontarsi con pazienti sempre più informati che esprimono indicazioni sugli orientamenti terapeutici e desiderano partecipare alla pianificazione del percorso di cura. Il tempo per adattarsi a questa condizione del tutto nuova è stato davvero esiguo e la velocità di questa trasformazione ha spiazzato soprattutto i professionisti con più anni di anzianità alle spalle.
Ci si domanda spesso se questa tendenza, evidentemente irreversibile, rappresenti un ostacolo o una possibile opportunità di miglioramento nella relazione. Continuando a ripetere che “un tempo era meglio e i pazienti erano diversi” non si fanno passi avanti e non si mette in campo quella flessibilità che deve essere dote indispensabile di chi si prende cura delle persone.
È necessario comprendere che le convinzioni che il paziente si è creato fanno ormai parte della sua realtà e che è necessario confrontarsi. Con esse. Reazioni da parte dell’odontoiatra come sminuire, fare sarcasmo, minimizzare, tranquillizzare bonariamente o mostrare un comportamento direttivo, producono l’unico risultato di alzare barriere nella comunicazione.
L’atteggiamento più efficace dovrebbe essere invece quello di raccogliere informazioni precise su quanto il paziente sa e su come ha acquisito le notizie, valorizzando il suo sforzo di conoscenza e guidandolo in una ricerca sulla Rete più consapevole e mirata, per non creare convinzioni distorte e irreali.
La relazione tra odontoiatra e paziente sta cambiando e moltissimi studi dimostrano come da un rapporto più paritario ed efficace derivino l’aumento dell’aderenza ai trattamenti e la diminuzione dei contenziosi medico-legali. Sta a noi adattarci ai tempi che cambiano e iniziare a parlare lo stesso linguaggio delle persone.
Questi argomenti saranno trattati durante il congresso "Trasformare lo studio odontoiatrico in un’impresa di successo_2" che si terra a Marina di Carrara dal 21 al 22 settembre 2018. Scarica QUI la brochure provvisoria.
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