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Sono molti i dentisti che durante la propria attività effettuano prestazioni gratuite, anche per assistere persone socialmente deboli. Ma dal punto di vista fiscale, come ci si deve comportare? Se lo chiede l’ANDI in una nota emessa di recente, richiamando la richiesta fatta dall’Ordine dei Medici di Torino all’Agenzia delle Entrate, in particolare per la stesura di certificati a persone indigenti.
Ricordando che le prestazioni sanitarie sono esenti IVA – sottolinea l’ANDI– l’Agenzia delle Entrate precisa che l’esenzione è solo per le prestazioni erogate a seguito di un corrispettivo economico e questo comporta che i materiali utilizzati per erogare una prestazione gratuita (per esempio il costo del dispositivo protesico fatturato dal laboratorio odontotecnico) non possono essere detratti come spesa.
In caso di prestazione gratuita si consiglia inoltre di far firmare al paziente una dichiarazione nella quale si attesta che la prestazione è resa gratuitamente, anche se, in caso di verifica – puntualizza l’ANDI – gli organismi preposti al controllo potranno comunque accertare l’esatta natura delle operazioni poste in essere.
«Noi dentisti offriamo spesso prestazioni gratuite a pazienti particolarmente indigenti rivelando a pieno la nostra natura di medici, e onorando la nostra missione, quella di curare le persone» è il commento del Presidente Nazionale, Gianfranco Prada. «Anche il nostro Codice di Deontologia medica, all’art. 54, evidenzia che il medico può effettuare visite e prestare gratuitamente la propria opera chiarendo che la pratica non deve avere un fine commerciale né deve costituire concorrenza sleale o finalizzata ad illecito accaparramento della clientela».
La precisazione è chiaramente riferita, ça va sans dire, alla pratica di alcuni centri odontoiatrici che promuovono, verso i nuovi pazienti, visite gratuite o “prestazioni civetta”. «Pratica da condannare – ammonisce Prada – non solo perché può creare concorrenza sleale ma perché sminuisce agli occhi del cittadino, la visita odontoiatrica, presentandola come pratica poco importante che può perfino essere regalata. La visita è un importante atto medico – ricorda Prada – da sostenere con accuratezza, impiegando il tempo e le conoscenze che negli anni si sono acquisite con impegno e studio ma soprattutto da promuovere verso i cittadini come primo atto di prevenzione».
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