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ANDI: Prada e il suo Esecutivo rieletti a Roma con il 90 per cento dei suffragi

Foto: Prada e il suo Esecutivo

mar. 3 giugno 2014

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Si tratta della prima volta nella storia dell’ANDI: nessuna opposizione, nessuna candidatura alternativa a ostacolare uno sviluppo paradossalmente più che favorevole in tempi di crisi conclamata.

Quanto è avvenuto durante l’elezione del Presidente e dell’Esecutivo nazionale dell’ANDI, all’Hotel Parco dei Principi di Roma, venerdì 30 e sabato 31 maggio, appartiene alla cronaca. Ma il fatto che sia stato rieletto in blocco l’intero Esecutivo, Presidente in testa, appartiene alla storia, non quella con la S maiuscola ma a quella dell’ANDI. È la prima vota nella vita dell’Associazione che si verifica una convergenza di consensi così ampia, “bulgara”, su un Esecutivo che ha compiuto il mandato quadriennale. E non è poco, considerando l’italica frequenza di scissioni, spaccature, frazionismi che travagliano il panorama politico come l’associazionismo medico: basterebbe ricordare le sigle che costellano oggi il firmamento di sodalizi medico-scientifici e non, o rievocare la precedente elezione con candidato Presidente assai combattivo. Ma di avversari e altri candidati, stavolta, nemmeno l’ombra.

Abbiamo usato il termine associazionismo per l’ANDI, ma non è corretto, perché al di là della dizione formale, l’Associazione Nazionale dei Dentisti rivendica, e con orgoglio, la sua natura di sindacato proteso verso la salvaguardia e l’affermazione dei diritti della categoria. Il documento “politico” letto dal neopresidente rieletto Prada, infatti, ha lo spessore di un programma “interno” rivolto non solo agli associati (il che sarebbe abbastanza comprensibile) ma anche all’esterno, verso quegli interlocutori con cui si è già dovuto (e si dovrà) misurare: politici, pubblica amministrazione, igienisti e anche gli ASO, giunti alla vigilia di un riconoscimento giuridico dopo tanti anni (vedi l’articolo dedicato all’AIASO e alla sua tenace Presidente). «Nel rispetto delle norme costituzionali e della legislazione vigente ‒ dice un passaggio esplicito della Relazione ‒ l’ANDI intende perseguire il ruolo della rappresentanza politica ed economica della professione anche in futuro, in unità di intenti con tutto il comparto odontoiatrico» sull’onda del suo sviluppo d’immagine e associativo (gli iscritti continuano ad aumentare) che contrasta paradossalmente con una crisi che non cessa di mordere.

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Talmente vasto è l’universo dei punti trattati dalla relazione Prada che lo spazio tiranno non consente di prenderli tutti in considerazione. Limitandosi a quelli più sentiti dalla categoria, appare evidente come i giovani stiano molto a cuore all’ANDI, almeno a giudicare dalla frequenza con cui vengono citati nella relazione: giovani e università, nei tirocini, nell’avvio alla professione, destinatari di benefits, sollecitati all’impegno sindacale, ad assumere cariche associative. Ma oltre ai giovani, centrale appare anche, quale coordinatore del team, la figura del dentista in sé che mal si concilia con la pretesa degli igienisti di esercitare “al di fuori”. Sempre più centrale grazie alla progressiva “medicalizzazione dell’Odontoiatria”, come l’ha definita Prada, ossia potenzialmente in grado di effettuare diagnosi precoci di patologie sistemiche o originate in altri distretti corporei o di indicare corretti stili di vita.

Nell’articolata relazione interviene anche un richiamo al rafforzamento dell’attività locale attraverso il “Nuovo Progetto Periferia” ANDI, con la creazione di “ANDI Points”, il proseguimento dell’azione di lobby, la sinergia con le CAO, il costruttivo confronto col Ministero della Salute, il perseguimento della qualità formativa, la programmazione d’accesso alla professione, la sinergia con Confprofessioni e altri sindacati medici, la salvaguardia della previdenza, ossia dell’Enpam, definito “salvadanaio sicuro” che però va difeso.

Altri punti sono una maggior attenzione ANDI alla previdenza integrativa, il recepimento delle normative internazionali, presenti ormai nell’ordinamento italiano per l’80%, accordi con associazioni straniere consorelle e la rappresentanza in organismi internazionali. Infine, un progetto di “Nuova editoria associativa” la creazione di un’ANDI Holding, lo sviluppo di un nuovo sistema di comunicazione, di una rete di consulenze qualificate, fino al sostegno convinto alla propria Fondazione per rafforzare l’attività sociale, forti dello slogan: “Il dentista che esce dal proprio studio, va verso il paziente”. «Gli anni che ci aspettano non saranno certo facili – conclude la sua lettura Prada ‒ e pesanti gli impegni che tutti insieme oggi prendiamo nei confronti dei soci e della professione», ma, senza indulgere nell’ottimismo, il sindacato ANDI, attraverso il suo neo Presidente rieletto, ribadisce lo slogan: “Diamo forza alle scelte che ci fanno crescere”.

Il “nuovo” Esecutivo ANDI
Gianfranco Prada Presidente, Mauro Rocchetti (Vicepresidente Vicario), Massimo Gaggero e Aldo Nobili (Vicepresidenti), Stefano Mirenghi (Vicepresidente eletto dal Consiglio delle Regioni), Gerardo Ghetti (Tesoriere), Nicola Esposito (Segretario), Alberto Libero (Segretario Sindacale), Carlo Ghirlanda (Segretario Culturale).
 

Scarica qui il programma del 30 - 31 maggio

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