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Per mancanza di prove certe ancora poco chiaro il legame tra la salute orale e stato cognitivo

Una scarsa igiene orale è un problema comune tra i pazienti anziani, costituendo un possibile fattore di rischio nello sviluppo dell’Alzheimer. (Foto: SFAM foto/Shutterstock)
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mer. 20 aprile 2016

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DURHAM (USA). Diversi studi hanno suggerito che una buona igiene orale e visite dentistiche regolari possano influire con l’avanzare dell’età sul rallentamento del declino cognitivo. Tuttavia, l’associazione tra salute orale e la capacità cognitive non è ancora del tutto chiara. Una revisione sistematica, condotta presso la Duke University negli Stati Uniti e pubblicata di recente dimostra che non esiste una prova definitiva a supporto di tale teoria.

«L’evidenza clinica suggerisce che la frequenza dei problemi legati alla salute orale aumenta in modo significativo negli anziani con deterioramento cognitivo, particolarmente in quelli con demenza» dice. Bei Wu, gerontologo alla Duke School of Nursing. «Inoltre, molti dei fattori connessi ad una cattiva salute orale, come la cattiva alimentazione, le malattie sistemiche come diabete e malattie cardiovascolari, sono anche associati a una scarsa funzionalità cognitiva».

Wu ei suoi colleghi hanno analizzato 56 studi pubblicati tra il 1993 e il 2013. In alcuni risultava che alcune caratteristiche collegate alla salute orale, come ad esempio numero di denti, delle carie e presenza di malattia parodontale, erano legate all’aumento di rischio nel declino cognitivo o demenza, mentre altri non sono state in grado di confermare tale collegamento. Allo stesso modo, il declino non è stato costantemente associato a una maggior perdita dei denti o al numero di carie. È probabile – dicono i ricercatori ‒ che la contraddittorietà dei risultati si possa spiegare con i limiti del metodo di valutazione.

«Non ci sono prove sufficienti per sostenere che esiste un nesso causale tra le funzioni cognitive e la salute orale» conclude Wu. «Per future ricerche, è auspicabile che i ricercatori raccolgano un maggior numero di dati da campioni più ampi e rappresentativi, che usino valutazioni standard per misurare cognitività e stato di salute orale attraverso analisi più sofisticate».

La popolazione degli americani da 65 anni in su è destinata a raddoppiare entro i prossimi due decenni fino a circa 72 milioni di individui. Entro il 2030, gli anziani rappresenteranno circa il 20 per cento della popolazione degli USA e secondo le stime dei Centers for Disease Control and Prevention, oltre 16 milioni di essi soffrono di deterioramento cognitivo.

Intitolata “Association between oral health and cognitive status: A systematic review” la ricerca è stata pubblicata online il 1° aprile sul Journal of the American Geriatrics Society, prima di andare in stampa.

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