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Non si può semplicemente sostituire un odontotecnico con una macchina

I dottori Alessandro Agnini e Andrea Mastrorosa Agnini.
J. Battersby

J. Battersby

mar. 14 aprile 2015

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Intervista con i fratelli Agnini, dentisti e specialisti di spicco in protesi fisse, parodontologia, implantologia.

Durante l’evento IDEM di Singapore del 2014, i fratelli Andrea Mastrorosa Agnini e Alessandro Agnini hanno presentato una serie di conferenze sull’odontoiatria digitale e altrettanti corsi pratici sul flusso di lavoro digitale. I due odontoiatri erano tra i relatori di spicco al Dental Forum Odontotecnico, tenutosi per la prima volta all’IDEM di Singapore. Durante le pause dal loro intenso programma di conferenze e tavole rotonde aperte, i fratelli Agnini hanno risposto ad alcune domande sulle loro esperienze in Asia, sullo stato attuale dell’odontoiatria digitale, sul CAD/CAM, la stampa 3D e l’orientamento dello sviluppo futuro di queste tecnologie.

John Battersby – Avete osservato alcune differenze tra gli odontotecnici asiatici ed europei per quanto concerne la familiarità e l’adozione della recente tecnologia digitale odontoiatrica?
Dr. Andrea Mastrorosa Agnini – Non abbiamo avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con odontotecnici asiatici per ora, quindi non sappiamo quali tecnologie siano già in uso in Asia e quale il livello di pratica. Abbiamo osservato che vi è un massiccio e crescente interesse in tutti gli aspetti dell’odontoiatria digitale, non solo tra i tecnici, ma anche tra tutti i membri il team odontoiatrico moderno.
Dr. Alessandro Agnini – Sì, questo è il motivo per cui ci sono eventi come il Forum Odontotecnico a IDEM Singapore e altri eventi simili in tutta l’Asia, proprio come avviene in Europa e negli Stati Uniti. Eravamo qui a Singapore già nel novembre 2013 per la conferenza di CAD/CAM e ci torneremo quest’anno.

Che impressioni avete avuto dei partecipanti all’IDEM di Singapore? Noi asiatici abbiamo la reputazione di esser molto timidi quando si tratta di fare domande. Ne avete ricevute molte?
Dr. A. Agnini – In realtà, abbiamo ricevuto alcune domande dalla platea e attraverso il sistema di SMS che è stato utilizzato per il Forum Odontotecnico. Il pubblico può scrivere il testo della propria domanda e noi possiamo rispondere dopo la presentazione durante la sessione Q&A.
Dr. A. M. Agnini – Il sistema di SMS ha funzionato davvero bene perché la gente ci poteva chiedere qualsiasi cosa e spesso ci hanno fatto domande su argomenti che non abbiamo potuto approfondire nella presentazione o non erano inclusi, perché non eravamo sicuri ci sarebbe stato interesse da parte dei congressisti.

Si è ipotizzato che in Asia non si adottino ancora le tecnologie digitali, come avviene già in Europa e Stati Uniti, perché il costo del lavoro qualificato qui è ancora relativamente basso, quindi non si percepisce lo stesso risparmio nel sostituire i posti di lavoro degli odontotecnici con macchine digitali. Pensate sia vero?
Dr. A. M. Agnini – Non si può semplicemente sostituire un odontotecnico con una macchina. In Europa, e ovunque, abbiamo bisogno ancora di un odontotecnico che sia ben formato sull’utilizzo di tutte queste nuove tecnologie digitali. Il loro utilizzo all’inizio non è facile per nessuno. È necessaria un’importante quantità di formazione per fabbricare una protesi definitiva precisa, predicibile e della stessa qualità di quella ottenuta tramite protocolli e odontotecnici artigiani tradizionali. Il software può aiutare il clinico, l’odontotecnico e il paziente, ma da solo non può risolvere i problemi. È necessaria ancora una persona esperta dietro le macchine, per dire loro cosa fare.
Dr. A. Agnini – La macchina non sa cosa fare: non può vedere un restauro e capire dove abbiamo bisogno di più sostegno, o se un molare deve fare in questo modo o in un altro. Abbiamo bisogno di una persona con le competenze, le conoscenze e la formazione, che sappia decidere come modellare l’area interessata, se vogliamo raggiungere il risultato di restauri prevedibili a lungo termine.

Dunque un odontotecnico ben addestrato e competente in CAD/CAM è in grado di migliorare notevolmente la sua produttività.
Dr. A. Agnini – Questo è vero, uno dei vantaggi del CAD/CAM è che può accelerare la produzione. L’altro vantaggio per l’odontotecnico è che si possono ridurre le variabili senza ridurre la qualità. Il terzo vantaggio è standardizzare le procedure tra gli odontotecnici e dare risultati omogenei. Prima, in particolare per i grandi restauri, tutto dipendeva dalle manualità dell’odontotecnico, fondamentale nella produzione di restauri di alta qualità, ma con le nuove tecnologie, forse anche odontotecnici meno abili nella produzione tradizionale manuale possono produrre restauri di alta qualità.

Sono d’accordo sul fatto che l’odontoiatria digitale sia la via del futuro, non sembra ci siano obiezioni al riguardo. Tutti sono d’accordo che i primi due passi del processo, l’acquisizione di dati attraverso qualche forma di scansione e il CAD, sono essenziali. Ma quando si tratta del componente CAM, sembra ci sia una divergenza di opinioni. Uno dei relatori di IDEM Singapore, il dott. Rik Jacobs, sembra pensare che le stampanti 3D possono già far fronte al processo produttivo del laboratorio e, una volta che gli ultimi materiali biologicamente compatibili attualmente in fase di sviluppo siano stati testati e approvati, la stampa 3D sarà in grado di fare tutto, compresi gli impianti. Ritenete che la fresatura di precisione esisterà ancora per gli anni a venire?
Dr. A. Agnini – Non abbiamo molta esperienza con macchine da stampa 3D. Di sicuro, saranno una rivoluzione per la futura odontoiatria, per ora non credo che possano raggiungere la precisione ottenibile dalle fresatrici. Per il momento, penso che le fresatrici siano il gold standard difficile da superare.

Quando la scansione e le tecnologie CAD/CAM saranno migliorate e implementate, pensate che più dentisti, o almeno gli studi dentistici più grandi, cominceranno a fare più produzione in-house piuttosto che utilizzare laboratori esterni? E, se sarà così, che cosa possono fare i laboratori e gli odontotecnici per mantenere i propri clienti?
Dr. A. M. Agnini – Il processo di fresatura in-house è un tema caldo oggi in odontoiatria. Tutto deve iniziare e finire tenendo a mente la qualità del restauro finale, che deve sempre essere il fattore decisivo. Oggi il clinico ha la possibilità di organizzare il proprio lavoro come preferisce, ma fare tutto da soli è, a nostro avviso, qualcosa non del tutto conveniente o pratico. Diverso è se l’odontoiatra ha nella studio un team odontoiatrico ben addestrato che può gestire il flusso di lavoro digitale dall’inizio alla fine.
Tale gruppo dovrebbe includere un esperto odontotecnico, che si è dedicato allo studio e alla formazione relativa a tutte le ultime soluzioni digitali. Solo in questo modo il clinico sarà soddisfatto dal punto di vista della qualità raggiunta e, per quanto concerne il business, dal punto di vista economico. Un’altra soluzione è quella di collaborare con un laboratorio esterno esperto in grado di progettare, personalizzare e produrre gli elementi protesici. In questo modo, non si deve investire in costi relativi alla creazione di un laboratorio odontotecnico. In sintesi, da un lato, l’arte dell’odontotecnico non può essere sostituita dall’odontoiatria digitale: sarà ancora necessario lavorare con un odontotecnico, in-house o all’esterno, capace e in continuo aggiornamento sulla tecnologia. Dall’altra parte, se i laboratori odontotecnici vogliono mantenersi nel business, devono incorporare al loro interno le ultime soluzioni digitali, capire e investire in queste, e sapere come sfruttarle al massimo. Questo sarà l’unico modo per i laboratori odontotecnici per sopravvivere all’era dell’odontoiatria digitale.

All’IDEM a Singapore le parole d’ordine erano sicuramente “CAD/CAM” e “stampa 3D”, ma quali prevedete saranno le nuove parole d’ordine per il 2018?
Dr. A. Agnini – Penso che nel 2018 le parole d’ordine potranno essere “flusso di lavoro digitale completo”, cioè un processo digitale completamente predicibile; e “riabilitazione full-arch”. Oggi, è ancora troppo presto per gestire i casi complessi con lo scanner intraorale, l’errore in genere è ancora troppo grande.

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