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Winnipeg (Canada). Trattare la carie con SDF (argento diammina fluoro) potrebbe ridurre il numero di bambini da sottoporre a complessi interventi ai denti o ad anestesie totali. Odontoiatra e professore associato all’Università di Manitoba, Robert Schroth sta conducendo una ricerca su 35 bambini per provare l’efficacia dell’SDF nel combattere lo sviluppo di carie.
Liquido chiaro dall’elevata concentrazione d’argento e fluoro, l’SDF è stato approvato dal Canadian Department of Health a Febbraio 2017. L’utilizzo è molto semplice è anche più economico e veloce rispetto alle otturazioni convenzionali. Schroth dice che il trattamento potrebbe adattarsi a lattanti e bambini non ancora in grado di affrontare un’otturazione, senza dover ricorrere all’anestesia. Potrebbe anche esser utile a famiglie a basso reddito o persone che vivono in aree lontane dove la chirurgia dentale non è ancora a portata di mano, perché blocca l’avanzamento della carie finché non si possa ricorrere a cure più complesse.
«Giudico importante questa soluzione per bambini piccoli, difficili magari da gestire coi quali potrebbe essere arduo praticare una cura tradizionale alla poltrona» spiega Schroth. «Si può applicare in ambulatori comunitari frequentati soprattutto da soggetti con scarse possibilità economiche, magari privi di assicurazione. Senza un prodotto come l’SDF potrebbero infatti incorrere in gravi problemi finanziari».
Sebbene abbia molti vantaggi, l’SDF presenta un aspetto problematico: gli agenti chimici tingono di nero l’area trattata, anche se l’effetto visivo collaterale non rappresenta un deterrente per molti genitori con cui Schroth ha a che fare. Infatti la macchia nera residua dal trattamento con l’SDF assomiglia molto ad una carie non trattata. «Da ciò quanto abbiamo visto – dice – molti genitori sembrano accettare di buon grado tale soluzione consapevoli di non avere molte alternative»
Al momento, negli studi dentistici il trattamento non è ancora molto disponibile né coperto dalle assicurazioni private. Mentre l’SDF è in fase di certificazione presso il Non-Insured Health Benefits Program, Schroth sottolinea dal canto suo che occorre dare ai colleghi delle linee guida per stabilire in quali casi usarlo. La ricerca sta anche approfondendo il modo di prevenire la tinta nera.
Lo studio di Schroth è condotto in collaborazione con il Children’s Hospital Research Institute of Manitoba in Canada su circa 35 bambini al Mount Carmel Clinic and Access Downtown.
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