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Nasce a Verona SBU (Safe Biomaterials Use) per orientarsi nella giungla dei biomateriali

m.boc

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gio. 26 gennaio 2017

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Sto usando nel mio studio gli emocomponenti a norma di legge? Come posso fatturare l’osso umano di banca al paziente, senza incorrere nel reato di mercimonio? I consensi informati sull’uso dei dispositivi medici di origine biologica prevedono l’informativa sulle possibilità che ha poi il paziente di donare il sangue? Domande importanti che si pone soprattutto l’odontoiatra che utilizza biomateriali. Alla base dei suoi dubbi un semplice motivo: l’uso dei biomateriali soggiace a molteplici regole, frutto di diverse fonti normative comunitarie, nazionali e regionali, una giungla, dove è facile perdersi.

Ecco allora intervenire da Verona il servizio SBU (Safe Biomaterials Use), che risponda all’indirizzo e-mail biotech.advisor@libero.it), descritto dal suo fondatore, l’avv. Stefano Fiorentino, consulente dal 1977 anche in ambito internazionale per gli aspetti giuridici dell’uso di biomateriali.

«Il nuovo servizio – spiega – si rivolge essenzialmente al professionista che utilizza biomateriali di diversa origine (emocomponenti, dispositivi medici biologici, tessuti umani di banca, giusto per citarne alcuni) e vuole essere in regola per evitare sorprese. Non solo. La parte più innovativa che SBU propone sono visite ispettive con le stesse modalità di quelle effettuate dai carabinieri del NAS in modo da dare un riscontro materiale del servizio di assistenza». Effettuate direttamente presso lo studio odontoiatrico le ispezioni (della durata media di circa 4 ore) si concludono con la redazione di un verbale di ispezione (anch’esso su modello di quello dei NAS) dove vengono segnalate le anomalie o le non conformità emerse nel corso dell’audit e relative modalità di risoluzione.

Oltre alla tranquillità derivante dalla compliance normativa del proprio operato, sottolinea Fiorentino, non bisogna trascurare per il professionista, che riceve questo controllo accurato, l’ulteriore vantaggio di un check sulla struttura organizzativa che scaturisce direttamente dall’analisi delle difformità e/o criticità riscontrate nello studio.

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