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Maculan: «Odontotecnici in piazza: se non ora, quando?»

mar. 31 marzo 2015

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Dental Tribune intervista il presidente dell’ANTLO Massimo Maculan su “Il Manifesto” per il sit-in degli odontotecnici al Ministero della salute, previsto il prossimo 15 maggio a Roma.

Presidente Maculan, si prospettano a maggio e giugno due mesi di grande impegno per ANTLO.
«In effetti, sembra quasi che vogliamo testare i limiti delle nostre capacità organizzative e politico-sindacale, il tutto in presenza di un folto calendario di congressi ed eventi culturali. Ci ritroveremo in poco più di un mese, ben due volte a Roma: il 15 maggio davanti al Ministero della salute per una manifestazione con sit-in. Il 26 giugno, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, per l’edizione 2015 del Convegno del nostro Centro Studi».

Due appuntamenti ineludibili?
«Assolutamente sì. Il Convegno del Centro Studi che quest’anno avrà come titolo: “La questione odontotecnica: innovazioni & dintorni” intende dare seguito all’appuntamento annuale di inizio estate avviato lo scorso anno. Intendiamo organizzare una sede di dibattito e confronto su un tema di assoluta attualità per l’odontotecnica italiana nell’ambito delle più generali problematiche de “La questione odontotecnica”. La sede del Convegno sarà sempre la Camera dei Deputati in una “location” davvero bella e suggestiva, la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto in via del Seminario. San Macuto è stata una delle carceri della Sant’Inquisizione, ma lasciamo ad altri le vesti di improbabili Torquemada. In breve, conserviamo alcuni elementi quale il periodo (inizio estate), la sede (la Camera dei deputati), il mainstream (La questione odontotecnica), i relatori (mondo politico, accademico, della ricerca) ma apportando ogni anno elementi di novità (quest’anno le innovazioni tecnologiche ed il loro impatto)».

Altro elemento di novità per ANTLO la manifestazione davanti al Ministero della salute
«Manifestare per ANTLO non è proprio un elemento di novità. Nell’ultimo decennio ANTLO ha organizzato una manifestazione molto partecipata all’inizio del 2006 davanti Palazzo Chigi cui seguì un convegno al Cinema Capranica. A febbraio 2007 organizzammo un sit-in più dimensionato davanti il Ministero della salute. Non è certo nella cultura e nella storia odontotecnica il ricorrere a manifestare in piazza se non in casi di assoluta necessità».

E ora ricorre l’assoluta necessità di manifestare?
«Per rispondere verrebbe voglia di prendere a prestito lo slogan del movimento delle donne, “Se non ora, quando?”. ANTLO non vuole drammatizzare alcune tematiche che affliggono l’odontotecnica italiana, ma la realtà basta a dimostrare che non si può rimanere inermi ad assistere alla fine di questa nostra attività. Quindi “se non ora, quando manifestare?”».

L’odontotecnica italiana rischia davvero la sopravvivenza?
«Stiamo vivendo una sorta di “tempesta perfetta”, il perfetto combinato disposto di una serie di fattori tutti estremamente negativi che di fatto procedono a minare la sopravvivenza stessa dell’odontotecnica italiana. Un portato di vecchi e nuovi elementi, alcuni in qualche misura già previsti e denunciati, altri – come l’impatto delle innovazioni tecnologiche – non prevedibili almeno nei tempi della loro concretizzazione e del conseguente impatto sulla nostra attività».

Cosa era prevedibile?
«L’insostenibilità di un certo modello di odontoiatria e di certe fallimentari scelte. Un modello quasi tutto imperniato sull’offerta privata e per un ventennio impermeabile a qualsiasi nuova modalità di sostanziare la domanda come la mutualizzazione, defiscalizzazione e trasparenza dei costi delle prestazioni con l’assoluto predominio di logiche corporative che hanno determinato un drastico calo degli accessi alle cure e di fatto negato un adeguato livello di salute orale soprattutto alle fasce meno abbienti della popolazione. Non chiediamo che si intoni il “mea culpa”, ma almeno una rivisitazione critica delle scelte operate e pervicacemente praticate negli ultimi venti anni e non analisi auto-consolatorie quanto infondate. Il turismo odontoiatrico, l’avvento dei low cost, i grandi network odontoiatrici sono la conseguenza naturale della netta chiusura delle corporazioni odontoiatriche e non certo figli – come ci è capitato di leggere ultimamente – delle timide lenzuolate di liberalizzazione economica dell’allora Ministro delle Attività Produttive, on. Bersani».

Ultimamente ANDI si è pronunciata favorevolmente all’avvento del terzo pagante
«Abbiamo colto con favore questo importante segnale anche se arrivato con molto ritardo. Bisognerebbe poi stabilire le modalità e i tempi in cui si concretizza tale apertura alla mutualizzazione che però deve estendersi anche alla defiscalizzazione e trasparenza dei costi delle prestazioni. Si sono pronunciati favorevolmente anche quanti in ambito odontoiatrico da venti anni hanno tuonato contro e si apprestano a raccogliere il 7° (settimo) mandato ordinistico. È lecito, credo, rammentare il Tomasi di Lampedusa con il suo “Se tutto deve rimanere com’è, è necessario che tutto cambi”. Ecco perché, oltre a chiedere un nuovo modello di odontoiatria, ANTLO chiede una Conferenza Nazionale sull’odontoiatria dove siano chiamati a concorrere a definire gli assi strategici di intervento tutti i soggetti della filiera, compresi odontrotecnici e pazienti».

Nello specifico odontotecnico quali obiettivi vi proponete con la manifestazione del 15 maggio?
«Intanto difendere lo spazio professionale che, in soldoni, significa soprattutto non opporsi assolutamente alle innovazioni tecnologiche ma garantire al paziente analoghi requisiti di sicurezza e salute oggi garantiti dagli adempimenti e obbligazioni delle Direttive Comunitarie. È stata individuata una possibile via, chiediamo al Ministero di praticarla con sollecitudine. Chiediamo inoltre che venga approvato finalmente il nuovo profilo e che venga posto un argine alla campagna di criminalizzazione della categoria ma chiediamo anche la costituzione presso il Ministero di una apposita Commissione permanente per l’odontotecnica al pari di quella per gli odontoiatri. Abbiamo redatto un Manifesto che riporta scopi e obiettivi della manifestazione e su questo manifesto intendiamo mobilitare Soci e non Soci. Se fosse vivo De Gaulle forse potrebbe definire con sarcasmo questo nostro Manifesto “vaste programme” ma la nostra non è un esercitazione velleitaria di buoni propositi e irraggiungibili obiettivi, ma il “minimo sindacale” dato il contesto di riferimento».

Avete definito il 15 maggio la giornata di “festa & protesta” degli odontotecnici
«Sì, come recita “Il Manifesto” gli odontotecnici il 15 maggio 2015 “escono dai laboratori per non chiuderli”, per “protestare” contro l’incuria in cui versa l’odontoiatria e la categoria, ma anche per “cantare e suonare” alla bellezza e all’orgoglio del proprio lavoro e “per esercitare il diritto a difendere il futuro della propria attività” tutelando i diritti costituzionali dei cittadini. Nella delegazione che chiederà di parlare con il Ministero faranno parte tre studenti delle scuole di odontotecnica del nord, centro e sud perché è al futuro che intendiamo rivolgere lo sguardo con la nostra Manifestazione. Sarà inoltre presente la “ANTLO band” – che si è esibita con grande successo al Congresso di Montesilvano – che non avrà solo il compito di intrattenere i partecipanti tra un intervento e l’altro, ma anche testimoniare con la musica la nostra passione e il nostro orgoglio di essere odontotecnici che non si rassegnano».

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