Un recente articolo scientifico sostiene che la comunità della ricerca dovrebbe riflettere in modo critico sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa nelle scienze odontoiatriche (Immagine: metamorworks/Adobe Stock).
Monaco di Baviera, Germania: Con l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) che diventa sempre più consolidato in odontoiatria, sono emerse domande sulla legittimità della sua integrazione in alcune discipline. In una recente ricerca, gli studiosi discutono di come l’IA generativa possa assistere nella generazione, analisi, sintesi e contestualizzazione dei dati nelle scienze della salute orale, migliorando così l’efficienza della ricerca e facendo risparmiare tempo prezioso a ricercatori e clinici. Tuttavia, essi sostengono che l’adozione acritica dell’IA nella ricerca odontoiatrica – senza un’adeguata considerazione dell’etica dell’IA – possa portare a condotte scientifiche scorrette nelle pubblicazioni, compromettendo l’integrità sia dei ricercatori sia delle riviste che pubblicano i loro lavori.
Il prof. Falk Schwendicke ha scritto ampiamente sull’uso dell’intelligenza artificiale in odontoiatria e sulle sue implicazioni per l’integrità della ricerca (Immagine: Prof. Falk Schwendicke).
Efficienza versus integrità nella ricerca supportata dall’IA Nell’articolo, i ricercatori discutono di come l’IA generativa aumenti l’efficienza nella ricerca odontoiatrica, orale e craniofacciale elaborando grandi quantità di dati e migliorando i flussi di lavoro scientifici. Essi affermano che questa tecnologia ha il potenziale di migliorare la documentazione, facilitare la comunicazione e aumentare la riproducibilità, diminuendo così i tempi necessari per arrivare alle scoperte.
Nonostante i suoi benefici, i ricercatori sostengono che l’integrazione dell’IA generativa nella ricerca «comporta significative sfide etiche, sociali e scientifiche». Essi segnalano potenziali problemi quali la distorsione dei dati (bias), l’eccessiva dipendenza dall’IA, il plagio, la frode e gli errori dell’IA. Inoltre, esprimono preoccupazione per l’emergere di articoli falsificati generati dall’IA provenienti dalle paper mill, che potrebbero distorcere le evidenze scientifiche, fuorviare la comunità scientifica e, infine, nuocere all’assistenza ai pazienti infiltrandosi in revisioni e linee guida.
«Dobbiamo avviare un dibattito all’interno della comunità scientifica su ciò per cui utilizziamo l’IA. Al momento, ho l’impressione che la stiamo usando non solo per migliorare la ricerca, ma anche per produrne di più. Più ricerca non significa necessariamente un maggiore impatto sulla società, quindi dobbiamo riflettere attentamente su quale tipo di ricerca facilitiamo con l’IA», ha spiegato l’autore principale, il prof. Falk Schwendicke, direttore e titolare della cattedra di Odontoiatria Conservativa, Parodontologia e Odontoiatria Digitale presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, in Germania, in un’intervista telefonica a Dental Tribune International.
Discutendo dell’uso improprio dell’IA e di come possa minare l’integrità scientifica, il prof. Schwendicke ha spiegato che, poiché intere sezioni dei testi vengono talvolta scritte dall’IA, le regole sull’attribuzione della paternità dovrebbero tenere esplicitamente conto dei contributi generati dall’IA e che qualsiasi parte di un manoscritto realizzata dall’IA deve essere dichiarata in modo trasparente. Inoltre, ha osservato che l’IA può generare dati falsi, talvolta difficili da individuare. Un altro tema rilevante è quello del plagio e delle violazioni della proprietà intellettuale nella ricerca odontoiatrica, poiché i modelli di IA possono riprodurre o imitare molto da vicino materiale già pubblicato senza un’adeguata attribuzione.
Salvaguardare la peer review nell’era dell’IA Secondo il prof. Schwendicke, l’IA generativa rende la peer review sempre più complessa. Revisore per oltre 40 riviste scientifiche, ha fatto parte di diversi comitati editoriali in ambito odontoiatrico ed è attualmente editor associato del Journal of Dental Research. Ha commentato: «Stiamo assistendo a un numero sempre maggiore di pubblicazioni, tutte scritte in modo molto rifinito. In alcuni casi, lo stile di scrittura può essere eccellente se il testo è prodotto dall’IA. Questo mette alla prova la peer review, perché la semplice quantità di articoli è ormai insostenibile per i revisori».
Per promuovere un uso etico dell’IA, i ricercatori richiedono l’introduzione di obblighi di trasparenza, strumenti tecnici per rilevare l’uso dell’IA, una migliore formazione e maggiore diversificazione dei revisori e l’esplorazione di nuovi modelli di peer review, come i preprint e la revisione pubblica. Infine, sottolineano la necessità di un cambiamento sistemico negli incentivi accademici, spostando l’attenzione dalla pubblicazione su riviste di bassa qualità o predatorie.
«Dobbiamo essere consapevoli che l’IA porterà a un aumento delle falsificazioni e della “spazzatura scientifica” prodotta. Anche se le riviste di alto impatto riescono a selezionare questi materiali, finiranno comunque per entrare in riviste predatorie», ha commentato. «Oggi si può pubblicare qualsiasi cosa: se ci si impegna davvero a farlo, si troverà sempre un canale dove farlo».
Man mano che l'IA generativa si svilupperà ulteriormente, linee guida adattive saranno essenziali per bilanciare i benefici e i rischi dell'IA nelle scienze odontoiatriche. I ricercatori concludono che la comunità scientifica, inclusi ricercatori, revisori ed editori, deve impegnarsi attivamente per garantire che l'IA venga utilizzata per rafforzare, e non minare, il rigore e la credibilità della ricerca odontoiatrica e orale.
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