Sebbene siano in molti tra i dentisti e altri professionisti della salute a dire che la ridotta assunzione di zuccheri raffinati costituisca un passo concreto verso migliori condizioni di salute della bocca e dell’intero organismo, vi sono tuttavia alcuni che non condividono del tutto tale opinione.
Sono recenti le osservazioni pro e contro l’uso di zucchero scaturito da una rivista incentrata sulle diete.
In un articolo dal titolo “A difesa dello zucchero e contro quella che si potrebbe definire il centralismo della dieta” scritto dal dottor Edward Archer e pubblicato nell’edizione di maggio/giugno dell’autorevole “Progress in cardiovascular disease”, Archer ha giustificato durante un’intervista a Dental Tribune International, l’impostazione data all’articolo, entrando ulteriormente nei dettagli.
«La salute – osserva Archer – è appannaggio dell’individuo, non una qualità di cibi o bevande». Di qui la distinzione tra ciò che è sano e quello che non lo è, riferendosi in tal modo ai cibi o alle bevande da consumare senza timore (ad esempio quelle prive di agenti patogeni): una definizione niente affatto valida, né scientifica, né logica. In altre parole, non esistono – secondo Archer – cibi sani oppure no.
Lo studioso ha sottolineato come i polimeri dello zucchero abbiano giocato un ruolo importante nell’evoluzione umana e nella storia delle diete, fino a rappresentare attraverso i secoli una grande fonte di energia per la maggior parte dei popoli. Osservando al tempo stesso che l’obesità e il diabete mellito di tipo 2 non sono malattie legate alla dieta ma alterazioni del metabolismo provocate da super alimentazione (ossia bilancio energetico positivo) indotto dall’inattività fisica, sia nelle generazioni passate e che in quelle attuali.
Le affermazioni di Archer hanno provocato forte critica in un ricercatore di malattie cardiovascolari, il dottor James DiNicolantonio e del cardiologo James. H. O’Keefe, responsabile di un Centro Benessere al Saint Luke’s di Kansas City (Missouri)i quali hanno obiettato che una dieta a base di zuccheri non è necessaria alla vita e che la razza umana non ha avuto tanto bisogno di zuccheri per la propria evoluzione.
«La verità è – hanno affermato i due studiosi nella loro lettera – che non si può ovviare tanto facilmente alle conseguenze di una cattiva dieta, allorché si fa un eccessivo uso di zucchero raffinato. Se è vero che l’esercizio fisico può ridurre il rischio di obesità, non impedisce tuttavia che si formi la carie. Seguono l’infiammazione delle gengive, quella che colpisce l’intestino, il fegato e i reni, quando l’organismo deve far fronte a una grande assunzione di zuccheri».
Nell’intervista rilasciata a Dental Tribune International DiNicolantonio ha fatto cenno nell’articolo di Archer a sfumature e affermazioni discutibili meritevoli di ulteriore chiarimento. Si è soprattutto soffermato su un’idea non condivisibile. E cioè che una caloria di zucchero è solo una caloria e non tanto più dannosa di una –diciamo – di broccoli. Se si fa uso eccessivo di zucchero, invece, l’organismo può rimanere danneggiato: non si può eccedere senza provocare qualche guasto.
Rispondendo alle obiezioni di DiNicolantonio e di O’ Keefe, Archer ha insistito dicendo che l’obesità e le malattie del metabolismo nascono dall’inattività fisica e da processi evolutivi non genetici che attraversano varie generazioni. A cavallo tra il 1940 e il 1950, la lunghezza della vita e le condizioni di salute migliorarono rapidamente, malgrado quasi la metà dei bambi consumassero un prodotto artificiale contenente circa il 40 per cento di calorie tratte dallo zucchero.
Il pubblico appare incerto sul come deve alimentarsi perché negli ultimi 50 anni vari ricercatori protesi verso la centralità della dieta, avrebbero fatto affermazioni prive di fondamento. «Uno dei più gravi problemi, nell’alimentazione oggi – ha ribadito Archer a Dental Tribune – è la carenza di una basilare competenza scientifica».
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