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La Sidco promuove e unisce la ricerca italiana

Carmen Mortellaro

Carmen Mortellaro

mar. 20 marzo 2012

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Il leitmotiv della Riforma Gelmini e del Ministro Profumo è che la ricerca, vero volano per l’economia di un paese, è indispensabile non solo per aumentare i livelli di conoscenza, ma per portare il sistema Italia, con nuovi prodotti e servizi, sul mercato internazionale.  

Ma qual è lo stato della ricerca italiana? Secondo Marco Mancini, presidente della conferenza dei rettori, gli indicatori di qualità sono positivi: il 12,1% delle pubblicazioni riguardano ricerche italiane, contro una media europea dell’11,6%. Secondo tali dati, siamo anche assai prolifici in tema di brevetti, anche se poi questi vengono spesso trasformati in prodotti solo all’estero. In Italia abbiamo un ricercatore ogni 1000 abitanti, pochi rispetto alla media europea, di cui il 50% donne. Il commento finale è che, favoriti in partenza, ci perdiamo per strada. Il problema è soprattutto organizzativo, non avendo imparato a fare sistema.
L’obiettivo di Europa 2020 è quello di giungere al 3% del Pil di investimento sulla ricerca, ma oggi in Italia siamo fermi all’1,53%. Pertanto tra le cause della bassa crescita italiana c’è anche la scarsa spesa delle imprese in ricerca. Ma come incoraggiare il privato che non fa ricerca? Il primo modo è il ruolo supplitivo che proviene dalle Università. L’azienda deve essere capace di creare innovazione in proprio, ma l’Università deve produrre ricerca di qualità nei settori indicati come rilevanti dall’azienda.
In questo contesto, mi rivolgo ai rappresentanti delle Industrie e l’occasione mi viene offerta dal recente incarico ricevuto di presiedere per il biennio 2012-2013, la Società Italiana di Chirurgia Odontostomatologica, una società con una storia lunga e assai prestigiosa e che ha rappresentato da sempre nel panorama nazionale e non solo, l’accademia italiana nell’ambito della chirurgia orale. Intendo ricoprire tale carica con il massimo impegno e con spirito innovativo, consapevole come sono, dell’importantissimo ruolo che le società scientifiche hanno in un mondo sanitario in continua evoluzione, nel campo della ricerca e della formazione.
Il primo obiettivo dichiarato è la progettazione e realizzazione di iniziative di formazione avanzata e aggiornamento professionale nell’ambito della chirurgia oro facciale, mediante l’approfondimento delle conoscenze nei campi della ricerca e dello sviluppo tecnologico, con l’intento di rendere ancora più trasparente l’informazione nel settore dei dispositivi medici e diagnostici. Poi quello di promuovere il dibattito culturale laddove emergano le divergenze, in nome della corretta informazione e divulgazione scientifica, presentando prodotti, tecnologie, servizi e novità in contesti qualificati e stimolanti o attraverso il racconto di esperienze personali.
L’attenzione sarà comunque rivolta in prima istanza alla ricerca, oggi, inutile negarlo, in una fase di stallo sia per il periodo congiunturale che per la mancanza di organizzazione a livello nazionale.
A tal fine, già da qualche mese ho provveduto alla nomina di una apposita Commissione a latere, “Ricerca e Sperimentazioni” nella quale sono confluiti i più bei nomi tra i giovani ricercatori italiani provenienti sia dalle Università, sia dalla libera professione, oggi a disposizione della Sidco per un lavoro comune di ricerca e di internazionalizzazione della stessa, affiancati dal Consiglio Direttivo e dai Past President, ritornati in carica.
In questi anni, come abbiamo ricordato, si è assistito a una progressiva, parcellare, frammentazione della ricerca in odontoiatria che ha portato a doppioni di studi o a studi senza seguito per mancanza di struttura eo coordinamento. Ciò è forse avvenuto anche in ragione di un progressivo distacco dell’Università dalla realtà clinica della Libera Professione e da una serie di iniziative di contatto a carattere strettamente personale tra Industria e operatori nel settore della ricerca.
In questo mio biennio di presidenza - potendo contare anche sull’assicurazione di dare continuità a tale progetto da parte del Presidente Eletto che mi sostituirà nei due anni successivi - mi sono prefissa certi obiettivi. Tra questi, riportare la Società a quello che dovrebbe essere il suo naturale ruolo storico di riunire e coordinare le eccellenze di tutte le branche chirurgiche in campo odontostomatologico, ricercando le massime sinergie con le singole Società Scientifiche super-specialistiche e con i liberi professionisti di alto livello clinico che certo in Italia non mancano.
È questo, a mio avviso, il moderno ruolo dell’Università in un mondo soggetto a continua evoluzione (al di là ovviamente degli scopi didattici nella formazione all’interno dei corsi di laurea e post-laurea), essere chiamata a questa funzione istituzionale di collegamento per ritornare a essere un riferimento nella strutturazione sia di eventi di continuing education che di progetti e protocolli di ricerca. In tutto ciò, nella mia visione, altrettanto determinante risulta essere la presenza dell’Industria all’interno di questo progetto. È infatti oggi impensabile prescindere dal supporto delle aziende del settore in un ambito chirurgico in cui sì i “metodi”,ma in egual misura i “materiali” coesistono e sinergicamente contribuiscono al successo clinico.
Pertanto, a nome e per conto di un gruppo che mi onoro di presiedere e rappresentare, sono qui a proporre nuove forme di collaborazione in tal senso, legate alla possibilità di offrire un ventaglio di opzioni di ricerca - clinica e di base - in cui l’Industria possa avvalersi, al fine di validare la bontà dei suoi prodotti, di un pool di strutture e operatori scelti da parte di nostra apposita commissione su una base meritocratica di specifica competenza sul tema oggetto della singola ricerca che dal partner aziendale possa essere richiesta.
La possibilità dunque di variare, in questo coinvolgimento nella ricerca, dai laboratori di discipline biologiche di base e dai poli clinici universitari fino ai Liberi Professionisti - uniti tutti tra loro e scelti sulla base di un livello qualitativo di eccellenza - mi porta a dire che questa possa rappresentare un’opportunità assolutamente unica di partnership organica tra aziende e mondo scientifico, mantenendo come cardini del rapporto la correttezza e il rigore nel condurre la ricerca stessa, nell’ambito di un reciproco comportamento improntato su professionalità e senso etico.
Questo è il mio messaggio e quello dei colleghi che più strettamente mi affiancano in questo ambizioso progetto.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 1 di Implant Tribune 2012 Italy. 

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