Prof. em. Dr. Daniel Buser Global Key Opinion Leader, Switzerland, Dr. George Raeber Head of Global Product Management, SDIS, Straumann Group, Dr. Mikael Bonora Senior Global Product Manager Implant Dentistry at Straumann, Dr. Christian Jarry Associate Director Global Clinical Affairs at Straumann, Dr. Algirdas Puisys Global Key Opinion Leader, Oral Surgeon, Lithuania, Dr. Eglė Vindašiūtė-Narbutė Global Key Opinion Leader, Prosthodontist, Lithuania
Una recente revisione ha dimostrato come l’ipnosi possa aiutare a gestire il dolore e lo stress vissuti dai pazienti dentali (Immagine: Africa Studio/Adobe Stock).
MONTREAL, Canada: L’ipnosi, da tempo associata a spettacoli teatrali e di intrattenimento, sta attirando interesse per le sue applicazioni cliniche nel campo dell’odontoiatria. Con la crescente richiesta di metodi più confortevoli e non invasivi per gestire ansia e dolore durante i trattamenti dentali, l’interesse verso approcci complementari è in aumento. Una recente revisione narrativa condotta da ricercatori canadesi contribuisce a questo dibattito esaminando il crescente corpo di evidenze a sostegno dell’uso dell’ipnosi clinica in ambito odontoiatrico. I risultati suggeriscono che l’ipnosi può rappresentare un valido supporto nella gestione dell’ansia dentale, del dolore procedurale acuto e di alcune condizioni di dolore orofacciale cronico.
«Dato che i trattamenti dentali spesso provocano ansia e dolore acuto, il mio team ed io ci siamo posti l’obiettivo di comprendere meglio il ruolo dell’ipnosi in odontoiatria», ha spiegato Angélique Thibault, autrice principale, assistente di ricerca e studentessa del corso di laurea in Odontoiatria presso l’Università di Montreal, a Dental Tribune International. Ha aggiunto: «Ogni adiuvante che possa beneficiare i pazienti e migliorare il loro comfort durante le procedure dentali merita di essere approfondito».
La revisione ha sintetizzato i risultati di 12 revisioni sistematiche e/o meta-analisi pubblicate tra il 2000 e dicembre 2024. Otto di queste si sono concentrate sulla gestione dell’ansia dentale e/o del dolore procedurale acuto, mentre le restanti hanno esaminato condizioni croniche come il disturbo temporomandibolare e la sindrome della bocca urente.
Le prove più solide a favore dell’ipnosi come strumento clinico complementare sono emerse per procedure che prevedono l’uso di anestesia locale e l’estrazione dentale. Diversi studi hanno riportato una riduzione della necessità di sedazione farmacologica, un minor dolore post-operatorio e persino una diminuzione nell’uso di analgesici quando veniva impiegata l’ipnosi. In alcuni casi, i tempi di recupero risultavano più brevi e durante il trattamento si rendeva necessario un minor ricorso al rinforzo anestetico.
L’autrice principale di una recente revisione sull’ipnosi in odontoiatria, Angélique Thibault, ritiene che, con una formazione adeguata, dentisti e i loro team possano integrare efficacemente elementi di ipnosi nella cura routinaria dei pazienti (Immagine: Angélique Thibault).
Parlando delle tecniche di ipnosi che sembrano essere più efficaci nella gestione dell’ansia dentale, Thibault ha osservato che l’ipnosi terapeutica somministrata tramite suggestioni ipnotiche da un ipnoterapeuta qualificato risulta più efficace rispetto all’ipnosi registrata su audio. Tuttavia, ha riconosciuto che, nella pratica privata, coinvolgere uno specialista aggiuntivo potrebbe non essere sempre fattibile. «Per questo motivo, dovrebbe essere incoraggiata l’ipnosi terapeuta-operatore - somministrata direttamente dal dentista - purché questi abbia ricevuto una formazione adeguata», ha sottolineato.
I risultati hanno inoltre evidenziato il potenziale dell’ipnosi nel ridurre i marcatori fisiologici dello stress, come la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna, oltre all’ansia riportata dai pazienti. Sebbene le evidenze nei bambini e negli adolescenti siano più limitate, diversi studi hanno mostrato risultati positivi quando l’ipnosi è stata confrontata con altre tecniche di riduzione dell’ansia, come la distrazione o una comunicazione preoperatoria potenziata.
Per quanto riguarda il dolore orofacciale cronico, le evidenze non sono altrettanto solide. Sebbene gli studi suggeriscano potenziali benefici - come un aumento dell’apertura della bocca e una riduzione dei livelli di dolore nei pazienti con disturbi temporomandibolari - la maggior parte presenta una bassa qualità metodologica. Tuttavia, Thibault ritiene che le implicazioni siano promettenti: «Nel caso del dolore cronico, l’obiettivo è migliorare la qualità di vita del paziente, poiché il dolore viene raramente eliminato completamente.»
Integrazione dell’ipnosi nella pratica clinica Una delle limitazioni della revisione riguarda la mancanza di standardizzazione nei protocolli di ipnosi utilizzati nei vari studi. Gli autori hanno sottolineato la necessità di studi controllati randomizzati di alta qualità, con descrizioni dettagliate delle tecniche ipnotiche, per rafforzare la base di evidenze e permettere confronti significativi.
Secondo Thibault, un altro ostacolo importante a una più ampia diffusione dell’ipnosi è la percezione che ne hanno il pubblico e persino alcuni professionisti dentali. «È fondamentale distinguere tra l’ipnosi da palcoscenico e l’ipnoterapia clinica», ha affermato. «Molte persone temono di perdere il controllo, un malinteso alimentato dal mondo dell’intrattenimento», ha spiegato.
L’ipnosi, ha sottolineato, non dovrebbe essere considerata un sostituto dell’anestesia o dei metodi di trattamento convenzionali, ma un complemento per migliorare la qualità complessiva delle cure. «La nostra revisione contribuisce a sensibilizzare sia i professionisti dentali sia i pazienti. Speriamo che possa stimolare ulteriori ricerche e favorire l’integrazione dell’ipnosi nella pratica odontoiatrica basata sulle evidenze - soprattutto nei bambini, che sono generalmente molto ricettivi alle suggestioni ipnotiche», ha affermato.
Gli autori hanno concluso che le evidenze disponibili supportano l’inclusione della formazione sull’ipnosi nei corsi di laurea in odontoiatria e nei programmi di formazione continua per i professionisti. Come ha affermato Thibault: «Con una formazione adeguata, integrare l’ipnosi nella pratica odontoiatrica quotidiana non è solo fattibile, ma potrebbe migliorare significativamente l’esperienza del paziente.»
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