DT News - Italy - Intervista: «Dobbiamo considerare attentamente il futuro della forza lavoro»

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Intervista: «Dobbiamo considerare attentamente il futuro della forza lavoro»

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(Photograph: Brilliantist Studio/Shutterstock)
Dental Tribune International

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ven. 29 luglio 2016

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Dopo il voto nel referendum per lasciare l’UE lo scorso mese e la nomina di Theresa May a primo ministro, le negoziazioni tra Westminster e Bruxelles cominceranno presto. Già prima del referendum, in un articolo pubblicato dal British Dental Journal, ricercatori dell’Health Education England avevano tracciato un possibile scenario per l’odontoiatria britannica. Dental Tribune Online ha avuto l’opportunità di parlare con gli autori Edward Sinclair e Sam Shah riguardo ai possibili impatti della Brexit sull’industria dentale d’oltremanica.

Dental Tribune Online: nel referendum la maggioranza dei britannici ha votato per l’uscita dall’Unione Europea. Quale impatto potrà avere questa scelta sulla sanità e sul settore odontoiatrico in particolare?
Edward Sinclair: rispondere concisamente non è semplice. Direi che nel breve periodo cambierà poco; dopo, molto dipenderà dall’esito delle negoziazioni, ci auguriamo che non si verifichino sconvolgimenti dello stato attuale dei servizi.
Uno degli ambiti che potrebbe essere toccato è quello della manodopera. Al momento la Gran Bretagna impiega molti lavoratori provenienti dai paesi membri UE che godono del reciproco riconoscimento delle qualifiche. Una delle ragioni della vittoria del Leave è stata l’insoddisfazione di molti riguardo al concetto di libertà di movimento. In futuro, infatti, questa libertà potrebbe subire restrizioni. Potremmo arrivare a quello che succede in Nord America, dove i professionisti possono venire nel Regno Unito solo se hanno ricevuto un’offerta di lavoro.

Sam Shah: c’è una cospicua legislazione che dovrà essere rivista o riscritta. Bisognerà tenere in considerazione sia i lavoratori europei che migrano, che i residenti in Gran Bretagna che al momento lavorano in altri stati membri. Questi probabilmente vorranno tornare nel Regno Unito nella speranza che le loro qualifiche siano riconosciute.
La Gran Bretagna beneficia anche di materiali prodotti in altri stati europei e importati nel mercato interno, per esempio in campo implantare ed endodontico. Se ci saranno cambiamenti si profilerà la necessità di mettere in piedi accordi commerciali con l’Unione Europea e questo inevitabilmente avrà ripercussioni sui prezzi, e quindi su forniture e domanda.

Dental Tribune Online: solo lo scorso anno sono stati più i dentisti registrati presso il General Dental Council che quelli usciti dalle scuole dentali inglesi. Quanto l’odontoiatria è dipendente dalla forza lavoro migrante e quanto il paese è in grado di affrontare una sua potenziale riduzione derivante da più strette leggi sull’immigrazione?
Shah: La manodopera è un elemento importante e di certo ci saranno implicazioni visto che al momento sfruttiamo sia quella continentale che quella britannica per far fronte ai bisogni della popolazione. È probabile che le barriere all’immigrazione pesino su questo scenario, per questo si tratta di un tema delicato che andrà ponderato. In ogni caso gli effetti della Brexit non si vedranno se non prima di qualche anno, e ci vorranno dai 5 ai 10 anni perché la situazione si stabilizzi.

Sinclair: quindici anni fa le persone che vivevano nelle aree rurali incontravano maggiori difficoltà nel reperire un dentista del sistema sanitario nazionale, questa situazione è migliorata probabilmente grazie all’avvento di molti professionisti dai paesi membri UE disposti a lavorare in quelle aree.
Se da una parte i problemi economici dell’eurozona persisteranno, anche la domanda di dentisti dal continente continuerà. Sappiamo per esempio che paesi come la Spagna e la Romania producono un surplus di dentisti rispetto al loro fabbisogno interno, anche con eventuali barriere all’immigrazione il Regno Unito rimarrà un polo attrattivo per i professionisti del dentale.

Dental Tribune Online: oltre all’immigrazione, uno dei temi posti dal fronte del Leave è stato l’aspetto normativo. Fino a che punto l’industria dentale britannica è regolata dalle leggi europee?
Sinclair: le faccio un esempio, l’Health and Safety (Sharps Instruments in Healthcare) Regulations del 2013 è diventata legge inglese, originata dalla direttiva del Consiglio 2010/32/EU. Legiferare in materie come questa d’ora in poi sarà competenza del Regno Unito. Inoltre, in alcuni paesi europei la legislazione europea è meno invasiva, in ogni caso è stato un errore pensare che l’uscita dall’UE avrebbe ridotto il peso legislativo.

Shah: è necessario anche tenere in considerazione altre leggi europee, per esempio sulle radiazioni ionizzate o sul trasferimento delle immagini cliniche. Bisognerà, in ogni caso, adottare politiche o normative che si occupino di queste materie, è impensabile che lo stato smantelli l’impianto normativo esistente senza rimpiazzarlo con uno nuovo.
Le norme con le quali i dentisti sono forse più familiari sono le EU competition laws, delle quali il Regno Unito ha una propria versione e probabilmente dovremmo rivedere anche queste leggi.

Dental Tribune Online: vede benefici per l’odontoiatria britannica dopo il voto sulla Brexit?
Sinclair: ci potrebbe essere un’opportunità per standardizzare i requisiti per l’uso della lingua inglese, soprattutto se riceveremo medici da paesi dove l’inglese è la lingua d’insegnamento. Potrebbe essere – anche se si tratta solo di speculazioni – più semplice introdurre manodopera specializzata e mantenere alti standard.

Shah: dal punto di vista della competizione ci potrebbero essere benefici per i lavoratori locali che con l’afflusso di dentisti esteri vivevano in un mercato più competitivo. Dal punto di vista individuale, invece, potrebbero esserci miglioramenti occupazionali, anche se l’immigrazione di professionisti stranieri continuerà dal momento che la Gran Bretagna resta una destinazione attraente.

Dental Tribune Online: secondo lei, quali aspetti del mondo dentale saranno da tenere in considerazione durante le negoziazioni con l’Unione Europea?
Sinclair: sappiamo che l’intero sistema sanitario nazionale, non solo l’odontoiatria, ha tratto benefici dal poter accogliere professionisti da altri paesi europei, così le negoziazioni dovranno ricalcare questo scenario, sia che si tratti di istituire un permesso speciale per venire a lavorare in Gran Bretagna o per trasferirsi negli stati membri europei. Non perdere questo tipo di flessibilità è di vitale importanza e dovrebbe essere un punto su cui negoziare.
Non avrebbe un grande impatto sull’immigrazione generale perché questa manodopera ne rappresenta solo una piccola parte. Mi aspetto che l’opinione pubblica, a prescindere dalla convinzione generale sulla Brexit, sostenga questo tema.

Shah: di certo ci sarà la necessità di stabilire accordi commerciali su prodotti e strumenti. I medicinali, inoltre, dovranno probabilmente essere compresi in una categoria speciale. Allo stesso modo ci sarà bisogno di regolamentare alcuni campi come lo scambio dei dati tra U.K. e UE.
Uno degli aspetti più importanti è la continuazione della collaborazione in vista dell’agenda sanitaria pubblica che include la salute orale. Altre iniziative non avranno bisogno di accordi formali, ma in generale sarà necessario un coordinamento tra le politiche del settore dentale in tutta Europa.

Grazie molte per l’intervista.

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