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Intervista a Claudio Gatti, presidente SIdP alla vigilia del Congresso di Torino

a cura di Luigi Grivet Brancot

a cura di Luigi Grivet Brancot

ven. 4 marzo 2016

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Claudio Gatti, nell’annunciare una campagna conoscitiva della malattia nel 2016, si dichiara «convinto che potremmo essere in grado di influire in modo determinante sulla percezione, sulla conoscenza delle conseguenze e possibilità di cura».

A che punto è la SIdP con il Congresso nazionale che si terrà a Torino Lingotto il 17-18-19 marzo?
Ci siamo impegnati molto. Con la commissione culturale abbiamo preparato un programma che fosse di interesse per la pratica clinica quotidiana di tutti gli esercenti odontoiatrici. Infatti, parleremo di appropriatezza delle cure parodontali e implantari, di tutte le cure, da quelle indispensabili di base a quelle chirurgiche più avanzate. Sappiamo che un intervento diagnostico o terapeutico risulta appropriato nel momento in cui risponde il più possibile, relativamente al contesto in cui si colloca, ai criteri di efficacia ed efficienza: per efficacia, si intende la capacità di raggiungere l’obiettivo; per efficienza, la capacità di raggiungerlo impiegando le risorse minime indispensabili. Una terapia efficace è anche efficiente se il risultato è raggiunto velocemente, in modo più semplice e più economico. In questo Congresso sono certo che i relatori che abbiamo scelto sapranno dare risposte concrete alle nostre domande.

Quali sono le novità del prossimo Congresso?
Sono molte, a cominciare dal tipo di presentazione che utilizzeremo: più diretta, colloquiale e dinamica con l’uso di fantastici filmati 3D e con l’intervento del pubblico, che dovrà scegliere insieme ai relatori le risposte giuste da dare ai pazienti. In un contesto bellissimo come quello del Lingotto: accogliente, con grandi spazi a disposizione e con tutte le comodità: dagli hotel a pochi passi ai trasporti comodi, fino alla vicinanza del centro città.

Ci parli del PerioParty…
Una grande festa che si terrà il giovedì sera a partire dalle ore 19: ottimo cibo e vini con l’organizzazione di Eataly, buona musica e qualche simpatica sorpresa. Sono tutti invitati. È sufficiente iscriversi al Congresso e, per chi lo desidera, potrà partecipare già dal giovedì mattina. Abbiamo previsto varie attività: per i giovani, per la ricerca, per gli igienisti. E il giovedì pomeriggio un corso sulla chirurgia di base (allungamento di corona clinica) e i Forum per le aziende, dove si farà il punto sulle novità a disposizione. Il giovedì sera, invece, tutti al PerioParty!

Malgrado ogni proclama, la parodontite sembra non sia percepita come una malattia molto grave (addirittura la sesta patologia più frequente dell’umanità). Lei stesso in un’intervista ha detto che «la maggioranza degli individui affetti è ignara della sua condizione, sia per sottostima dei segni e dei sintomi iniziali, sia per mancata diagnosi». Perché tale carenza di informazione?
Con la collaborazione di un’importante azienda che fa indagini di mercato, stiamo conducendo uno studio su un campione importante della popolazione italiana. I dati preliminari ci stanno offrendo informazioni veramente utili per capire meglio il problema. Durante il Congresso saremo in grado di presentare i risultati della ricerca e potremo così stabilire una strategia per migliorare la conoscenza del pubblico sulla malattia, che è responsabile in assoluto della maggiore perdita di denti in Italia.

Quali cifre, anche economiche, la individuano in Italia? Il suo predecessore ha detto in un’intervista che «curare un’intera dentatura affetta da parodontite diagnosticata precocemente costa meno che sostituire un singolo dente perso per parodontite». Lei come commenta questa affermazione?
Può sembrare una provocazione, ma è assolutamente la verità: se si diagnostica precocemente, è facile e poco costoso curare una parodontite iniziale; meno che sostituire un dente con un impianto! Ed è esattamente quello che vorremmo fosse fatto se fossimo noi stessi il paziente in questione.

Cosa fa e cosa intende fare la SIdP perché il pubblico sia aiutato a uscire da questa “niente affatto beata ignoranza” che l’affligge in merito ai rischi parodontali?
È in fase avanzata di realizzazione un’importante campagna di comunicazione che potrebbe contribuire a far meglio comprendere alla popolazione italiana la necessità di una diagnosi, possibilmente precoce, della parodontite. In seguito all’approvazione degli organi statutari della SIdP, saremo in grado di far partire l’iniziativa già nel 2016. Sono convinto che potremmo essere in grado di influire in modo determinante sulla percezione della malattia e sulla conoscenza delle conseguenze e della possibilità di cura.

In che cosa consiste il test PSR della SIdP?
È la registrazione sintetica di un esame parodontale completo. Un esame fondamentale per la diagnosi, semplice e veloce da eseguire, e oltretutto di grande valore medico-legale.

La gestione della parodontite ripropone il delicato rapporto tra odontoiatra e igienista. Che cosa ha da dire al proposito? Nello specifico, quali ritiene i passi più incisivi che la SIdP dovrà compiere per far fronte al problema?
Da anni la SIdP propone programmi culturali comuni per odontoiatri e igienisti, come ad esempio tutta la giornata congressuale di venerdì 18 marzo a Torino. Gli igienisti rappresentano una parte fondamentale del team che si occupa della cura della parodontite e del mantenimento dei risultati nel tempo. La SIdP si presenta come la casa naturale degli igienisti italiani. Devono crescere con noi e con noi affrontare le sfide future, come ad esempio quella dell’informazione corretta alla popolazione, cercando di contrastare i messaggi sbagliati e fuorvianti che la pubblicità sta fornendo al pubblico: ad esempio, che se le gengive sanguinano è sufficiente usare il tal dentifricio o collutorio, oppure che per curare la parodontite è sufficiente una breve seduta di pulizia dei denti dal costo irrisorio o, al contrario, che è necessario usare il laser e usufruire di sofisticati test genetici o microbiologici.

Vuole fare una dichiarazione finale a questa intervista?
Volentieri! La SIdP sta rapidamente cambiando e si sta aprendo alla professione e alla popolazione. In passato è stata giudicata come una sorta di club per pochi eletti, che discutevano per ore della possibilità di recuperare mezzo millimetro di osso in più o in meno. Non è vero! La nostra società vuole dimostrare che la parodontologia deve obbligatoriamente essere al centro della professione odontoiatrica. Non esiste una buona odontoiatria senza la parodontologia. Soprattutto non esiste una buona implantologia senza parodontologia. Se i colleghi ci sosterranno con la loro partecipazione, sono sicuro che saremo in grado di incidere profondamente sull’attività professionale odontoiatrica del futuro. Vogliamo più parodontologia per tutti, per dentisti e per pazienti, poiché siamo certi di poter dare in tal modo un contributo fondamentale alla diagnosi e alla cura di una malattia che causa una forma più o meno grave di disabilità a 20 milioni di italiani oltre i 35 anni e che colpisce, nella forma grave, oltre 3 milioni di persone, le quali – si stima – spendano per la patologia e le sue conseguenze un miliardo di euro l’anno, in particolare per sostituire i denti persi.

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