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Alla vigilia del Congresso nazionale, ecco la SIDO vista dal suo presidente Claudio Lanteri

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Claudio Lanteri
Dental Tribune International

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mer. 5 febbraio 2014

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In vista dello Spring Meeting Sido di Torino, in programma dal 6 all'8 marzo 2014, Dental Tribune ha intervistato il Presidente della Società Italiana di Ortodonzia.

Quale è il suo rapporto con la SIDO?
Tutta la mia vita “ortodontica” vi è legata: dagli anni della formazione, spesi ad apprendere l’insegnamento dei maestri, fino all’aggiornamento di alto livello che la società ha sempre saputo proporre, cogliendo tempestivamente e selezionando per i propri soci i trend più significativi della specialità a livello internazionale.

Non solo adesione, tuttavia, ma anche un impegno più ravvicinato.
Con il tempo sono arrivati incarichi istituzionali a vari livelli, fino all’attuale presidenza: compito complesso, pieno di responsabilità. Un impegno continuo che richiede serenità di giudizio ed equilibrio. Nelle precedenti esperienze all’interno del direttivo avevo intuito quanto tempo occorresse per svolgere bene il mandato presidenziale. Ma la mia stima è risultata errata per difetto!

Impegno in quali direzioni?
La società ha sempre fermamente creduto che l’obbiettivo su cui orientare i propri sforzi è il mondo dei giovani; una società che non dà spazio alle nuove leve non ha futuro. Nel mio quotidiano, ho continue occasioni di contatto con ortodontisti che un tempo non avremmo esitato a definire “di belle speranze”, quelle che oggi invece vacillano, mentre è palpabile la preoccupazione dinanzi al futuro. Sentiamo il dovere di progettare insieme un avvenire più promettente per loro, chiamati a operare in un contesto globalizzato, sempre più competitivo. È una sfida da vincere, investendo sulla qualità, a partire da una formazione di livello internazionale per arrivare alla razionalizzazione del lavoro quotidiano, reso più efficiente da moderni principi di management, in modo da intercettare in parte quel 50% circa che oggi non può permettersi cure ortodontiche.

Quindi, un supporto polivalente 

Qualità, efficienza, comunicazione, formazione, management, aggiornamento continuo…, tutte tematiche cui non può che essere sensibile un libero professionista come me, che vive ogni giorno le sfide della customer satisfaction e della gestione dello studio-azienda.

E per quanto attiene alla “qualità interna”?
Parlando dell’organizzazione e dei servizi SIDO, non dimentichiamo che è una società certificata UNI EN ISO9001:2008. La qualità sostanziale deve però essere resa nota all’esterno, percepita dal grande pubblico ed evolvere in un vero e proprio brand. Per rafforzare l’immagine, non puntiamo su campagne mediatiche eclatanti, basta che il pubblico conosca meglio le nostre attività e ne comprenda l’importanza. L’operato quotidiano ha importanti ricadute su molteplici individui e istituzioni: innanzitutto sui soci, che usufruiscono dei servizi SIDO, e sui pazienti, che entrano nei nostri studi, per incontrare professionisti ben formati e aggiornati.

Altri destinatari, oltre i soci?
Con il diffondere il sapere scientifico riguardo ai temi della salute, le campagne di visite specialistiche gratuite, come il mese della salute orale sponsorizzato da Colgate, la SIDO rende un servizio utile anche alla comunità e allo Stato. Negli anni ha anche saputo sviluppare relazioni costruttive con categorie professionali vicine all’attività quotidiana quali igienisti dentali e odontotecnici, da tempo presenti con apposite sessioni ai nostri congressi. Un filone promettente da incoraggiare e implementare con altre tessere del mosaico. Come ad esempio, con la logopedia, grande miniera di concetti e di operatività preziose per i pazienti.

E che cos’altro?
Se occorrono qualità ed efficienza per affrontare le sfide del mercato con l’eccellenza clinica, c’è anche bisogno di un profilo etico elevato, un impegno sociale e di molta umanità nei rapporti con il paziente, come esige il giuramento di Ippocrate. Queste le linee guida vincenti.

L’ortodonzia è ancora una specialità essenzialmente rivolta all’infanzia?
L’ampiezza dei mezzi terapeutici e le vaste conoscenze scientifiche che li sostengono hanno permesso di superare la barriera dell’età estendendo i benefici dell’ortodonzia a tutti verso gli estremi opposti: da un lato un’età sempre più precoce e dall’altro pazienti con un’età sempre più avanzata.

Nel caso dei bambini, sempre, ovviamente, in sinergia con il pediatra…
La salute, non solo orale, dei bambini e la collaborazione con le altre figure mediche sono temi cari alla nostra tradizione culturale. Quando giungono alla nostra osservazione i piccoli pazienti sono da tempo seguiti dal pediatra, il quale, se adeguatamente formato, occupa un punto di osservazione privilegiato e autorevole da cui intercettare precocemente molte condizioni che, se invece trascurate o affrontate tardivamente, possono produrre effetti negativi per la salute. Ben vengano quindi relazioni interdisciplinari, dal livello istituzionale con le società scientifiche più rappresentative fino ai contatti diretti di ciascuno con gli specialisti delle varie branche operanti nel territorio.

E con gli adulti?
Sul fronte dell’età matura, l'ortodontista sempre più spesso interviene su pazienti con problemi complessi che richiedono interventi multidisciplinari. Spesso la motivazione del paziente riguarda l’aspetto più evidente, l’alterazione estetica, ma una cura deontologicamente corretta non può non tener conto della compromissione anatomo-funzionale sottostante che richiede il recupero dei parametri neuromuscolari, articolari, occlusali, parodontali e non solo estetici.

Due età, due sfide…
Gli opposti estremi dell’età precoce e dell’età adulta con compromissioni complesse rappresentano per me gli aspetti più stimolanti dell’ortodonzia, cui ho dedicato gran parte del mio interesse professionale. Per questo riserverò un evento all’ortodonzia intercettiva (o early treatment) e un altro mirato sull’ortodonzia.

Qualche altra sfida importante per la SIDO?
Un’altra “frontiera” estremamente impegnativa a cui dedichiamo il massimo dell’attenzione e delle energie, è il contesto internazionale in cui la società si muove da tempo con autorevolezza e contributi significativi, non solo culturali. Nostri soci sono ai vertici di società scientifiche internazionali o hanno ottenuto riconoscimenti prestigiosi world wide. Il ruolo guida culturale nel Mediterraneo, attraverso il MOIP, è un’opportunità da coltivare con il massimo impegno. Così come l’Expo mondiale a Milano e l’EOS a Venezia (entrambe nel 2015), sono altre grandi occasioni per estendere la visibilità e l’influenza della SIDO in Europa e nel mondo.

È vero che l’ortodonzia ha molte anime?
All’interno della nostra società convivono diverse anime, rappresentative dei molti modi di vivere la specialità: dalle aule universitarie agli ospedali, ai differenti tipi di servizio pubblico fino agli innumerevoli studi privati, organizzazione e collocazione. Diversità insanabili? Tutt’altro! Punti di osservazione così diversi sono una ricchezza, un valore aggiunto che contribuisce a maturare una visione più concreta del variegato fenomeno chiamato “ortodonzia”, a coglierne aspetti e sfumature meno noti, a comprendere meglio cosa il mondo esterno si attende da noi.

Con un denominatore comune, tuttavia…
La mia convinzione o, meglio, la mia certezza è che tutti i soci, nessuno escluso, si riconoscano nell’amore sincero per la specialità e nel desiderio di migliorarsi per il bene dei pazienti. In altri termini, si può ben percepire una solida unità di intenti nella legittima diversità di orientamenti e aspettative, un possibile collante con cui cercar di ricostituire un’unità anche formale, a vantaggio di rappresentatività e rispettabilità a tutti i livelli.

Può citare un altro carattere distintivo della SIDO?
Vorrei ancora ricordare la solidarietà, che la società alimenta con iniziative e impegno, quotidianamente praticata con generosità e discrezione da moltissimi associati. È forse la nostra virtù più nascosta e quindi più preziosa, da incentivare sempre più sia verso quei soci che dovessero incorrere in difficoltà, sia sovvenendo ai bisogni di portatori di malocclusioni anche molto gravi, ma in condizioni socio-economiche tali da non consentire l’accesso alle cure.

C’è anche una SIDO al femminile?
Non ho dedicato finora una sola parola all’“altra componente”, non per disattenzione o mancanza di stima: le donne SIDO non hanno bisogno di proclami di “pari opportunità” o “quote rosa”, perché da sempre occupano ruoli significativi esclusivamente sulla base delle capacità e del merito personale: Abbiamo infatti due donne già elette alla guida della ocietà nel 2016 e nel 2017.

Per concludere?
Nel ricordare il motto scelto dai padri fondatori per il GISO (Gruppo Italiano Studi Ortodontici), la culla da cui nel 1968 nacque la SIDO, ossia «by uniting we stand, dividing we fall», chiudo con l’esortazione a far nostra, tutti insieme, una “cultura del sorriso” nella divulgazione del potenziale della nostra specialità e, anche e soprattutto, nei rapporti tra noi tutti.

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