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Impianti pterigoidei: un corso a Torino

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lun. 20 giugno 2022

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La storica sede torinese dell’Istituto di Anatomia Umana ha ospitato sabato 28 maggio una delle tappe del programma che il dott. Luigi Grivet Brancot da anni svolge, attraverso varie sedi, per la formazione e tutoraggio anato-odontoiatrico.

La sessione era dedicata all’impianto pterigoideo, diverso da quello zigomatico, più affine ai chirurghi maxillo-facciali. Un iter che vede coinvolti vari istituti tra i quali il Centro di Biotecnologie dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, l’ICLO di Verona, l’Istituto di Anatomia di Liegi (Belgio) in un progressivo affinamento delle conoscenze.

Quasi misconosciuta nella realtà, l’implantologia pterigoidea, oltre ad essere poco insegnata, è spesso confusa con altre. È in grado di risolvere immediatamente gravi carenze, ovviate in genere attraverso soluzioni economicamente più impegnative e dalla morbilità estremamente più complessa.

L’iter formativo comprende più tappe, una delle quali presso l’Istituto Anatomia Umana di Torino. Qui si stabiliscono gli indispensabili fondamentali su cui erigere le costruzioni successive che impegneranno altri Istituti, ciascuno con la messa in pratica di una porzione d’insieme, a completamento della preparazione nei suoi vari aspetti: anatomo-chirurgico-protesico.

Intenso il dibattito sulla chirurgia guidata nella sua declinazione odontoiatrica, focalizzate le strutture anatomiche specifiche e varianti, attraverso il materiale didattico a tal fine selezionato nel tempo e messo a disposizione dell’Istituto. Materiale del resto indispensabile per conoscere la collocazione spaziale delle strutture sensibili circostanti per padroneggiare questo tipo di implantologia.

Sono stati adottati inoltre supporti tecnologici d’avanguardia, per acquisire gli automatismi necessari alla messa in atto di una tecnica versatile, in grado di risolvere con immediatezza un difetto molto frequente. La lezione anatomo-clinica ha coinvolta la platea rappresentata dalle branche chirurgiche dell’odontoiatria in un’atmosfera favorevole al flusso delle informazioni.

In una giornata di grande valenza conoscitiva e ricca di novità prospettiche, l’esposizione e la condivisione di osservazioni non convenzionali, frutto di ricerche effettuate dal relatore e dal suo gruppo presso l’Istituto e a loro volta arricchite dall’apporto di colleghi delle Università presso le quali Grivet tiene corsi, hanno reso possibile la condivisione di vari filoni di ricerca.

Quali passi successivi il programma prevede un “cadaver-lab”, dove si riverseranno le cognizioni acquisite, oltre ad un tutoraggio sui pazienti, quale necessario trampolino per spiccare il volo: che sia da solisti, non da cuori solitari.

Un modello formativo strutturato in tal modo offre una preparazione completa nell’attuare su pazienti una soluzione peraltro scarsamente adottata, bisognosa, d’altro canto, di un’abbondante preparazione anatomo chirurgica, ma complementare anche ad una curva d’apprendimento adeguata. Un addestramento formativo reso disponibile da anni di studi e di pratica presso vari Istituti anatomici Italiani e non espressione di un gruppo di professionisti con vocazione didattica europea.

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