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Il valido contributo dell’igienista dentale nell’individuazione del cancro orale

Elisabetta Polizzi

Elisabetta Polizzi

mer. 22 giugno 2011

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Il cancro orale è una patologia maligna che ha esiti rilevanti sui pazienti affetti, sui familiari e sulla collettività. Nel 2008 ne sono stati diagnosticati oltre 600 mila casi nel mondo. È l’ottavo tumore più diffuso (il 3-5% di tutti i tumori maligni diagnosticati) e il più comune nei Paesi in via di sviluppo.

Legato probabilmente alla diversità degli stili di vita e ai fattori predisponenti, presenta un’incidenza più elevata nei maschi. Di tasso variabile tra 1 e 10 casi su 100 mila abitanti, è in progressivo aumento in molti Paesi, in individui di età maggiore ai 40 anni, con tendenza all’abbassamento dell’età di incidenza. Con un tasso di sopravvivenza di circa il 46% a cinque anni (minore rispetto a tutti i principali tipi di cancro, essendo la maggior parte delle lesioni diagnosticate in stadio avanzato) provoca ogni anno la morte di oltre 120 mila individui. In Italia i dati evidenziano circa 4000 casi l’anno, con incidenza del 8,44 nei maschi e 2,22 nelle femmine ogni 100.000 abitanti, e un indice di mortalità annuo rispettivamente di 2,7 e 0,62.
Se intercettato precocemente, vi è una probabilità di sopravvivenza superiore rispetto ad altri tipi di cancro, potendo la mortalità esser drasticamente ridotta con interventi educativi e sanitari. La maggior parte degli esiti è attribuibile a fattori di rischio modificabili quali il tabagismo, il consumo di alcolici e superalcolici. L’associazione tra fumo e superalcolici aumenta il rischio in modo esponenziale, mentre la dismissione dal fumo riduce significativamente il rischio dopo un intervallo tra i 5 e 10 anni.
Un livello non ottimale d’igiene orale costituisce un fattore importante tra i predisponenti. Studi epidemiologici riportano anche come un’alimentazione con assunzione abitudinaria di frutta e vegetali modifichi il rischio di contrazione.
Per il miglioramento della salute orale non si può trascurare una programmazione d’assistenza a tutti i livelli e condivisa da tutti gli operatori sanitari abilitati ad interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
Più frequentemente localizzato ai bordi laterali e nella parte ventrale della lingua, al pavimento orale e nella regione palatale. Essendo non sempre clinicamente distinta la presentazione, l’unica opportunità è rappresentata dalla programmazione collettiva di una valida procedura di intercettazione e diagnosi in tutti i pazienti che presentino una qualunque lesione delle mucose orali.
Principi fondamentali devono condurre l’odontoiatra e l’igienista dentale all’impostazione di un iter corretto nei pazienti che presentano alterazioni delle mucose orali. Più frequentemente benigne esse si risolvono spontaneamente in un massimo di circa 14 giorni. L’OMS raccomanda di considerare potenzialmente maligne, e sottoporre ad accertamento diagnostico le lesioni che non regrediscano spontaneamente o con la rimozione degli irritanti locali entro tale periodo.
Anche se il paziente si rivolge all’odontoiatra riferendo problemi odontoiatrici, per una seduta di controllo o per richiami d’igiene orale professionale, occorre, adottare una metodologia di consuetudine mediante un esame obiettivo accurato extra ed intra-orale per evidenziare eventuali alterazioni dei tessuti orali e provvedere all’impostazione di un corretto iter diagnostico.
Per prevenire il cancro della bocca si devono porre in essere strategie comuni a tutto il team odontoiatrico rendendo consapevole il cittadino sulla gravità della patologia e sui fattori di rischio correlati, noti e predisponenti. Fondamentale renderlo edotto sull’esigenza di una intercettazione precoce di lesioni pre-maligne e maligne.
Tutti gli operatori sanitari in veste di educatori devono promuovere la sua salute orale attraverso l’informazione sui rischi connessi all’uso di tabacco e alcolici, per favorire stili di vita corretti, sensibilizzare ad standard elevati d’igiene orale e avviare la consuetudine di “auto-esaminarsi”. Occorre rendere consapevole il paziente della necessità di regolari controlli periodici per mantenere la salute della bocca impostando un iter diagnostico/terapeutico corretto, specie in presenza di lesioni o condizioni delle mucose non nella norma.
Come operatore sanitario l’igienista dentale ha il dovere, nelle sedute volte al mantenimento dello stato di salute del paziente e al monitoraggio di interventi di prevenzione terziaria, di segnalare tempestivamente all’odontoiatra qualsiasi condizione che non rientri nei limiti della norma. Molto importante inoltre la sua collaborazione all’interno del team inserito nei protocolli di sensibilizzazione ed educazione del paziente e della comunità sul raggiungimento di un livello di igiene domiciliare soddisfacente, condizione effettiva in termini di prevenzione a 360° correlata anche a patologie sistemiche.
L’igienista dentale non può formulare diagnosi. Tale sua condizione porta a dover necessariamente segnalare all’odontoiatra di riferimento ogni modificazione riscontrata a livello del cavo orale di qualsivoglia natura origine. Imperativo che il paziente non si “allarmi” e che l’igienista dentale si riferisca all’odontoiatra, cui spetta l’intervento diagnostico e terapeutico.
 

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