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Il saluto inaugurale di Nicola Perrini e l’accenno al “dove stiamo andando” degli Amici

mer. 6 maggio 2015

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Il saluto di Nicola Perrini all’apertura della 58a edizione del Congresso di Rimini non può non fare riferimento al “mutamento epocale” che spetta agli Amici, almeno dal punto di vista nominale, ma anche organizzativo gestionale.

Questa infatti è l’ultima edizione degli Amici di Brugg nella forma tradizionale, perché nel 2016 torneranno in una sede che fu già loro in passato, agendo in autonomia rispetto all’antico partner UNIDI.

La mutazione genetica epocale non può non dare spazio al momento di tagliare il nastro dell’edizione 2015, quindi, a una riflessione sul “dove stiano andando” gli Amici.
Soprattutto, cosa rimarrà del loro carisma e ispirazione iniziali maturati nel secondo dopoguerra? L’attuale presidente che entrò negli AdB nel 1969, quindi figura e memoria storica degli “Amici”, guarda al passato cercando di proiettarsi nel futuro.

«Come “Amici” tenderemo alle nostre origini più semplici – profetizza –. Meno budget e congressi faraonici, meno gravose ospitalità e costose dirette satellitari. Quale sarà il domani – sottolinea – di una cosa sono certo. Che noi Amici cerchiamo oggi e cercheremo di fare sempre un’odontoiatria vera, scientificamente indipendente, non manovrata».

Altro flash sul futuro possibile: «Torneremo ad essere quel che siamo sempre stati: una società scientifica, da cui tutte le altre hanno tratto ispirazione e che opera all’insegna della multidisciplinarietà e gratuità». In questo senso, con l’apertura di questa 58a edizione, il futuro è già cominciato.

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