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Il ruolo della tecnologia in odontoiatria

Roly Kornblit (©Roly Kornblit)
Patrizia Biancucci

Patrizia Biancucci

mer. 28 agosto 2019

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Laser, ortodonzia 4D, scanner intraorali e stampanti 3D sono solo alcune delle innovazioni tecnologiche che stanno trasformando il mondo dell'odontoiatria. Ma c’è da chiedersi se i progressi digitali consentano davvero maggiore rapidità d’intervento, alta precisione e personalizzazione delle cure o se invece servano più a rinnovare l’immagine del dentista, e dello studio dentistico, in un libero mercato in crescente concorrenza.

Iniziando già dalla diagnosi, le nuove tecnologie hanno indubbiamente cambiato la pratica di alcune cure dentali, portando non solo al miglioramento delle prestazioni ma anche al successo dello studio odontoiatrico, inteso come un’impresa commerciale, grazie anche a una consistente riduzione dei costi. Uno dei massimi esperti mondiali di Laser e di tecnologia avanzata è il prof. Roly Kornblit, una lunga carriera scientifica in qualità di docente presso università italiane, europee e israeliane, è stato professore di Laser presso il Master in Odontoiatria Pediatrica, Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche, Università La Sapienza di Roma, e nella stessa università, coordinatore scientifico del Master Europeo di Laser in Odontoiatria EMDOLA (http://www.laser-master-dentistry.com/home.htm).

Dal 2006 a tutt’oggi unisce l’attività di docente universitario a quella di relatore a Congressi Internazionali sul laser in Odontoiatria e tiene corsi base e avanzati sullo stesso argomento.

Insieme alla prof.ssa Antonella Polimeni, preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria de La Sapienza di Roma, è autore del libro “Laser e Odontoiatria Pediatrica”. Con una relazione dal titolo quantomeno sferzante “L’alta tecnologia nello studio dentistico: mero strumento di marketing o scienza proficua?”, il prof. Roly Kornblit parteciperà al III Congresso Management dello studio e della professione odontoiatrica “La diagnosi come chiave di successo dello studio odontoiatrico”, 27-28 settembre 2019 a Marina di Carrara. L’obiettivo è la valutazione dei diversi aspetti della moderna Odontoiatria: la minore invasività delle tecniche a disposizione, come lo scanner intraorale o il Laser, che hanno trasformato la visita dal dentista in un incontro meno traumatico; la sicurezza, dove ad esempio la nuova Tomografia computerizzata Cone Beam (CBCT), che sta sostituendo la vecchia TAC, espone il paziente a una quantità di radiazioni notevolmente più bassa; le nuove tecnologie che, puntando su dispositivi dall’aspetto sempre più moderno e su materiali innovativi, apportano evidenti miglioramenti alla qualità della comunicazione con i pazienti. Riguardo l’alta tecnologia sentiamo cosa ne pensa il prof. Kornblit: se ha realmente rivoluzionato il modo di lavorare dei settori inerenti alla salute della bocca, e se, allo stesso tempo, è anche un mezzo per migliorare il marketing delle prestazioni odontoiatriche.

Prof. Kornblit, quando parla di alta tecnologia di fronte a un uditorio di dentisti, quali differenze trova tra i cosiddetti nativi digitali (under 40) e i migranti digitali (over 50)?
Sì, c’è una differenza. I nativi digitali sono molto più curiosi verso l’alta tecnologia e sono quindi un pubblico più propenso all’ascolto. Con loro è più facile parlare dell’inserimento dell’alta tecnologia all’interno della professione, sia dal punto di vista clinico che come strumento di comunicazione e autopromozione. Inoltre, l’interesse e l’approccio dei nativi digitali verso la tecnologia è un fatto naturale perché sono cresciuti in un ambiente di per sé già tecnologico. I professionisti over 50, di contro, si avvicinano all’alta tecnologia in maniera meno spontanea: lo fanno perché sanno che questa è la tendenza del mercato e perché possono trarne dei vantaggi perlopiù a livello di immagine, ma ne sono più estranei.

Considerando il rapporto costi/benefici, crede che ci sia una tecnologia diciamo “basica” di cui debba dotarsi lo studio monoprofessionale?
A mio avviso, uno studio monoprofessionale dovrebbe essere provvisto di un laser versatile e di uno scanner intraorale. Il laser versatile, utilizzabile sia sui tessuti molli che sui tessuti duri, è un dispositivo trasversale, che può essere impiegato in numerosi trattamenti, consentendo quindi dei vantaggi immediati a livello clinico e un incremento delle entrate. Lo scanner intraorale, invece, è un dispositivo che accelera i tempi per ottenere un manufatto protesico più preciso e abbatte i costi per il professionista.

Lei, che è uno dei maggiori esperti al mondo, ci vuole dire quali e quante applicazioni ha il Laser in odontoiatria?
Il laser è impiegato nella maggior parte delle cure odontoiatriche, dalla cura della carie, dove ha sostituito il vecchio trapano, alla cura delle malattie parodontali e della “malattia del secolo”, cioè  la perimplantite, per la quale il laser è l’unico rimedio valido oggi, fino alla chirurgia dell’osso e delle gengive. Il laser rappresenta inoltre un vantaggio anche per le Igieniste dentali in quanto migliora e facilita la disinfezione delle tasche parodontali, che sono il segnale della malattia delle gengive.

Prof. Kornblit, il titolo della sua relazione induce a pensare che l’alta tecnologia, utilizzata per migliorare scientificamente diagnosi, terapia e prognosi, sia di per sé un valido strumento di marketing anche soltanto per l’immagine che il dentista da di sé. Giusto?
In una società iperconnessa, dove la tecnologia è impiegata anche per pagare il parcheggio dell’auto, ritengo sia naturale che chi si rivolge a un professionista della medicina si aspetti di trovare l’alta tecnologia anche in ambito clinico. Chi non si adegua alle richieste del mercato sarà inevitabilmente sempre più escluso.

Quale ritiene sia stata la vera grande rivoluzione negli ultimi trent’anni di storia odontoiatrica?
L’odontoiatria fatica a seguire la rivoluzione tecnologica che ha cambiato altri ambiti della nostra vita, a differenza della medicina che invece l’ha inserita più facilmente. Mi sono chiesto più volte il perché e faccio fatica a capire come mai tanti colleghi in tutto il mondo utilizzino gli stessi mezzi e sistemi da oltre 50 anni. Ci vorrebbe un cambiamento radicale che parta dalle Università, deputate a preparare i futuri professionisti. Il giorno in cui il mondo accademico inserirà tutta l’alta tecnologia e gli annessi trattamenti come parte integrante del corso di studi, abbandonando le vecchie metodologie, forse inizierà la vera grande rivoluzione. 

L'articolo è stato pubblicato per la prima volta su "managementodontoiatrico.it".

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