DT News - Italy - Il Risk Management in Odontoiatria al centro nel rapporto medico paziente

Search Dental Tribune

Il Risk Management in Odontoiatria al centro nel rapporto medico paziente

Luigi Paglia

Luigi Paglia

mar. 31 gennaio 2012

salvare

Cos’è il Risk Management? Si può definire come il sistema fondato su una metodologia logico-sistematica che attraverso step successivi consente di analizzare, comunicare ed eliminare i rischi associati a qualsiasi attività o processo in modo da minimizzare le perdite e massimizzare le opportunità.

Primo passo fondamentale per “gestire il rischio” è conoscere prima gli eventi potenzialmente dannosi, la frequenza con cui si possono manifestare e l’impatto che possono avere. Senza conoscere “l’epidemiologia del rischio” intesa come la probabilità di eventi-causa di perdite o danni (a strutture e/o persone fisiche, danni economici o di immagine) non si possono preparare o adottare azioni correttive, preventive e migliorative.
Se il paziente allo studio dentistico chiede un’assistenza e riceve invece un danno, si ha il fallimento non solo della prestazione, ma anche dell’intero sistema che viene meno allo scopo per il quale è stato concepito. Parlare, dunque, di qualità di cure significa oggi parlare di efficienza ed efficacia delle prestazioni ma anche e soprattutto di sicurezza del servizio offerto. In effetti è ormai tempo di pensare alla sicurezza come a un requisito del sistema e all’evento avverso come al frutto di un’interazione tra fattori tecnici, organizzativi e di processo piuttosto che di un singolo errore umano.
I vantaggi offerti dallo sviluppo e dall’applicazione di un sistema di gestione del rischio sono molteplici e hanno, dunque, ricadute positive:
- sulla qualità dell’assistenza, riducendo i rischi legati al processo diagnostico, terapeutico–assistenziale, con maggiori garanzie di sicurezza per il paziente (miglioramento dei rapporti con l’utenza e dell’immagine dello studio dentistico);
- sui professionisti, tutelandoli rispetto alle accuse di malpractice (riduzione del contenzioso legale);
- sui premi assicurativi.
I rischi che possiamo identificare nella attività odontoiatrica sono così riassumibili: da radiazioni, biologico, clinico.

Rischio da radiazioni
In campo odontoiatrico l’utilizzo delle radiazioni ionizzanti è indispensabile per poter:
- porre una diagnosi;
- decidere un piano di cura;
- monitorare le fasi di trattamento o lo sviluppo di lesioni.
La pratica clinica dev’essere sempre più basata sulle evidenze scientifiche e anche l’uso delle radiazioni ionizzanti deve seguire questa logica. In particolare è il principio della giustificazione che deve essere declinato e adattato alla nostra specialità e al livello delle conoscenze scientifiche raggiunte nei singoli settori. Alcuni sono stati sottoposti a sistematiche revisioni scientifiche e possono quindi trarne raccomandazioni di grande valore scientifico. Dove ciò non avviene,bisogna almeno riferirsi alle opinioni di esperti o alla revisione convenzionale della letteratura.

Rischio biologico
Una risposta capace di migliorare gli standard di sterilizzazione e disinfezione è possibile, ma, secondo un modello ideale e vincente, gli studi dovranno trasformarsi in piccole ma efficienti sale operatorie, pur nel ragionevole adeguamento alle peculiarità degli interventi odontoiatrici. Lo richiedono i progressi dell’odontoiatria che portano a eseguire interventi a contenuto tecnico-organizzativo sempre più elevato, ma anche a maggior rischio d’infezione. L’ambiente in cui si opera - il cavo orale - e i sofisticati dispositivi medici utilizzati, rendono particolarmente complesso il controllo di tale rischio. Il professionista lungimirante, abile tecnicamente e responsabile eticamente, ha come imperativo prima di tutto la sicurezza del paziente, ma anche quella del personale addetto e, non ultimo, di sè medesimo. Per tutti, è richiesta la massima protezione da ogni infezione, crociata e non. Sono gli stessi pazienti, sempre più attenti, informati ed esigenti, a chiedere di essere rassicurati sugli standard igienici adottati. Per dare risposte serie diventano dunque imprescindibili la gestione integrata delle procedure e dei protocolli per la sicurezza biologica, l’aggiornamento dello strumentario e dell’organizzazione degli ambienti di lavoro, l’approccio accurato alle fasi di sterilizzazione/preparazione/riordino. A fronte di un contenzioso è così possibile dimostrare perizia, efficienza e qualità igienica.

Rischio clinico
Ci sono pazienti che non si possono trattare, ma non ne esistono che non si possono danneggiare. La pratica clinica deve essere ispirata alle migliori evidenze scientifiche disponibili. Solo così i rischi fatti correre ai pazienti col trattamento sono eticamente accettabili e assicurabili. L’analisi della letteratura scientifica e i dati desunti dai trial clinici sono tra le fonti più importanti che devono orientare la pratica clinica. A questo punto sarà compito dell’Ordine stimolare le istituzioni sulla necessità di un’inversione di tendenza nella conflittualità tra medico e paziente, definendo meglio il nesso di causalità e il concetto di “colpa” per eliminare incertezze ed evitare che la colpa venga riconosciuta di fronte alla semplice probabilità. Quanto all’Ordine, si può forse pensare che la sua azione come organismo di supervisione o disciplinare appartenga al passato? In ambito odontoiatrico è indispensabile un ruolo più incisivo e responsabile della CAO che la porti ad assumere un ruolo di guida e di orientamento professionale, come per la creazione del dossier formativo individuale per liberi professionisti è previsto dal testo varato dalla Commissione Paritetica Stato-Regioni relativo al Programma Nazionale ECM. In questo momento di riflessione e di cambiamento l’Ordine deve essere in grado di offrire stimoli culturali favorendo la discussione delle nuove tematiche professionali e avanzando proposte. Deve in particolare sottolineare l’importanza delle tematiche deontologiche e calarle nella realtà quotidiana ritagliandosi un ruolo di garante formale e sostanziale di quell’alleanza tra medico e paziente che il nuovo codice deontologico auspica con forza: un Ordine, insomma, come guida al cambiamento e al nuovo patto col cittadino che, a ragione, chiede cure sicure in un ambiente controllato. I media contribuiscono a creare la convinzione che tutto quanto succede in campo medico risieda soltanto nella funzione unica, individuale ed esclusiva del medico che ha di fronte in quel momento. Non è così. Dobbiamo usare i nostri strumenti per spiegarlo dato che questa percezione crea il primo momento discorsivo nel rapporto medico-paziente.
 

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement