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Il piano di trattamento implantare deve essere adattato ai fumatori, così suggerisce la ricerca

Visto che il fumo pesante può causare una guarigione più lenta dell’osso perimplantare, un recente studio sostiene che i chirurghi dovrebbero prendere in considerazione un adeguamento della pianificazione dell’impianto per i fumatori (Foto: ©EyeSeePictures/Shutterstock).

ven. 27 gennaio 2017

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Xi’an, Cina – Uno studio cinese ha messo a confronto la stabilità degli impianti con la risposta dei tessuti perimplantari in alcuni soggetti fumatori forti e non fumatori e ha scoperto che il fumo non ha influenzato il successo complessivo della chirurgia implantare, così come tutti gli impianti hanno ottenuto un’osteointegrazione senza complicazioni, almeno fino alla fine della 12a settimana dopo il posizionamento. Tuttavia, il fumo ha fatto sì che il tessuto osseo intorno agli impianti guarisse più lentamente; è per questo che gli impianti hanno cominciato il processo di osteointegrazione molto più tardi rispetto a quanto accaduto al gruppo di non fumatori.

La ricerca ha dimostrato che il fumo può condizionare negativamente l’integrazione tra impianto e osso. Al fine di migliorare i risultati del trattamento ed evitare il fallimento dell’impianto, i chirurghi devono avere ben chiaro come certe abitudini dei pazienti – come il fumo – influenzeranno l’intero processo di guarigione.

Nel corso della ricerca, 45 impianti ITI (Straumann) sono stati inseriti nelle mandibole posteriori parzialmente edentule di 32 pazienti di sesso maschile, di cui 16 erano fumatori forti e 16 non fumatori. La stabilità dell’impianto e la risposta dei tessuti perimplantari sono state valutate a 3, 4, 6, 8 e 12 settimane dall’operazione.

Anche se gli impianti di entrambi i gruppi hanno raggiunto l’osteointegrazione entro la fine della dodicesima settimana, il processo di guarigione differiva significativamente tra i non fumatori e i fumatori pesanti. Nei non fumatori, la stabilità era migliore e gli impianti si sono integrati meglio nel tessuto osseo già dopo la seconda settimana. Nel gruppo dei fumatori, invece, gli impianti hanno cominciato dopo l’osteointegrazione e sono diventati più stabili solo dopo la terza settimana.

Nonostante si siano riscontrati risultati positivi a breve termine in entrambi i gruppi, i fumatori hanno dimostrato più problematiche, tra cui una maggiore perdita ossea attorno agli impianti e tasche parodontali dei tessuti molli più profonde. Tuttavia, il fumo non ha avuto alcun effetto significativo sulla formazione di placca o sul sanguinamento sulculare nel gruppo di studio.

Alla luce dei risultati ottenuti, i ricercatori hanno suggerito che per i chirurghi potrebbe essere necessario modificare il proprio programma di carico dell’impianto standard per quei pazienti che fumano pesantemente. Inoltre, i fumatori devono essere consapevoli che questa loro abitudine favorisce una perdita di osso marginale e l’ulteriore aumento delle tasche dentali, e potrebbe quindi portare a complicazioni anche dopo l’osteointegrazione – hanno concluso i ricercatori.

Lo studio, intitolato “Effect of heavy smoking on dental implants placed in male patients posterior mandibles: A prospective clinical study”, è stato condotto dai ricercatori del First Affiliated Hospital dell’Università di Xi’an Jiaotong in Cina. I risultati sono stati pubblicati sul numero di dicembre 2016 del Journal of Oral Implantology.

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