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Il laser in implantologia: azioni e vantaggi. Analisi dell’utilizzo dei laser in chirurgia dopo 15 anni di follow-up dalla fondazione di AIOLA, fatti e certezze

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Una grave perimplantite con iniziale mobilizzazione dell’impianto trattata con laser a erbio e innesto di biomateriali.
M. Maggioni, T. Attanasio, S. Grandini

M. Maggioni, T. Attanasio, S. Grandini

mer. 3 giugno 2015

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Da una intuizione di Einstein, nel 1960 Maiman realizzò una macchina in grado di generare un flusso di radiazioni elettromagnetiche caratterizzate da coerenza, collimazione e monocromaticità; questa è la data di nascita del laser.

Molti sono i campi di applicazione di questo particolare tipo di energia e, viste le caratteristiche di interazione che essa possiede nei riguardi dei tessuti biologici, la medicina ha fatto proprio, ormai da decenni, quello che è divenuto mezzo di cura indispensabile: il laser. Anche in odontoiatria l’uso del laser si è diffuso sempre maggiormente, dapprima come ausilio alle tecniche convenzionali, poi come unico strumento di cura. Il ventaglio delle lunghezze d’onda adoperato in medicina si estende dall’ultravioletto all’infrarosso, in odontoiatria le lunghezze d’onda usate vanno invece dal visibile dei 480 nm del laser ad argon fino ai 10.600 nm del laser a CO2.
In questo ventaglio si possono individuare i laser più adoperati in questa branca che sono rappresentati dal laser a diodi con lunghezze d’onda tra gli 800 e i 900 nm, dal laser a neodimio di 1064 nm e dal laser a erbio di 2940 nm. Accanto a questi, in continuo aumento, è l’uso di laser a diodi localizzati nel visibile 660-680 nm utili nella biostimolazione e del laser KTP, una fonte di 532 nm basata su un laser a neodimio la cui lunghezza d’onda vien dimezzata interponendo un cristallo di fosfato di potassio e titanio.
Ogni lunghezza d’onda ha proprie caratteristiche che dipendono dalle proprietà ottiche dei tessuti. Molecole, enzimi corpuscoli cellulari hanno caratteristiche diverse di assorbimento delle diverse lunghezze d’onda, ciò spiega la diversa azione di ogni singola lunghezza d’onda sui tessuti trattati. Su queste interazioni si basa, come si vedrà meglio in seguito, la scelta del laser di elezione per il trattamento da eseguire.
La luce coerente è quindi ormai entrata a pieno titolo in tutte le branche della moderna odontoiatria, al laser è riservato il ruolo di assistenza a diverse discipline con funzione di integrazione delle metodiche convenzionali o di mezzo unico attraverso il quale portare a termine l’intero intervento terapeutico. In chirurgia, in particolare, varie lunghezze d’onda permettono di effettuare interventi più delicati e risolutori in tempi più brevi rispetto a quelli necessari con le metodiche tradizionali. Anche l’implantologia, per scopi e necessità diverse, si avvale dell’ausilio delle sorgenti laser.

 

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