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Il cancro orale questo sconosciuto: corso alla Sapienza di sensibilizzazione al problema

Early Oral Cancer, la giornata di aggiornamento professionale si è tenuta a Roma, il 24 settembre, presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali della Sapienza.
A. Del Vecchio

A. Del Vecchio

ven. 7 ottobre 2016

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Sabato 24 settembre si è svolta a Roma presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali della Sapienza una giornata di aggiornamento professionale dal titolo: “Early Oral Cancer”. Nato dalla collaborazione tra A. Polimeni, M. de Vincentiis e M. Lepore, l’evento, ha avuto come principale obiettivo la sensibilizzazione dei medici di base nei confronti del problema “cancro orale” la cui epidemiologia, nel nostro Paese così come in molte altre parti del mondo, evidenzia ancora carenze preoccupanti di approcci preventivi e attenzione alla diagnosi precoce.

Molta parte di questa problematica risiede nella scarsa conoscenza che la popolazione ha circa l’esistenza della patologia, ma la conoscenza è carente anche in molti sanitari. Per migliorare dati non certo confortanti, gli organizzatori hanno individuato nei medici di base la figura da sensibilizzare specificatamente dato il loro ruolo centrale, definito spesso di “prima linea” nella tutela della salute dei cittadini. Per essi l’intercettamento delle lesioni orali neoplastiche o potenzialmente maligne, può risultare decisivo nell’ottica della prevenzione.

L. Lo Muzio ha aperto i lavori con una relazione sulle lesioni epiteliali potenzialmente maligne che rappresentano una tappa preferenziale anche se non obbligata per lo sviluppo del carcinoma orale. A seguire U. Romeo ha analizzato i numerosi fattori di rischio del carcinoma orale: tabacco, alcool, infezioni virali, traumatismi cronici ed ha concluso l’intervento con un spunto di riflessione, recentemente apparso sulla rivista Sciences secondo cui il carcinoma del distretto testa/collo sarebbe uno dei “bad-luck cancers”, ovvero una patologia nella cui insorgenza il concatenarsi di eventi sfavorevoli gioca un ruolo considerevole.

A. Pierangeli ha poi approfondito la tematica del ruolo dell’HPV, in particolare dei genotipi ad alto rischio, come fattore di rischio del carcinoma orale. L. Pacifici ha analizzato gli aspetti epidemiologici della patologia, enfatizzando la grave mancanza nel nostro Paese di un registro tumori nazionale, strumento di base per la corretta analisi epidemiologica di qualsivoglia patologia.
A. Minni ha concluso la prima parte della giornata descrivendo i vantaggi di una nuova metodica diagnostica endoscopica, la Narrow Band Imaging, molto utile nella diagnosi precoce del carcinoma orale.
Il suo approccio multidisciplinare e la centralità del paziente oncologico sono stati gli argomenti principali dei lavori della seconda parte della giornata. Il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo facciali della Sapienza di Roma ha da tempo aperto una nuova strada con il progetto MoMax (Medicina Orale e Maxillo-facciale), fiore all’occhiello dell’Assistenza Sanitaria Nazionale per i pazienti affetti da questa patologia.

Una task-force di odontoiatri e chirurghi maxillo-facciali della Sapienza e del Policlinico Umberto I si riuniscono in un’unica struttura che agevola il percorso del paziente e favorisce l’approccio multidisciplinare alla malattia, cardine essenziale per il trattamento, la gestione e la successiva riabilitazione post terapeutica. Dopo una vivace tavola rotonda condotta tra gli altri da A. Polimeni, M. de Vincentiis, M. Tombolini, V. Valentini e G. Favia, la giornata si è conclusa con una relazione nella quale si è enfatizzato il ruolo di un ulteriore presidio nato dalla collaborazione tra Sapienza e Policlinico, il Tumor Board of Head and Neck Cancer. Settimanalmente odontoiatri, chirurghi maxillo-facciali, radiologi, anatomopatologi, oncologi, radioterapisti e otorinolaringoiatri discutono insieme i casi clinici, delineando un trattamento personalizzato per ciascun paziente. A livello internazionale è ritenuto l’approccio più moderno ed innovativo nei confronti della malattia.

Un vivace il dibattito ha chiuso i lavori, seguiti fino alla fine da un attento pubblico che ha apprezzato il senso ultimo del messaggio della giornata, vale a dire l’importanza che la conoscenza delle lesioni neoplastiche e preneoplastiche orali deve essere il più possibile patrimonio culturale del medico di base al fine di ottimizzarne il riconoscimento precoce e permettere l’invio tempestivo del paziente in un ambito multispecialistico nel quale possa trovare le risposte più adeguate alle sue esigenze terapeutiche e di salute.

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