Noi medici e operatori del settore dentale trascorriamo la maggior parte del nostro tempo all’interno dei nostri studi: per questo motivo cerchiamo di renderli confortabili, sicuri e igienici. Scegliamo materiali pratici, durevoli, resistenti.
La nostra attenzione si focalizza sulle caratteristiche fisico-tecniche ed estetiche della superficie, ma tutti questi materiali, oltre alla superficie, hanno anche una struttura interna composta da strati diversi, da elementi chimici differenti e da collanti; in più, per la loro realizzazione essi sono stati sottoposti a trattamenti, ad alterazioni (fisico-chimiche) e a sostanze speciali.
Tutto questo fa sì che, spesso, al loro interno si abbia la presenza di solventi, di gas e di varie sostanze che con il tempo, e/o sottoposti a sollecitazioni (variazioni di temperature, usura ecc.), decadono e vengono rilasciati nell’ambiente sotto forma di elementi chimici volatili COV (composti organici volatili), elementi la cui peculiare struttura permette di essere facilmente inalati. L’esposizione più o meno prolungata ad alcuni di questi COV provoca effetti acuti e/o cronici sulla salute, effetti che possono variare da quelli leggeri e curabili facilmente (come irritazione agli occhi, al naso, alla gola, mal di testa…) ed essere permanenti o irreparabili (danni al fegato, ai reni, al sistema nervoso), fino a portare al cancro.
La classificazione dei COV comprende vari composti chimici, costituiti da molecole dotate di gruppi funzionali diversi e con comportamenti fisico-chimico differenti; generalmente sono suddivisi in tre categorie in base alle fonte di provenienza:
- composti antropogenici, originati principalmente dalle attività umane, derivati del petrolio e dalle combustioni;
- composti biogenici di origine prevalentemente naturale, come gli oli essenziali vegetali;
- composti sia antropogenici sia biogenici, presenti negli organismi vegetali, ma usati come composti intermedi nella sintesi di biomolecole e largamente sintetizzati industrialmente (materie plastiche e gomme sintetiche).
Sono soprattutto i COV antropogenici a interessarci. Una delle principali fonti dei COV sono le vernici e i rivestimenti protettivi, per i cui solventi sono normalmente usati gli idrocarburi alifatici (l’etili acetato, gli eteri glicolici e l’acetone). In generale è preferibile usare vernici che usino l’acqua come solvente e prediligere le pitture provenienti da pigmenti naturali (terre) più che quelle di sintesi. Attenzione particolare alle vernici spray perché possono contenere cloruro di metilene (come anche gli adesivi), che provoca il cancro negli animali.
Attenzione ai prodotti di pulizia, se utilizzano i clorofluorocarburi, perché possono essere altamente pericolosi (pur se esiste una regolamentazione abbastanza rigida a riguardo); anche il lavaggio a secco, se utilizza il percloroetile, può essere rischioso, poiché, a volte, resta sui tessuti ed è rilasciato nel tempo creando malesseri.
Nella scelta dei mobili si deve evitare la presenza di formaldeide: il composto è cancerogeno. Il suo decadimento è lungo e a emissione lenta. L’esposizione prolungata crea irritazione delle mucose e rende maggiormente suscettibili a ulteriori agenti chimici. La formaldeide può essere presente anche in alcuni materiali da costruzione, nelle vernici, nelle pannellature (da parete e da soffitto) e nelle piastrelle sintetiche.
Poiché spesso è difficile reperire informazioni certe sulla presenza o meno di sostanze generatrici di COV all’interno dei materiali, un modo sicuro per evitare di esservi esposti è quello di assicurarsi una corretta aerazione dei locali: tanto più è maggiore il ricambio dell’aria, quanto più è maggiore la sicurezza che queste sostanze vengano espulse dall’ambiente in cui lavoriamo e abitiamo; in questo caso, sistemi di ventilazione meccanica possono essere di grande utilità poiché assicurano un corretto ricambio d’aria costante nel tempo.
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