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Francesco Riva Cnel: gli odontoiatri sono linfa vitale dell’economia sanitaria

Francesco Riva (© Daniele Toscano).
Patrizia Biancucci

Patrizia Biancucci

gio. 26 marzo 2020

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Acronimi come CNEL, CESE, CIU e altri sono pressoché sconosciuti alla categoria odontoiatrica che, tendenzialmente chiusa nei propri interessi clinici, scientifici, formativi e aziendali (perché lo Studio è un’azienda a tutti gli effetti), al massimo conosce le associazioni di categoria alle quali aderiscono in molti.

Eppure i Medici Odontoiatri appartengono alle cosiddette Professioni Intellettuali, in gran parte come liberi professionisti, e dunque inseriti direttamente o indirettamente in questi fantomatici Enti che sembrano così lontani dalla nostra realtà quotidiana. Ad esempio nel CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, insieme alle rappresentanze delle forze sociali del mondo dell’impresa, del lavoro dipendente, dell’associazionismo sociale e di volontariato, troviamo il lavoro autonomo, vale a dire il libero professionista.

CIU invece è la Confederazione Italiana di Unione delle professioni intellettuali, nata con l’obiettivo di diffondere la cultura delle “sinergie professionali”, ovvero l’azione combinata di differenti professionalità allo scopo di ottenere risultati migliori rispetto a quelli che si otterrebbero individualmente. Prevede quindi una “sinergia sociale” favorendo il dialogo fra pubblico e privato, tra quadri, professionisti, ricercatori, operatori delle professionalità elevate, cooperative tra professionisti e microimprese. Partendo dal presupposto che le elevate professionalità costituiscono il motore trainante delle aziende, e quindi dell’imprenditorialità con conseguente occupazione, la CIU promuove e alimenta quella sorta di solidarietà orizzontale come risposta all’individualismo professionale contemporaneo. Con particolare riferimento al mondo odontoiatrico, ne parliamo con il chirurgo maxillo-facciale prof. Francesco Riva che, oltre ad essere Consigliere del CNEL come unico odontoiatra, è Responsabile Dipartimento Salute CIU-Unionquadri, componente Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del  Ministero della Salute e Medaglia di bronzo al Merito della Sanità Pubblica. Quando gli ho chiesto quali fossero i suoi principali incarichi, mi ha risposto “e alla fine devi aggiungere che sono un tuo amico!”, e per questo lo ringrazio.

Prof. Riva, cos’è il CIU e di cosa si occupa?
CIU-Unionquadri rappresenta gli interessi dei Quadri, dirigenti, professionisti, ricercatori e consulenti. È membro del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) rientrando così tra le grandi organizzazioni sindacali con pieno riconoscimento dallo stato italiano. A Bruxelles è membro del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), organo consultivo obbligatorio dell’Unione Europea. Anche membro dei consigli di indirizzo e vigilanza (CI) degli enti previdenziali e dei consigli regionali dell’Economia e del lavoro (CREL). CIU negozia e sottoscrive contratti collettivi di lavoro nazionali, partecipa alle trattative con il Governo sui temi sociali ed economici dove sono convocate le parti sociali.

CNEL: lei, come unico odontoiatra a farne parte, ritiene possa essere realmente utile anche alla nostra categoria?
Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è un organo di rilievo costituzionale italiano con funzione consultiva rispetto al Governo, alle Camere e alle Regioni. Le materie di sua competenza sono la legislazione economica e sociale, nell’ambito delle quali ha diritto all’iniziativa legislativa. La mia nomina quale Componente del CNEL in rappresentanza della CIU, con decreto del Presidente della Repubblica Mattarella del 27 gennaio 2020, mi dà l’opportunità e il dovere di rappresentare il mondo odontoiatrico a livello istituzionale. Il mio impegno a livello costituzionale è quello di rappresentare l’Odontoiatria per quanto riguarda le attuali problematiche e proporre delle soluzioni: riduzione delle imposizioni fiscali e facilitazioni per chi investe nell’innovazione tecnologica quale motore di sviluppo e di benessere.

Lei ha assistito nei decenni a notevoli cambiamenti in ambito odontoiatrico: quali gli elementi di maggiore criticità?
Si è passati in molti casi dallo studio monoprofessionale a studi pluriprofessionali, stimolando l’innovazione e il miglioramento delle prestazioni sanitarie. Il numero chiuso, voluto per programmare l’assistenza sanitaria, ha messo l’Italia e gli italiani nella condizione di diventare preda di altre nazioni europee che hanno approfittato di questa nostra legislazione per creare una università per italiani. La conseguenza è stata un impoverimento della classe odontoiatrica che, anziché investire i propri guadagni nell’innovazione tecnologica, ha mantenuto i propri figli esportando notevoli capitali all’estero.

Prof. Riva, l’intelligenza artificiale ha portato grandi benefici clinici. Anche economici secondo lei?
Sicuramente l’Intelligenza Artificiale permette attraverso lo studio dei dati, inseriti nel sistema in maniera idonea dal professionista, di facilitare le diagnosi e di programmare una più corretta terapia. Nel novembre 2019 ho rappresentato l’Italia al CESE a Bruxelles nella giornata delle libere professioni: “Fiducia nelle libere professioni nell’era della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale”.

Gli Odontoiatri sono linfa vitale per la filiera diretta e indiretta. Quali le dinamiche?
Gli odontoiatri rappresentano una filiera economico-sanitaria che produce reddito diretto e indiretto. Tra dentisti, personale di studio, area odontotecnica, industria del dentale e della distribuzione, penso che si possa arrivare a circa un milione di individui. Se si pensa ai familiari i conti sono presto fatti.

Riguardo le ricadute economiche e finanziarie dell’attuale emergenza sanitaria, cosa succederà alle aziende del settore?
Immaginiamo che la filiera odontoiatrica sia una piramide. L’apice è costituita dagli odontoiatri. L’attuale pandemia ha bloccato ogni attività sanitaria per disposizioni governative a tutela della salute pubblica. Dobbiamo ipotizzare che alla fine di questa drammatica situazione i nostri pazienti, che qualcuno cosiddetto illuminato chiama “clienti”, avranno problemi ben maggiori della salute orale. Questo produrrà un arresto nell’acquisto di nuove tecnologie con blocco economico delle aziende produttrici e distributrici.

Prof. Riva, le molte aziende che a seguito di leggi pesanti hanno delocalizzato, rischiano di non poter innovare: con quali conseguenze?
Il sistema fiscale italiano colpisce pesantemente il produttore di ricchezza costringendolo a delocalizzare parte delle proprie aziende in paesi con imposizioni minori, annullando quelle competenze professionali che hanno fatto ricca la nostra Italia.

Crede che il mondo sanitario, attualmente in trincea, abbia l’onere di recuperare influenza su Governo e Istituzioni?
Penso che sia il momento di avere una maggiore considerazione da parte del Governo e Istituzioni. L’innovazione tecnologica ha permesso di ridurre i costi delle prestazioni sanitarie e di migliorarne le performance. Le aziende dentali italiane hanno raggiunto una qualità tecnologica che viene riconosciuta a livello mondiale. La situazione attuale della pandemia, che interessa il nostro Paese e che ha messo in ginocchio la nostra Sanità per quanto riguarda l’approvvigionamento di strumenti tecnologici, dovrà indurre chi ci governa a ridurre una imposizione fiscale soffocante sia per i liberi professionisti che per l’industria.

Prof. Riva, cosa dovremmo sapere sulle opportunità che ci vengono fornite dall’Unione Europea?
Le ultime deliberazioni Europee hanno sbloccato i vincoli di bilancio. Quello che devono conoscere i colleghi odontoiatri sono le possibilità offerte dall’Unione Europea, e dallo Stato Italiano stesso, per ottenere finanziamenti agevolati e a fondo perduto; sarà mio compito come responsabile del dipartimento salute CIU, assieme ai nostri rappresentati a Bruxelles, di far conoscere le modalità di richiesta.

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