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Formazione e aggiornamento negli Usa: Tampa e Buffalo fanno scuola

Il gruppo del corso di specializzazione a Buffalo.
Chiara Siccardi

Chiara Siccardi

mar. 21 maggio 2013

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Valentina Borgia, laureata con lode in Odontoiatria e Protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena, negli ultimi due anni ha potuto fare esperienze formative all’estero.

Com’è nata l’idea di un poster da presentare all’Annual Meeting of Academy of Osseointegration, edizione 2012, svoltosi a Tampa in Florida?
Nell’anno accademico 2011-’12 ho frequentato un Master di II livello in Implantoprotesi coordinato dal prof. Ugo Covani. Per la tesi finale del master ho scelto di redigere un lavoro sperimentale, di ricerca, in cui sono stata affiancata dal prof. Antonio Barone. Una volta discussa la tesi, Barone mi ha suggerito di trasformare il lavoro in un poster da presentare al Congresso di Tampa, idea che ho accolto con molto piacere. Così sono volata in Florida e sono diventata socio ordinario dell’Academy of Osseointegration.

Quale il tema del poster?
Il poster descrive la valutazione istologica e istomorfometrica della preservazione di cresta alveolare con tecnica flapless o con tecnica tradizionale con lembo.

Ha riscontrato differenze rispetto ai congressi cui partecipa normalmente in Italia?
Il Congresso era molto ben organizzato. I lavori iniziavano presto (intorno alle 8.30) e i tempi del programma rispettati. Era disponibile un’app gratuita del Congresso con la quale era semplice consultare il programma, la dislocazione delle sale e gli eventi correlati. Inoltre, negli hotel situati intorno al Convention Center, compreso quello dove alloggiavo io, vi era una persona dedicata all’accoglienza dei partecipanti, per fornire indicazioni su come muoversi in città e consigli sui ristoranti della zona.

Nell’agosto 2012 lei ha frequentato anche un corso avanzato di anatomia e implantologia su cadavere a Buffalo, organizzato dal prof. Covani. Come era strutturato?
Il corso è durato sette giorni. Le giornate erano ripartite in una parte introduttiva teorica (2 ore circa), seguita da una pratica, fino alle 16.00, organizzata in gruppi di tre persone più un tutor, col quale si lavorava su cadavere. L’esperienza è stata molto interessante, all’inizio di forte impatto. E grazie ai gruppi ridotti (sempre gli stessi per l’intera settimana) eravamo ben seguiti dal tutor.

Ritiene di essere stata arricchita da queste esperienze?
Quella di Buffalo è stata un’esperienza molto utile per lo svolgimento della pratica quotidiana. Ho acquisito maggiore sicurezza sulle strutture anatomiche e le modalità di affrontare gli interventi. Inoltre ho incontrato uno splendido gruppo di giovani con cui ho avuto il piacere di confrontarmi. Mi è piaciuto particolarmente il Congresso di Tampa perché ho avuto modo di scoprire tante novità merceologiche non ancora in commercio in Italia. Anche qui ho conosciuto tanti giovani, che come me presentavano un lavoro, anche se ero l’unica donna italiana a portare un poster.

Ha anticipato in parte la mia domanda: ha incontrato altre donne in questo percorso oltreoceano?
Sono partita per il congresso dall’Italia con una sola collega e, una volta a destinazione, ne ho trovata qualcuna in più. Anche se le quote rosa del settore sono in minoranza anche all’estero. Parlando di Buffalo, invece, il rapporto era 1:5 (tra gli odontoiatri).

Qualcuno le ha dato un supporto particolare in queste esperienze?
Il prof. Covani è stato il primo a darmi la sua disponibilità e ancora oggi continua a farlo. Il prof. Barone mi ha offerto questa grande opportunità di presentare il poster in un congresso internazionale, e per questo gli sono davvero grata. Infine, ultimo ma non meno importante, mio padre, il quale mi ha trasmesso l’amore per la chirurgia e il modo di fare sempre attento al paziente, persona preziosa che si mette nelle nostre mani.

Cosa si immagina per il suo futuro, come dottoressa e come donna?
Spero di riuscire a conciliare il lavoro, la passione per la chirurgia e la famiglia, anche se in proposito, al momento, non vi sono molti aiuti da parte dello Stato. Sì, direi che l’obiettivo è quello di diventare una brava mamma, una brava moglie e una professionista realizzata (ancora in fase di formazione).

 

L'intervista è stata pubblicata sul numero 5 del Dental Tribune 2013 (maggio).

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