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ECM e Liberi Professionisti, regole ancor più complesse e nessuna reale agevolazione

Andi contesta il sistema ECM.
Newsletter Presidenza Andi

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gio. 4 novembre 2010

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Si è tenuta  a Cernobbio, dal 18 al 20 ottobre, la 2a Conferenza Nazionale sulla Formazione Continua in Medicina organizzata dal Ministero della Salute. Molte erano le attese per conoscere l’evoluzione di un sistema obbligatorio di aggiornamento, che mai ha soddisfatto le necessità dei liberi professionisti e degli odontoiatri in particolare. 

ANDI, nei tempi in cui non risultava da norme legislative certe l’obbligo di adesione per la libera professione al sistema ECM, aveva cercato di evitare ai propri Iscritti la rigidità e la burocrazia di tale impianto, arrivando sino al ricorso al TAR Lazio, conclusosi purtroppo con una sconfitta.
La legge 244/2007 ha poi definitivamente chiarito, recependo l’Accordo Stato-Regioni del 1° agosto 2007, che anche i Liberi professionisti hanno l’obbligo di seguire i percorsi formativi ECM e acquisire i relativi crediti, ma prevedendo garanzie normative, agevolazioni sui costi sopportati e debito complessivo dei crediti diversamente individuati rispetto ai sanitari dipendenti o convenzionati.
ANDI ha richiesto ai Ministri dell’Economia succedutisi da allora la piena deducibilità dei costi sostenuti, come misura indispensabile per l’avvio del sistema, nessuna risposta si è avuta.
Ebbene dall’anno 2011 il sistema dovrebbe “andare a regime”, ma dalla Conferenza sull’ECM di Cernobbio sono emerse solo regole e indicazioni negative per quanto riguarda i liberi professionisti.
ANDI in particolare rileva che:
• non si prevedono particolari garanzie normative, ma un sistema ancor più rigido e burocratizzato con il libero professionista in posizione subordinata rispetto all’intero sistema;
• non è stato individuato alcun meccanismo di compensazione o agevolazione che consenta l’intero recupero dei costi sostenuti sia per la partecipazione agli eventi formativi, sia per chiusura degli studi professionali nelle giornate dedicate all’aggiornamento, mentre dipendenti e convenzionati svolgono l’ECM in orari lavorativi e retribuiti!
• non è prevista una modalità di acquisizione dei crediti che favorisca le peculiarità della libera professione, anzi è stata indicata la necessità di acquisire il massimo della percentuale dei crediti in modalità “blended” (formazione integrata in modalità FAD e Residenziale, certamente più onerosa rispetto alla formazione prevista per gli altri operatori);
• ogni libero professionista dovrà “compilare” nelle pagine elettroniche del sistema COGEAPS (l’organismo nazionale che gestisce i dati anagrafici ed i crediti acquisiti da ogni operatore sanitario) il proprio “Dossier Formativo Individuale” cioè il programma triennale del proprio aggiornamento, che si auspica sia per il 60% in materie cliniche, per il 20% in materie gestionali e per il 20% in aspetti di comunicazione!
• la “coerenza ed adeguatezza” del Dossier Formativo Individuale per i liberi professionisti sarà valutata dall’Ordine professionale: la programmazione e la valutazione della formazione dei liberi professionisti da parte di apposite commissioni degli Ordini, ove mai realizzabile e non correttamente interpretata, costituisce un ulteriore pericolo anziché una agevolazione!
• non sono individuate sanzioni precise per i liberi professionisti che non acquisiscono i crediti, a meno che gli Ordini non applichino le norme sull’aggiornamento obbligatorio previste dal Codice Deontologico, con le prevedibili disomogeneità.
• al momento agli Ordini non è permesso diventare Provider ma aspirano ad esserlo, cioè a fornire agli Iscritti eventi formativi anche di tipo culturale (e non solo etici o deontologici come previsto dalla norma) evidenziandosi però un chiaro conflitto di interesse, essendo nella contemporanea condizione di fornitori e controllori del sistema.
ANDI quindi con profonda amarezza e disagio deve riscontrare che quanto indicato nell'Accordo Stato-Regioni per favorire i liberi professionisti non ha di fatto sortito effetti positivi ed anzi si è giunti a definire un sistema ancora più complesso e penalizzante.
La stessa relazione presentata alla Conferenza di Cernobbio da parte del dott. Renzo, Presidente Nazionale CAO e Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Libera Professione” della Commissione Nazionale ECM, ammette tale sconfitta, senza far intravedere reali soluzioni o prospettive positive.
Emerge quindi evidente l’incapacità e impotenza dell’Ordine nel rappresentare le esigenze della componente libero professionale che costituisce, soprattutto nell’ambito odontoiatrico, parte importante dell’Ordine stesso, riuscendo perfino a stravolgere il dettato legislativo, trasformando le agevolazioni previste in oneri certi, anche con lo sviluppo di strumenti complessi (vedi Dossier Formativo Individuale che potrebbe trasformarsi in un meccanismo anche di ricatto per l’Iscritto) e di fatto inutili per il reale aggiornamento dei liberi professionisti e la tutela della salute orale dei cittadini.
ANDI denuncia quindi con forza l’inadeguatezza e l’eccessiva complessità del sistema ECM per i liberi professionisti, un sistema da noi non richiesto, non voluto, al quale non siamo mai stati coinvolti nella realizzazione e nel riordino, richiede coerenza a coloro che ci rappresentano, chiederà un incontro con la Commissione Nazionale per la Formazione Continua per denunciare il profondo disagio di tutta la libera professione odontoiatrica e si riserva qualsiasi azione ritenuta necessaria per tutelare i propri Soci.
L’Associazione, nell’ambito di una tradizione che ha consentito a migliaia di Dentisti di aggiornarsi periodicamente e fare raggiungere all’Odontoiatria italiana la qualità universalmente riconosciuta, mette comunque a disposizione di coloro che hanno la necessità di ottemperare a un obbligo di legge tutti quegli strumenti necessari affinché possano acquisire, con i metodi più semplici ed economici, i crediti ECM.

 

La Segreteria di Presidenza ANDI
 

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