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Dalla Terra Madre un calore naturale per abbattere la spesa del riscaldamento

M. Tiberio

M. Tiberio

dom. 26 febbraio 2017

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L’impianto geotermico è una soluzione tecnologica rispettosa dell’ambiente, vantaggiosa dal punto di vista economico. Garantisce non solo il riscaldamento invernale, ma anche il raffrescamento (condizionamento) estivo e, volendo, la produzione utile per acqua calda sanitaria senza consumo di energia carbon fossile. Il principio, molto semplice, si basa sullo sfruttamento del calore naturale presente nel sottosuolo della Terra (anche per gli strati più superficiali) attraverso il principio dello scambio termico.

Sotto i piedi abbiamo una quantità di energia termica costante, gratuita, ecocompatibile e rinnovabile, inesauribile e a disposizione tutto l’anno. Una soluzione tecnologica che permette, con costi gestionali bassi ed emissioni pressoché nulle, di garantire il confort ambientale interno. Il calore naturale della Terra (gradiente geotermico) dovuto all’energia termica rilasciata dai processi di decadimento nucleare naturale di elementi contenuti all'interno, viene captato tramite sonde geotermiche e attraverso una pompa di calore, modificato per essere distribuito nell’edificio con utilizzatori termici a bassa-media temperatura (pannelli radianti o ventilconvettori).

Il calore acquisito dalla terra, attraverso il processo di modifica all’interno della pompa di calore, permette in inverno di portare il liquido vettore degli utilizzatori a temperature di 35-50 °C ottimali per il riscaldamento invernale e in estate, con modalità inverse, a temperature di 18-20 °C ideale per il raffrescamento ambientale.

Gli impianti geotermici si dividono in base alle tipologie delle sonde geotermiche di captazione. L’impianto a Sonda Geotermica di Captazione Orizzontale si sviluppa su ampie superfici (300 mq circa) a profondità tra 1,5 e 3 mt e opera su differenze di temperatura minime (1-2 °C). La loro distribuzione può essere di diverse forme (conformazione areale, lineare, in trincee ecc.). In questa soluzione la superficie del terreno potrà essere unicamente inerbata poiché le radici delle piante ne inficerebbero le performances. Per la sua realizzazione è necessario un terreno pianeggiante nel quale i tubi vengono posati a seguito di un semplice scavo.
Ovviamente, secondo quanto esposto sopra, la temperatura del suolo a questa profondità risulterà influenzata da quella esterna a differenza delle sonde geotermiche verticali, ma con capacità prestazionali simili. Svantaggio in parte compensato dalla riduzione di costo rispetto alle sonde verticali, il cui impianto è ideale per lo sfruttamento del sottosuolo profondo e funziona con differenze di temperatura superiore più uniformi permettendo di accedere a quelle superiori del sottosuolo.

Queste sonde di norma hanno una lunghezza attorno ai 100 mt, il che le rende più costose e soggette a nulla osta delle pubbliche amministrazioni nonché a maggiori studi ed approfondimenti tecnici specifici poiché la loro lunghezza potrebbe andare ad interferire con faglie acquifere locali e la tipologia è più sensibile alla conformazione geologica del terreno.
Per la realizzazione di un impianto geotermico a sonde orizzontali si spendono le stesse cifre richieste da un moderno impianto di riscaldamento di buona qualità: indicativamente 20.000 € “chiavi in mano” per un edificio singolo di circa 150 mq costruito, però, secondo i principi di alta efficienza energetica.

A differenza di un impianto termico tradizionale il geotermico consente un risparmio economico annuo sui costi di esercizio di circa il 50% (caldaia a metano o split) e di circa il 70/80% rispetto ad un impianto a gas città o a gasolio. Ulteriore vantaggio è che l’impianto non necessita di un locale di centrale termica, aumentando così la superficie utile dell’edificio.

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