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Prendiamo il caso di un odontoiatra che si affacci alla professione e voglia intraprendere il percorso come collaboratore presso colleghi o lanciarsi nell’impresa titanica di diventare titolare. In ogni caso, molto facilmente, si troverà a dedicare l’80% del tempo a conservativa, endodonzia e chirurgia estrattiva di base.
L’endodontista neofita, entusiasta, fresco di preparazione, deve possedere una discreta manualità perché anche nel terzo millennio, con computer e digitale ovunque, pare sia ancora indispensabile muovere le mani. Soprattutto collegandole al cervello: il trattamento endodontico non si fa solo con gli strumenti NiTi!
Dando per acquisito il buon funzionamento di placche motrici e sinapsi in genere, ecco di cosa è indispensabile dotarsi. Anche se l’elenco che segue potrebbe sembrare scontato, se ha un ordine d’importanza arbitrario ed è assolutamente personale.
All’odontoiatra collaboratore, in un mondo ideale, dovrebbero essere messi a disposizione i device troppo onerosi o impossibili da trasportare; in parallelo, i titolari di studio carenti in alcune dotazioni potrebbero/dovrebbero implementare, anche gradualmente, gli elementi mancanti.
- Iscrizione alle società scientifiche (SIE ad esempio, la Società Italiana di Endodonzia). Il Congresso nazionale annuale, le iniziative locali, il Giornale Italiano di Endodonzia: tutto a portata di mouse e spesso a Km0;
- Abbonamento alle riviste scientifiche di settore. Meglio se tra le più “impattate” (J Endod - Journal of Endodontics, Int Endod J - International Endodontic Journal);
- Frequenza a corsi di endodonzia hands-on. Guardare lavorare chi è più bravo è bello; provare a fare le stesse cose di persona seguiti da un tutor di più…;
- Denti estratti (freschi) e simulatori. Non se ne hanno mai abbastanza. Da consumare ad libitum: meglio provare così la resistenza a fatica e torsione degli strumenti piuttosto che nei canali di un familiare;
- Un sistema ingrandente. Per iniziare possono essere sufficienti lenti che utilizzino un sistema prismatico con occhiale dedicato o da montare a parte, su caschetto o montatura, con un ingrandimento che di solito è 3,5x. Si può fare di meglio ma già questo presidio è sicuramente utilissimo: senza vedere non si può fare, anche armati di buona volontà;
- Crio spray. Prima l’esame obiettivo;
- Radiografia digitale o analogica, quest’ultima possibilmente con sviluppatrice automatica. È buona norma cambiare periodicamente i liquidi di sviluppo e fissaggio e controllare lo stato di usura dei sensori, onde ottenere sempre immagini di ottima qualità;
- Centratori. Permettono misurazioni più accurate, ripetibilità degli esami Rx e la valutazione dell’evoluzione del periapice e dei tessuti duri periradicolari nei controlli a distanza.
- Anestesia. Se ci si occupa di endodonzia chirurgica alle tradizionali tubofiale 1:100.00 e 1:200.000 occorre aggiungere quelle 1:50.000;
- Composito e bisturi. Insostituibili per qualsiasi tipo di pretrattamento, conservativo o chirurgico;
- Diga di gomma e accessori. Un optional? Non utilizzarla consente al massimo di praticare la salivodonzia, fonte di gran parte degli insuccessi. Minuti preziosi dedicati alla detersione vanificati dall’immissione nei canali di una brodocoltura di origine salivare o respiratoria, gioia di ogni Gram negativo;
- Ultrasuoni. Un grande presidio per definire i contorni della cavità d’accesso e rimuovere perni o strumenti fratturati;
- Soluzioni irriganti. La fanno da padrone ipoclorito al 5% e EDTA al 10-17%. La candeggina è da sconsigliare perché non è un presidio medico chirurgico; inoltre, non è stabilizzata;
- Strumentazione manuale assortita (K-file), in acciaio e NiTi. Le case che producono l’acciaio migliore hanno in catalogo gli #06;
- Rilevatore apicale. Indispensabile: talmente utile da aver costretto a coniare il termine “apice elettronico” per indicare l’esatta lunghezza di lavoro biologica nel sistema canalare. Alcuni modelli fungono anche da pulp tester;
- Motore endodontico dedicato. Ormai onnipresenti sul mercato, i più moderni prevedono la possibilità di rotazione con torque e velocità preimpostate, sono aggiornabili online e, ovviamente, personalizzabili. Possono sviluppare un movimento continuo o reciprocante in modo da essere compatibili con ogni tipo di sistematica rotante;
- Strumenti meccanici NiTi. Un mondo da esplorare. Conicità, sezione, punta, trattamento termico, tipo di movimento, superficie, è possibile trovare di tutto. Qualora la serie non lo preveda utile associare strumenti per glide path e ritrattamenti;
- MTA. Proposto da Torabinejad circa vent’anni fa è tuttora il cemento di punta per incappucciamenti diretti e trattamento delle perforazioni;
- Cemento endodontico a base ZOE;
- Sistematiche per termoplasticizzare e condensare la GP. Molti apparecchi combinati sfruttano un’onda continua di condensazione per il down packing e siringhe a iniezione per il back filling, tipo System B e Obtura; altri sistemi usano carrier di plastica per veicolare la gutta nei canali sagomati, ad esempio il Thermafil;
- Microscopio operatorio. Ebbene sì, all’ultimo posto. Per quanto fondamentale e straordinariamente utile, insostituibile in parecchie occasioni, non è un pilastro per tutti: il costo di acquisto è sicuramente elevato e non si può assolutamente considerare un entry level di questa specialità. Promuoverne una diffusione ubiquitaria nella formazione universitaria e fra i colleghi potrebbe, sui grandi numeri, innescare un volano virtuoso e una compressione dei costi che finora sono mancati.
Dimenticato qualcosa? Spero di no, ma «Se mi sbaglio mi corrigerete!».
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