L’applicazione dell’intelligenza artificiale in ambito odontoiatrico, da alcuni anni, è una pratica assai diffusa che sta rivoluzionando il settore. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale, infatti, porta numerosi benefici sia dal punto di vista medico che dal punto di vista del paziente.
DentalPro, il più grande gruppo di cure dentali in Italia, ha recentemente avviato il test di un software di intelligenza artificiale, per l’analisi avanzata delle radiografie dentali, in 50 centri sul territorio italiano. Si tratta di Allisone, una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale che ottimizza il processo diagnostico, consente di illustrare in modo interattivo le diagnosi e migliora la comunicazione tra l’odontoiatra e il paziente. Abbiamo parlato in esclusiva di questo progetto con il Dottor Samuele Baruch, Direttore del Comitato Medico Scientifico del Gruppo DentalPro.
Dottor Baruch, ci racconta come nasce questo progetto e come è stata declinata l’intelligenza artificiale nei vostri centri?
Il progetto nasce dalla collaborazione tra DentalPro e Allisone, una start-up francese specializzata nell’integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore odontoiatrico. Circa un anno fa abbiamo introdotto questo software di intelligenza artificiale, che legge le ortopantomografie ed evidenzia le patologie del cavo orale, in 9 dei nostri centri. Dopo averlo testato e riscontrato risultati molto positivi, abbiamo esteso l’applicazione ad altre strutture dove, per sei mesi, lo utilizzeremo in maniera sistematica. Il test, avviato su un totale di 50 centri in Italia, ci consentirà di valutare su larga scala i benefici per gli odontoiatri e, soprattutto, per i pazienti.
Per l’avvio del test avete privilegiato dei territori?
Ogni volta che introduciamo un’innovazione, scegliamo un’area dalla quale partire. Nel caso di questo progetto, ci siamo focalizzati sui nostri centri in Sicilia per la prima fase, mentre per la seconda sono stati coinvolti centri in varie zone d’Italia.
Come si integra questo software nella pratica odontoiatrica?
Si tratta di un supporto per l’odontoiatra, che si combina alla sua expertise senza mai sostituirlo. Il clinico può fare la diagnosi tradizionale, attraverso la visita obiettiva del paziente e la panoramica, se lo ritiene opportuno, e successivamente può confrontare i risultati del software con quelli della diagnosi tradizionale.
Ci spiega più nel dettaglio come funziona questo software di intelligenza artificiale?
Il software analizza i dati e fornisce percentuali di probabilità per l’individuazione di patologie, ma resta sempre l’odontoiatra a confermare e validare la diagnosi. Inoltre, grazie alle sue funzionalità avanzate, Allisone consente di generare report radiografici, creare velocemente piani di trattamento personalizzati per ogni paziente e collegare le schede educative ai report radiografici, migliorando l’efficacia della comunicazione tra il dentista e il paziente. Inoltre, il software, attraverso Spotimplant, un modulo basato su algoritmi di intelligenza artificiale, identifica istantaneamente qualsiasi tipo di impianto dentale e fornisce un report dettagliato. Questo permette all’odontoiatra di individuare rapidamente le parti protesiche compatibili, rendendo il processo di restauro implantare più efficiente.
Perché oltre ad essere uno strumento a supporto del clinico è anche uno strumento che aiuta la comunicazione con il paziente?
Le radiografie, il più delle volte, non sono facili da comprendere per i pazienti ma questo software ci permette di evidenziare le problematiche del cavo orale con colorazioni diverse e mostrare visivamente e in modo interattivo le diagnosi. Per fare un esempio, una carie, che nella radiografia appare come una macchia grigia, difficilmente identificabile dal paziente, attraverso l’intelligenza artificiale compare di colore rosso. Questo lo rende uno strumento di comunicazione eccellente poiché il paziente ha un riscontro immediato e chiaro delle sue condizioni e comprende facilmente i trattamenti proposti. Quindi si tratta di uno strumento eccezionale, sia per il clinico che per il paziente.
Avete pensato anche a un software di intelligenza artificiale applicato anche all’ambito dell’organizzazione delle procedure per i vostri centri?
Stiamo sviluppando un sistema di interrogazione sulle procedure, basato sull’intelligenza artificiale, per tutte le figure aziendali dei nostri centri. Sarà una piattaforma sulla quale il personale DentalPro potrà fare interrogazioni su dove trovare un protocollo o la procedura corretta, per esempio per la sterilizzazione o i dati delle campagne.
Qual è il fine ultimo dei vostri sistemi?
Il nostro fine, primo e ultimo, è la centralità del paziente: ci impegniamo per garantire la stessa qualità dei servizi in tutti i nostri centri, che sia in Sicilia o a Udine. Dall’altro lato, la nostra sfida è mantenere coesi i 2.000 dipendenti e i 1.300 professionisti che operano in 281 centri DentalPro in tutta Italia, offrendo a tutti la stessa qualità e quantità di accesso alle informazioni. Quindi, siamo già avanti con una piattaforma che potrebbe fare esattamente questo, ovvero mettere a disposizione di tutte le figure aziendali i nostri protocolli.
Sappiamo che costruire una propria IA significa educarla, correggerla, nutrirla sempre di nuove informazioni. Per migliorare le sue performance.
Il software si arricchisce sempre di più man mano che recepisce dati e collabora con i nostri medici, prendendo in considerazione le correzioni e le preferenze terapeutiche di cui i medici stessi si avvalgono. Questo porta a un perfezionamento del software rispetto alle aspettative dei medici e al loro modo di operare. Ma se da un lato il software immagazzina i dati, dall’altro garantisce la sicurezza e la privacy dei dati grazie a un’infrastruttura chiusa con dati anonimizzati, evitando la circolazione di informazioni sensibili.
Il tema della cybersicurezza sta diventando uno degli aspetti fondamentali su cui poter fare interagire l’intelligenza artificiale. Bisogna trovare una modalità che permetta di proteggere, rendere sicuri e anonimi i dati.
Uno dei primi temi che abbiamo preso in considerazione, quando abbiamo iniziato il test sperimentale, è stato proprio questo: la sicurezza dei dati e la privacy dei nostri pazienti. Abbiamo condotto un’attenta analisi con il nostro DPO (Data Protection Officer) e abbiamo implementato misure di protezione tali da escludere qualsiasi rischio di fuga dei dati sensibili al di fuori del nostro ambiente.
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