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Come superare la crisi attuale

Augusto Cattani

Augusto Cattani

mar. 25 giugno 2013

salvare

La crisi attuale non ha precedenti simili, non esistono perciò esperienze che possano aiutare a risolverla. Le crisi trascorse avevano durate molto brevi, generalmente bastavano modesti ritocchi del costo del denaro aiutati da alcuni incentivi per far riprendere i comparti produttivi in maggiore difficoltà e perché tornasse il sereno.

All’inizio i giornali di tutto il mondo parlavano di crisi globale, come di qualcosa di inevitabile, dopo tanti anni di crescita una sosta era comprensibile. Voci autorevoli tentavano di sdrammatizzare spiegando che come dopo ogni temporale ritorna il sole, così dopo ogni crisi segue una ripresa.
Crisi occidentale
La cartina che esponiamo, disponibile sul sito del Fondo Monetario Internazionale, mostra il mondo dipinto di due colori: il verde, più o meno intenso, e l’arancione, con il verde sono segnalati i paesi in crisi, il verde più scuro indica una crescita negativa inferiore allo 0%; l’arancione evidenzia i paesi in cui l’economia cresce, l’arancione scuro segnala una crescita superiore al 10%.

Nel 2011 gli analisti dell’economia mondiale indicavano una ripresa economica a 2 velocità: forte per i paesi emergenti e in via di sviluppo e più debole nelle economie avanzate. Oggi invece gli andamenti globali sono a tre velocità: i paesi emergenti sono ancora forti, ma nei paesi avanzati è in atto una biforcazione tra gli stati uniti d’America, che vivono un momento di rafforzamento congiunturale e l’area Euro, che invece sperimenta ancora una forte debolezza.
In sostanza si tratta di una difficoltà del mondo occidentale, conseguenza di una politica economica errata dei paesi più industrializzati, non esclusa la politica europea di estremo rigore che ha esasperato l’aspetto recessivo della crisi in atto, e di comportamenti trascurati del mondo industriale e commerciale.

Crisi italiana
I problemi che hanno causato l’attuale recessione italiana sono stati segnalati dagli analisti dell’economia mondiale nel modo seguente:
1. Elevato livello del debito pubblico.
2. Bassa crescita.
3. Differenziale di produttività ed innovazione.
4. Scarsa credibilità dei governanti, che hanno affrontato la crisi tardi ed in modo incerto.
5. I limiti dell’unione monetaria Europea, che impediscono di usare il bilancio pubblico in maniera espansiva.
6. Difficoltà di accesso al credito.
7. Debolezza della domanda interna, causata dalla cattiva distribuzione del reddito.
8. Crescente mancanza di fiducia e incertezza che alimenta un circolo vizioso.

La ripresa economica
La ripresa sembra ancora molto lontano, soprattutto non si intravedono indicazioni chiare o scelte precise, non siamo in grado di formulare programmi attendibili, ne da parte politica che da parte degli operatori economici e sindacali. In Italia i politici hanno fatto di tutto per frenare il lavoro e disincentivare gli imprenditori: in piazza predicano la semplificazione, la lotta all’evasione, la riduzione dei privilegi e del corporativismo sindacale, ed alle camere legiferano il contrario. Aveva ragione Machiavelli: “tutte le riforme hanno dei forti oppositori in coloro che dalla riforma hanno qualcosa da perdere e dei deboli sostenitori in coloro che dalla riforma hanno qualcosa da guadagnare”.
La speranza
Noi rimaniamo ancorati ad una speranza, il nostro Paese non può finire in bancarotta nazionale. L’Italia ha dimostrato di avere una decisa vocazione industriale, è vero, molte industrie hanno chiuso o sono scappate all’estero, ma ce ne sono ancora tante. I lavoratori Italiani che alla fine della prima guerra mondiale sono emigrati in Europa ed in America, si sono fatti onore come lavoratori e come imprenditori. Più che sulle riforme o su nuove regole economiche e fiscali, noi dobbiamo contare sugli uomini ed in particolare sui giovani, pochi uomini di buona volontà non potranno cambiare un paese, ma se tutti gli uomini di buona volontà si convinceranno di essere in grado di migliorare la nostra Italia, potranno essere determinanti.
Noi del dentale
Noi della Cattani siamo partiti, abbiamo fatto ricerca, progettiamo e fabbrichiamo macchine ecologiche che realizzano un risparmio di materia prime e di energia che va dal 30 al 50% con prestazioni professionali nuove non immaginabili prima. Il nostro Export supera ormai l’80% della produzione. Generalmente l’importatore non importa quantità notevoli di prodotti uguali od inferiori a quello che può trovare nel suo paese, per esportare occorre quel qualcosa in più che è possibile produrre facendo ricerca. Ben vengano gli aiuti alla ricerca, ma in attesa cominciamo con i nostri mezzi.
Certamente nel dentale italiano esistono altre realtà che hanno fatto come o meglio di noi, siamo fiduciosi che altri partiranno sulla strada della ricerca, è l’esempio che conta e trascina più delle parole. È una sfida che affascina, vincere la sfida, non vuol dire sconfiggere qualcuno, ma guadagnarsi una posizione sul mercato dove c’è posto per tutti quelli che fanno ricerca.
La speranza è l’ultima dea a morire, noi la terremo in vita, perché questo è necessario per tutti, ma facciamo presto perché prima ci riusciremo e meno soffriremo.

 

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