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Come comunicare e promuovere la salute? Un convegno-confronto tra addetti ai lavori

Emanuela Medi

Emanuela Medi

gio. 11 marzo 2010

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Quali sono le strategie da intraprendere per comunicare e promuovere efficacemente la salute fornendo ai cittadini conoscenze e competenze per compiere scelte consapevoli?

Questo il tema del convegno “Comunicazione, Sanità e Salute”, organizzato a Roma dall’Osservatorio Sanità e Salute, associazione fondata nel 2008 dal Senatore avv. Cesare Cursi cui fanno parte esponenti del mondo scientifico, universitario, sindacale e imprenditoriale.
“Il nostro obiettivo – ha detto il Senatore – è creare una forte attenzione su tutti gli aspetti della comunicazione, promuovendo il confronto tra gli addetti ai lavori. Comunicare la Sanità non è facile, richiede un impegno costante e alta professionalità”. Un mestiere difficile in un momento difficile. Lo hanno rilevato da diverse angolazioni tutti i giornalisti invitati, rappresentanti delle principali testate giornalistiche, radio, televisione. Agenzie come Ansa e AdnKronos, il Ministero della Salute, l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), l’Iss (Istituto Superiore di Sanità). “Per garantire la copertura totale della comunicazione medico-scientifica in Italia e all’estero – ha detto Francesco Avitto, direttore di AdnKronos Salute – ogni giorno diamo 100 notizie, circa 30 mila l’anno. Siamo tra le più grandi agenzie stampa nel mondo. È un lavoro complesso perché i nostri giornalisti devono seguire di persona fatti e conferenze che spesso si accavallano nella stessa giornata. E lo devono fare con la tempestività che caratterizza un’agenzia”. Tante, troppe notizie dalle fonti più diverse.
“Il nostro è un lavoro defatigante”, precisa Carla Massi de Il Messaggero. “Arrivano segnalazioni da tutte le parti (radio-web, social network, riviste online, Internet, sedicenti uffici stampa, associazioni ecc.). Spesso si passa più tempo a decodificare e verificare una notizia che a scriverla. Poi si hanno le ‘mode’. Ora vanno le staminali, ma siamo sicuri che interessano tanto a chi ci legge, o guarda la televisione?”.
Al cittadino, vero fruitore del Servizio Sanitario Nazionale, ha dedicato particolare attenzione Mario Pappagallo de Il Corriere della Sera: “Non si tratta di sparare a zero sulla Sanità, per cui spesso veniamo accusati di riportare solo i fatti di malasanità; si tratta invece di raddrizzare le cose richiamando alla responsabilità gli operatori sanitari, gli amministratori, i medici e anche i politici”. Pubblico informato, ma anche e soprattutto garantito, lo ha ricordato Luciano Onder, conduttore e giornalista Rai: “Dobbiamo ricordare che spesso le scelte di un paziente, di un parente, di un malato dipendono anche dal tipo di informazione che viene trasmessa. Abbiamo l’obbligo di seguire un’informazione che sia etica nei contenuti e nel rispetto della persona. Per questo l’informazione medico scientifica ha bisogno di una attenzione maggiore di quella di altri settori dell’informazione”.
Tuttavia, oggi, sempre di più è diventata importante la comunicazione istituzionale. Come ha ricordato Arianna Gasparini, capo ufficio stampa dell’Aifa: “Se le Istituzioni e il cittadino non comunicano, questi ultimi diventano solo degli utenti. Per questo l’Agenzia del farmaco ha assunto come obiettivo prioritario un’informazione pubblica svincolata da interessi di mercato per promuovere un’attenta conoscenza del farmaco e un suo uso appropriato”.
Non poteva mancare la voce degli imprenditori: “La nostra Associazione – ha chiarito Sergio Dompè, presidente di Farmindustria – non può fare a meno della comunicazione. Abbiamo bisogno di far conoscere il nostro comparto trainante per l’economia del Paese, ma al tempo stesso di ‘comunicare’ le nostre esigenze: meno leggi, più controlli per una Sanità pubblica che ha bisogno di maggiore efficienza, ma anche di razionalizzazione dei costi”.

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