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Antonella Polimeni e le due grandi anime (appropriatezza e digitale) del XXIII Congresso del Collegio Docenti

mer. 13 aprile 2016

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Ordinario alla Sapienza di Roma, la Presidente del Congresso del Collegio Docenti Universitari di Discipline Odontostomatologiche parla di due suoi momenti “forti”.

Il XXIII Congresso Nazionale dei Docenti Universitari di Discipline Odontostomatologiche in programma a Roma dal 14 al 16 aprile propone un titolo che reca in sé parole chiave di grande attualità: “Choosing Wisely” un percorso per l’appropriatezza in odontoiatria. L’OMS stima che una percentuale della spesa sanitaria compresa tra il 20 per cento e il 40 per cento rappresenti uno spreco per un utilizzo inefficiente delle risorse. Una stima che appare verosimile anche per l’Italia.
A seguito del movimento Choosing Wisely negli USA, nel mondo si sono attivati altri movimenti analoghi e in Italia nel 2012 è stato lanciato il “Progetto Fare di Più Non Significa Fare Meglio” parte integrante del Choosing Wisely Internazionale costituitosi nel 2014. Un progetto in base al quale le Società scientifiche si impegnano ad individuare esami e trattamenti a rischio di inappropriatezza.

Quando di fa riferimento alla Slow Medicine (movimento di professionisti e cittadini) si richiama immediatamente alle pratiche di appropriatezza affrontata in tempi molto recenti da organi istituzionali principalmente come appropriatezza prescrittiva. In realtà più che prescrittiva si dovrebbe declinare l’appropriatezza clinica, ovvero l’effettuare la prestazione giusta in modo giusto, al momento e al paziente giusto.
Vale la pena quindi ricordare alcuni concetti. Quando si parla di appropriatezza infatti si deve fare riferimento ad una dimensione della qualità dell’assistenza declinata per complessità e multidimensionalità. Parole chiave all’interno di questa dimensione sono quindi efficacia, efficienza, equità, necessità clinica e variabilità geografica della pratica clinica.

Nella definizione di appropriatezza l’equilibrio tra benefici e rischi è elemento fondante. Quindi dobbiamo darne lettura secondo tre prospettive:

  1. Livello di evidenza: gli interventi sanitari sono raccomandati (più o meno fortemente) ovvero controindicati.
  2. La prospettiva del paziente sia riferita al singolo e al cosiddetto “paziente medio”.
  3. La prospettiva della società, elemento che in molti paesi ha assunto una rilevantissima importanza come ineluttabile conseguenza dei costi dell’assistenza sanitaria.

In sintesi la misura dell’appropriatezza rappresenta una vera e propria sfida per gli addetti alla ricerca, per i clinici, i manager e per chi si occupa di policy in sanità (i cd. “policy makers”).
Nella sua valutazione, cui si deve arrivare con processi formali e condivisi, i risultati possono essere indirizzati ad obiettivi multipli: dall’elaborazione delle raccomandazioni cliniche all’identificazione di temi che necessitano di ulteriore ricerca. In ogni caso l’output deve essere sempre finalizzato alla predisposizione di strumenti di supporto al lavoro dei clinici.
In quest’ambito si colloca anche il Simposio sulla Full Digital Dentistry (le soluzioni digitali possono essere già definite una “wise choice” nella pratica clinica quotidiana), svolto in collaborazione con la Digital Dental Society (DDS).

La digitalizzazione in odontoiatria è un tema di grande attualità e interesse per la professione, soprattutto guardando alle nuove generazioni. Le novità digitali consentono una sempre maggiore rapidità d’intervento, alta precisione e personalizzazione delle cure, con una consistente riduzione dei costi che rivoluzioneranno il modo di lavorare delle specialità che ruotano intorno alla salute del cavo orale.
«Il nostro Congresso da sempre accoglie i nostri Giovani come principali protagonisti. E proprio ai Giovani Ricercatori in formazione è dedicata la 2° edizione Phd Day di Oral Sciences. Iniziativa che ha debuttato nel 2014, vuole caratterizzare il nostro Congresso sottolineando il ruolo centrale del Dottorato di Ricerca nell’ingresso alla carriera accademica. Colleghi più esperti illustrano ai giovani ricercatori in formazione la metodologia della ricerca clinica, spaziando dagli studi osservazionali, ai trial clinici, alle revisioni sistematiche. A completamento del corso, una simulazione sul come si imposta e si realizza una Revisione sistematica.
Quanto ai numeri del Congresso, alla vigilia si contano 2000 preiscritti ed oltre 500 poster pervenuti».

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