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ANDI con gli altri sindacati medici per tutelare la professione. Nasce Alleanza per la Professione Medica

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gio. 23 ottobre 2014

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Il disagio diffuso fra tutti i medici e dentisti, la cui gravità è tale da mettere a rischio il corretto svolgimento della loro attività professionale e la loro stessa serenità, ha portato Aarol, Emac, ANDI, CIMO, Fesmed, Fimmg, Fimp e Sumai a creare un nuovo soggetto che elabora, promuove e sostiene unitariamente ogni possibile soluzione al disagio della professione medica ed odontoiatrica, nella interlocuzione con le Istituzioni e con gli altri soggetti del sistema sanitario, in sinergia con gli Ordini professionali, rappresentativi di tutto il mondo medico e odontoiatrico, ai quali chiediamo di farsi parte attiva in questo percorso.

Alleanza per la Professione Medica è stata presentata giovedì 16 ottobre a Roma.
«Non volendo affrontare passivamente tale disagio – hanno detto i Presidenti delle associazioni che hanno fondato APM (a rappresentare il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada, la dott.ssa Sabrina Santaniello Presidente Sez. Prov.le Andi Roma) – intendiamo avanzare proposte concrete e utili per il suo superamento, al fine di prevenire le possibili ricadute negative, sulla qualità delle cure percepita dagli assistiti, sulla qualità di vita del medico e sui costi aggiunti che indirettamente si vengono a determinare a carico del Servizio Sanitario».

Questo il manifesto programmatico di Alleanza per la Professione Medica:

  1. Promuovere e difendere nel profilo giuridico di appartenenza (dipendente o convenzionato) l’indispensabile autonomia decisionale del medico e dell’odontoiatra, che deve sostanziarsi anche nella possibilità di partecipare concretamente al governo del contesto organizzativo in cui esercita la propria attività professionale;
  2. sostenere la necessità che il medico e l’odontoiatra, comunque responsabile della strategia diagnostica, terapeutica e riabilitativa del paziente, siano in possesso degli strumenti normativi per verificare e vincolare tutti i professionisti che intervengono nel processo assistenziale di cui sono responsabili, anche negoziando i livelli di autonomia e responsabilità degli stessi;
  3. promuovere una diversa progressione professionale e di carriera nel corso della vita lavorativa che esalti la sfera professionale, anche attraverso una valutazione/certificazione periodica delle abilità professionali individuali, perseguendo una valorizzazione fondata su indicatori di appropriatezza, processo e risultato, in una logica meritocratica;
  4. promuovere una diversa definizione della responsabilità professionale e la sostituzione in campo sanitario del diritto al risarcimento con quello di indennizzo (salvo che per colpa grave o dolo), perché non si può paragonare il danno colposo da incidente sul lavoro o da incidente stradale con quello che deriva da un trattamento diagnostico o terapeutico. Nell’ambito di ciò si rivendica anche la definizione di specifiche tabelle di indennizzo;
  5. rivendicare una corretta programmazione delle attività formative universitarie, sia per quanto riguarda i tempi e le modalità di accesso al corso di laurea, alle specialità universitarie e al corso di formazione in medicina generale, sia per quanto riguarda i contenuti e i luoghi di formazione specialistica, propedeutico per la successiva immissione nel mondo del lavoro;
  6. recuperare l’autonomia e la centralità del proprio ruolo, all’interno del SSN, attraverso un’area di contrattazione specifica per il medico dipendente;
  7. salvaguardare la libera professione medica ed odontoiatrica dalla sempre più incombente pressione burocratica e fiscale.

 

 

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