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Alla Dental School, soprattutto giovani, all’incontro della SPE con un’”endodonzia che non ti aspetti”

G. Del Mastro

G. Del Mastro

mer. 10 giugno 2015

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Nella mattinata di sabato 6 si è tenuto alla Dental School il seminario “L’endodonzia che non ti aspetti”. Un gruppo di persone motivato, qualcuna coi capelli grigi, cui vanno soprattutto aggiunte freschezza, ingenuità, energia e preparazione di un gruppo di giovani. Una piccola shakerata e il risultato è stato un cocktail effervescente e stimolante, un parterre degno delle migliori occasioni, con oltre 120 presenze.

Le bollicine sono arrivate dalle presentazioni della giornata: centrate su temi ritenuti di nicchia e da addetti ai lavori, si sono rivelate stimolanti e innovative. In particolare, si è focalizzato lo stato dell'arte su rivascolarizzazione e rigenerazione pulpare, il mondo affascinante delle cellule staminali, scaffold e fattori di crescita, richiamando l'attenzione su una possibile “restitutio ad integrum” dell'organo pulpare che suona vagamente fantascientifica e magica.

È stato importante ribadire inoltre la necessità di sottoporre a terapia i denti decidui, quando indicato, la cui permanenza in arcata è fondamentale, ma spesso misconosciuta anche dagli stessi operatori e proporre materiali o metodiche affidabili, validati dalla professione, dalla ricerca e dalla letteratura, anche nell'ottica di educare una futura generazione di pazienti a non sviluppare fobie. Ancora: comprendere che esistono linee guida internazionalmente codificate ‒ e validate dalle più quotate consensus conference ‒ da applicare in caso di traumi a carico dei permanenti. Significa stimolare a dedicare la giusta attenzione in termini di reattività temporale ed impegno a trattamenti di urgenza/emergenza non estemporanei e raffazzonati, bensì organizzati e a livelli di ridotta invasività.

A concludere, ospite la SPE ‒ Sezione regionale piemontese della società italiana di Endodonzia (SIE) ‒ una vivace e partecipata tavola rotonda che, oltre a ribadire le modalità da seguire per raggiungere la qualifica di socio attivo, ha chiarito anche le molte opportunità da cogliere per sfruttare l'iter previsto a vantaggio della pratica professionale, migliorando l'organizzazione di lavoro, la precisione e pulizia operativa in tutte le fasi. Al termine, la presentazione delle due iniziative SIE denominate “Progetto Diga” e “Ambasciatore SIE”.

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